Penguin ora è integrato nel core di Google: qualche info utile!


Penguin ora è integrato nel core di Google: qualche info utile!

Questa settimana avete chiesto su Fast Forward il parere su molte cose.

Una di queste riguarda Google Penguin, il famoso algoritmo che combatte lo spam e che è stato integrato finalmente nel core di Google. Questa novità ha causato conseguenze importanti. Le principali sono:

  • L’integrazione – non verrà più rilasciato ogni tot. mesi, ma interverrà in tempo reale. Quindi, ora una penalizzazione da Penguin non è così facile da individuare, come succedeva un tempo. Una volta Google rilasciava l’aggiornamento in una data precisa, con un annuncio, e se in quella data il nostro sito cominciava a calare, molto probabilmente eravamo stati colpiti da Penguin. Ora è un po’ più complesso, sia perché è attivo sempre (anche in questo momento), sia perché non colpisce più l’intero sito ma singole sezioni.

Questo ci porta alla seconda novità:

  • Penguin sarà in grado di penalizzare singole pagine o parti del sito. A questo punto, chi ha lavorato bene non ha niente da temere, mentre chi ha voluto provare l’ebrezza del brivido e si è spinto oltre i limiti (specialmente con i link) avrà dei grossi problemi.

Se parliamo dunque di link, i punti sono sostanzialmente due:

– il primo è legato ai link: cercate di capire che una strategia di link building basata sui contenuti è sicuramente la strada migliore. Mettetevi nelle condizioni di pensare che un link deve veicolare traffico e non è creato per aumentare il posizionamento su Google. Questo sarebbe un passo avanti e per farlo vi rimandiamo al nostro articolo della scorsa settimana.

– il secondo punto sono le analisi che facciamo in merito alle pagine: ancora oggi molte analisi si basano sulle pagine indicizzate (quante pagine indicizzate ho?), che è sicuramente un bel numero da conoscere, ma ci è utile solo per poche cose. La nostra conoscenza si deve basare sulle pagine che portano traffico dai motori di ricerca, perché una pagina può essere anche indicizzata ma non portare traffico.

Ancora oggi incontro molta resistenza nel lavoro in questo modo. Ecco due strumenti che vi saranno utili:

Successivo al lancio del “nuovo” Penguin sul blog ufficiale, l’autore Gary Illyes ha fatto un post su Facebook dove sono usciti aggiornamenti che trovate qui.

Il discorso sulle pagine non cambia, Penguin non colpisce solo i link: quello che accade è che questi link di solito li facciamo puntare a sezioni/pagine. I declassamenti che subiremo saranno sempre più specifici.

Ecco perché studiare il modo per tracciare le pagine che ci portano traffico dai motori di ricerca è la soluzione migliore per tutto. Non mi interessa sapere che ho 200 pagine indicizzate, mi interessa invece se di queste solo 30 mi portano traffico, perché mi aiuta a comprendere cosa non va nelle restati 170. Inoltre, se Penguin o un qualsiasi altro algoritmo che agisce sulle singole pagine dovesse colpirmi, io individuerei rapidamente le zone con problemi.

C’è bisogno di un cambio di approccio SEO, di studi più approfonditi sulle singole pagine, di lasciar perdere il singolo dato sull’indicizzazione e di smetterla di spingere troppo con link artificiali. Questo da un po’ di tempo

Insomma, ne abbiamo di cose da discutere nei commenti.

Vi aspettiamo!

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