Molti blog utilizzano oggi il plugin “Commenti Facebook”, che permette agli utenti di commentare un post all’interno di un portale, utilizzando direttamente tramite il proprio account di Facebook.
Lo svantaggio di questi plugin è l’essere spesso implementati tramite codici JavaScript, che non permettono ai motori di ricerca di rilevare come “contenuto utile” il testo dei commenti postati. Ed ecco che una discussione di qualità riguardante un qualsiasi tema perde di importanza ai fini SEO, perché non rilevata da Google.
Ma questa situazione potrebbe mutare a breve: infatti sembra – come rilevato in questo post su Digital Inspiration – che proprio Google stia integrando all’interno dei propri risultati i contenuti dei vari commenti.
Partiamo dal commento, in questa occasione a firma di Robert Scoble:
Ed ecco il risultato su Google, ottenuto cercando “nome commentatore” e “titolo” (per esempio – “Robert Scoble Learning Officer * Chief Rackspace”). In questo modo potremmo scoprire tutti i suoi commenti postati tramite il plugin di Facebook, in qualsiasi blog.
Rimane ora da verificare in che modo Google tratterà, ad esempio, i collegamenti postati all’interno dei commenti, poiché questo potrebbe portare ad una “caduta” della qualità nelle singole discussioni. Dando un rilievo enorme, in questo modo, alla moderazione, visto che il commento diviene parte del contenuto stesso e non più un elemento esterno.
Ma scusate, Ma Google non era quello che voleva far la guerra a Facebook. E adesso cosa fà, mi indicizza i commenti postati via account facebook nei siti/blog ? è un controsenso o che cosa ?
Il controsenso puo’ essere all’ apparenza, ma non dobbiamo dimenticare che lo scopo di Google, e’ o dovrebbe essere, forse il condizionale e’ sempre d’ obbligo, quello di dare il miglior risultato possibile rispetto alla query di ricerca inserita dall’ utente. Partendo da questa conditio sique qua non, il motore di ricerca non puo’ fare distinzioni di sorta, tra concorrenti o aziende meno vicine alla sua linea di pensiero, altrimenti si arriverebbe ad una sorta di censura di contenuti, ma porterebbe di conseguenza la perdita di tutto il valore dei contenuti che le persone che postano commenti attraverso il loro log di Facebook, inevitabilmente portano. Visto che si parla di quasi un miliardo di persone che hanno un account su FB, per cui ipotetiche persone che possono inserire dei contenuti attraverso i loro commenti a siti, blog, non e’ piu’ realistico non poter tenerne conto, se pur una politica aziendale poco lungimirante potrebbe suggerire il contrario.
Secondo me, la qualita’ del commento sara’ valutata in funzione del suo apprezzamento, dato dal numero di “like”, e gli eventuali link presenti nello stesso, saranno considerati in funzione di cio’, cosi’ che siano gli stessi utenti a dare un valore intrinseco al commento stesso.
Ciao, grazie.
Morgan
Ciao Morgan,
è vero quanto dici, ma ritengo che questa “censura” viene applicata quando Google vuole spingere suoi servizi a discapito di altri migliori.
Ad esempio, il Real Time Search, prima basato su Twitter e utilissimo, ora su Google Plus completamente inutile.
L’indicizzazione dei commenti, in questo caso, va in due direzioni:
– la prima quella della qualità dell’articolo. Oltre a stabilire l’ultima data dell’ultimo commento come validità temporale dell’articolo, cerca di capire se i commenti aggiungono qualità o meno
– la seconda è quella legata agli autori, andrà a valutare questi commenti come punteggio da associare agli autori. Almeno ci proverà
Facebook starà a guardare?
Vedremo 🙂
Ciao a tutti,
Personalmente questa novità mi lascia alcune perplessità sulla vera utilità per G di dare valore ai commenti, a parte le due indicazioni di Giorgio che mi sono appuntato.
Perplessità forse dovute ad un limite nelle mie conoscenze, ma che vorrei comunque esprimervi come spunto di riflessione.
Faccio fatica a comprendere come G interpreta i vari commenti nel significato, e senza questo la reale utilità per il suo utente. Di fatto un commentatore può scrivere un commento (positivo o negativo) e non inserire nessun termine che faccia capire a G di cosa parliamo (o fargli capire l’esatto contrario).
Esempio:
Pagina di Hotel: Una speciale promozione per halloween, con cena, festa per i bambini, a Recanati.
Il Commento 1: Come mi piacerebbe esserci ma ho il pranzo con la nonna.
Commento 2: Che bello ma quanto si paga?
Commento 3: Una fasta come l’anno scorso … veramente “terribile” (n.d.r. in realtà qui il commentatore vuole dire bene della festa e vuole giocare con le parole e l’ironia.
Di esempi ne possiamo fare tantissimi, e molti sarebbero di questo tipo. Perché è anche il linguaggio tipico del commento su FB. E, secondo me, far sentire il commentatore in ambiente FB influenzerà il suo linguaggio.
Bene, cosa capisce G ? La risposta che mi do io è che non può capire niente e se non capisce niente come fa a restituirlo come risultato ?
O se lo restituisce non rischi G di creare un elevatissimo “rumore di fondo” nelle ricerche.
C’è poi la questione dei link: verrà tracciato? indicizzato? insomma cosa ne farà G.
Mi domando se non rischiamo di veder fiorire una moltitudine di commenti “falsi” costruiti ad arte.