Quality Ratings, cambia molto. Google, infatti, ha profondamente variato le linee guida per i Quality Raters, il team che opera per valutare la qualità dei risultati sul motore di ricerca. Non si tratta di un semplice aggiornamento: diverse parti risultano completamente differenti dalla versione precedente.
Tra gli elementi-cardine della nuova stesura, l’autorevolezza e l’affidabilità di un sito web circa un preciso argomento, ma anche il design delle pagine e l’utilizzo eventuale di annunci pubblicitari. Vediamo insieme quali sono gli aspetti su cui Google accende i propri riflettori all’interno di queste nuove linee guida.
EAT (?)
E cioè “Expertise, Authoritativeness and Trustworthiness“, come spiega Enrico Altavilla su Google+. A Mountain View, dunque, puntano su competenza, autorevolezza, affidabilità di un sito web. Tutti elementi in grado, da soli, di portare ad una valutazione più o meno bassa da parte del Quality Rater.
Dito puntato anche sui siti che permettono l’inserimento di contenuti, in particolare di articoli, da parte degli utenti: tali contenuti, infatti, hanno più probabilità di non essere corretti e dunque autorevoli. Per questo vengono invitati i valutatori ad approfondire la competenza e l’esperienza degli autori, anche sui forum di discussione, per poi valutare effettivamente la pagina.
Chi è esperto?
C’è una linea rossa sottile che stabilisce il confine tra esperto e millantatore. Come riconoscerne uno su Internet, soprattutto per tematiche più generaliste rispetto, ad esempio, alla medicina? Ai Quality Raters viene chiesto, allora, di monitorare l’attività quotidiana di quel dato autore, di ottenere più informazioni possibili sulle competenze dello stesso.
Knowledge Graph
Ai Quality Raters viene richiesta un’attenzione maggiore alle risposte fornite dal Knowledge Graph, ovviamente con l’obiettivo di migliorarne sempre più la precisione alle query dell’utente.
Annunci Pubblicitari
Se in precedenza questo punto non era centrale, ora assume un ruolo forte nelle linee guida riservate ai Quality Raters. A questi ultimi, infatti, viene chiesto di tenere conto della quantità di advertising presente in una pagina. Google fornisce anche informazioni circa i formati, spiegando come – ad esempio – un advertising posizionato in alto e che richiede uno scroll per accedere al contenuto, sia da ritenere dannoso per l’esperienza dell’utente.
Una politica, questa, in linea con quanto poi Google raccomanda (e offre) su AdSense?
In aggiunta viene espressamente richiesto un voto basso per quelle pagine che cercano di manipolare l’utente, quasi costringendolo a cliccare sugli annunci.
Occhio alla struttura delle Pagine
Alla posizione degli annunci pubblicitari è collegata anche la struttura grafica delle varie pagine. Ad esempio: gli annunci inseriti a metà del contenuto principale. O, in generale, quegli annunci posizionati in modo da cercare di guadagnare il più possibile, mettendo a repentaglio la qualità della navigazione.
Contenuti Supplementari
Gli articoli correlati sono pertinenti? Sono davvero in grado di arricchire l’esperienza dell’utente? Google ritiene che i contenuti definiti come “supplementari” debbano essere di qualità e in grado di contribuire davvero a migliorare la navigazione dei lettori. È da ritenersi un contenuto secondario tutto ciò che non è espressamente pubblicità e che, naturalmente, non fa parte del testo principale.
Da Mountain View mettono in guardia circa annunci pubblicitari mascherati da presunti collegamenti a nuovi contenuti. Quelli sono “supplementari” e negativi per l’utente. Valutazione bassa, allora.
Q&A
Per tutti quei siti della categoria Q&A, Google mette in guardia i Quality Raters: non sono da considerare di bassa qualità a prescindere. C’è anche del buon materiale, prezioso per gli utenti.
No alle Pagine con una valutazione bassa
In precedenza Google ammetteva l’offrire agli utenti pagine con valutazioni basse, se non ve n’erano altre con valutazioni superiori. Ora questo passaggio è stato eliminato. Nella speranza che, là fuori, via sia sempre un contenuto migliore di quello che viene reputato l’unico fino a quel momento?
Gli aspetti principali su cui Google è intervenuta sono questi, dunque. Ne scrive oggi, tra gli altri, anche TheSEMPost: nel post trovate approfondimenti anche su altri elementi secondari.
Il voler puntare alla qualità delle pagine mi sembra sempre una cosa positiva, e in qualche modo “facilita” anche il lavoro di ottimizzazione, a mio parere 😛
Non so invece se il non mostrare le pagine con valutazioni basse (se non ci sono altre con valutazioni superiori) possa essere davvero utile all’utente, personalmente preferirei una pagina “non del tutto di qualità” piuttosto che niente (certo evito volentieri quelle spammose…)
Grazie mille, L’articolo è davvero molto interessante, soprattutto per chi come me non ne sa nulla.
Personalmente mi sembra un tantino strano che google penalizzi le pubblicità presenti in alto. Dal punto di vista di usabilità ha ragione ma va contro i suoi interessi.