Google ha rilasciato, circa un mese fa, un nuovo algoritmo di ricerca denominato “Hummingbird“, apparentemente di nuova generazione e pensato, in particolare, per gestire le query complesse.
Secondo quanto riportato da Search Engine Land, è dal 2010 – da Caffeine – che Google non opera un cambiamento così drastico del proprio algoritmo, anche se stavolta il lavoro di “Hummingbird” sembra essere quello di restituire i migliori risultati sulla base di ciò che l’utente cerca, e non di migliorare l’indicizzazione delle pagine su Internet.
Un colibrì, dunque, dopo Penguin e Panda. Perché? Perché dovrà essere “preciso e veloce”, ha spiegato Amit Singhal. A differenza di Penguin e Panda, tuttavia, Hummingbird non è un semplice update: è un algoritmo nuovo, che include alcuni elementi di quello precedente, che continua a tenere in considerazione gli oltre 200 fattori di Google per il posizionamento dei risultati, e che sarebbe stato adattato alle esigenze di chi naviga oggi sul Web. Come nel caso della ricerca vocale, o sulla ricerca concentrata sul significato delle parole e non semplicemente sull’associazione tra le keywords e le pagine online.
In un certo qual modo, Hummingbird si presenta come un’estensione a tutto il Web delle funzionalità già note con Knowledge Graph. Un algoritmo il cui obiettivo è quello di gestire al meglio le query più lunghe e dettagliate, comprendendo il significato dei termini, dando una minore rilevanza alle keywords “secche”, e restituendo all’utente il miglior risultato possibile. Il più vicino all’accezione, al senso che egli stesso intendeva.
Nel corso della conferenza stampa con cui Google ha presentato l’algoritmo, Singhal ha dichiarato:
“Hummingbird agisce sulle query complesse, ma sta avendo effetto anche sul 90% delle ricerche di tutto il mondo ora”.
Anche Forbes ha parlato dell’argomento. Mentre questa è la discussione online sul Forum GT.