#1 – SEO è qualcosa che necessita di tempo per avere risultati
I tempi cambiano e chi non lo accetta perde grossissime occasioni ogni giorno. Ci sono casi in cui i termini possono davvero arrivare sul lungo periodo, ma dipende sempre dalla tipologia di sito o di settore che si vuole andare a coprire. E’ frequente, molto frequente che nell’approccio ad una proposta SEO si tenda quasi sempre a tirare in ballo tempi lunghi per ottenere miglioramenti.
È tempo di svegliarsi. Se fai parte di quella scuola molto probabilmente continui a prendere un treno interregionale da Bologna a Roma quando esiste anche il Frecciarossa.
Un tempo mi sarei preoccupato di una panoramica analytics come quella dell’immagine sopra; oggi se fai un lavoro SEO per il breve periodo (anche per 1 solo giorno) ne dovresti essere felice.
#2 – Le Performance non influenzano il ranking
Google parla di performance da 2 anni. Chi ancora sostiene che non è un parametro di impatto diretto sulle SERP sbaglia davvero di grosso.
Dalla pagina company di Google:
Nothing is more valuable than people’s time. Google pages load quickly, thanks to slim code and carefully selected image files.
Bisogna lavorare per massimizzare, scalare e raggiungere la perfezione.
– Per l’80% dei siti basterà lavorare sul frontend (medio-piccoli)
– Per il 20% dei rimanenti (medio-grandi) sarà necessario un tuning più sistemistico.
La suddivisione sito medio piccolo e medio grande è molto superficiale perché ovviamente non fa riferimento a tutti i casi e non fa riferimento ai livelli di traffico, ma al tipo di dati che si devono elaborare.
Dubito fortemente che la maggior parte dei siti presenti sul web possa pensare che il vero collo di bottiglia sia sistemistico. Quanti sono realmente in percentuale i siti considerabili grandi ? Sicuramente un numero fortemente minore di quelli piccoli.
#3 – La SEO muore ogni 3×2
Continuate ad ignorare la SEO. Lasciate che il vostro sito viva della solita routine…la noia non è fatta per i SEO.
Se credi ancora che la SEO possa morire rifletti un attimo ed evita di parlarne perché molto probabilmente non capisci proprio nulla di Motori di Ricerca.
#4 – I fattori on page contano poco
La più grande bugia della storia. I fattori on page sono sempre stati importanti in un modo o nell’altro e oggi lo sono sempre di più.
Il punto #2 è un fattore determinato da fattori interni, i microdata sono parte di questa fase SEO, Google Fresher lo affronti da lì, dai Social veicoli grazie ai tuoi contenuti…e mi fermo perché altrimenti rischio di pubblicare il post tra un mese.
#5 – I social sono ancora marginali
L’immagine è autoesplicativa.
Prezioso come sempre … i contenuti se non sono supportati da qualche accorgimento SEO a mio avviso ormai non bastano a sfondare e me ne accorgo ogni giorno, quando per trovare pagine interessanti a volte devo scandagliare il web come fossi un sommozzatore …
Uhm, personalmente credo sia stato scritto tanto senza aver detto nulla.
Esistono tanti siti che presentano contenuti interessanti ma che, proprio perchè l’autore non fa SEO, finiscono con l’essere ignorati.
Offrire qualche esempio pratico, reale, per far si che un sito passi dalle 50 alle 100 visite al giorno permetterebbe all’autore di decidere di investire i (pochi) guadagni percepiti dalla pubbblicità per migliorare il numero di visite.
Faccio un esempio, così per dire:
Si sceglie un sito, uno qualunque e si mostrano le statistiche di Google all’inizio della SEO. Si descrivono le operazioni che si andranno a compiere ed il periodo di riferimento, e quindi alla fine di questo periodo si fa una relazione su cosa si è fatto e quale risultato è stato ottenuto.
Intendiamoci non dico che vadano esposte tecniche avanzate, ma tecniche base, magari esposte anche su altri siti, ma documentandole con un case study per far si che anche chi non crede nel SEO comprenda quanto esso sia importante e come con pochi accorgimenti le cose possono cambiare.
Ottima sintesi, che condivido all’80% 🙂 mi spiego:
Sui punti 2, 3, 4 e 5 non ho assolutamente nulla da eccepire: anzi, sono dei cavalli di battaglia che anche io ho fatto miei nella mia pur breve esperienza.
Riguardo al punto 1, invece, credo sia una questione di obiettivi: i migliori risultati li ho sempre ottenuti con la pazienza e il lavoro quotidiano a lungo termine. Certo, non disdegno i picchi (e ci mancherebbe!), ma preferisco lavorare per arrivare a 7000 accessi da search di media piuttosto che stare sui 2500 e avere un picco da 12000 🙂
Ciao Michele e grazie per la considerazione.
Ovviamente non ho scritto che il lavoro a lungo termine non sia importante…ma semplicemente che non esiste solo quello :).
Puoi avere 7000 costanti ed avere picchi di 20000. Come puoi avere 300K costanti e passare a 900K ^_^
Mi vedo pienamente d’accordo su tutto, io per ora non curo molto la parte social ma vedo obbiettivamente che la cosa non mi danneggia.
Mentre per il resto è tutto vero, si possono fare salti da giganti in pochissimo tempo, chi parla di diversi mesi prima di vedere i primi risultati è perchè probabilmente sbaglia qualcosa.
La SEO fa come l’energia: non si distrugge. Al limite, si trasforma. 🙂
Ho trovato particolarmente interessante il primo punto. Tenuto conto delle particolarità di ogni singolo progetto web, è proprio vero che spesso i risultati della SEO sono più veloci di quanto molti affermino.
Articolo molto interessante.
Continuo a pensare che la velocità di caricamento sia importante ma non sia uno dei parametri fondamentali.
E’ chiaro che se devo attendere 2 minuti prima che si apra un sito, Google mi penalizzerà.
Credo che un sito con buoni contentuti e SEO curata ma non velocissimo sia sempre preferibile ad un sito con contenuti poveri, senza SEO ma rapidissimo.
Sugli altri punti sono perfettamente d’accordo.
Andrea ottima analisi, mi piace il concetto di velocità.
In riferimento al punto 3 – Avvolte per alcuni siti non si riesce ad uscire dalla solita routine
[troll] Ma la SEO non era morta? [/troll]
Come non concordare con tutto quello che hai scritto?
Anche sulle performance ci sarebbero da scrivere svariati post ;-)…
Sono d’accordo su tutti i punti tranne sul punto 1.
L’indicizzazione SEO seria, quindi con medie costanti, accessi su determinate parole chiavi, insomma progetti che si chiamino “Progetti” hanno bisogno di tempo.
Condivido sopratutto i punti 4 e 5, contenuti buoni immersi in una struttura che ha delle pecche non aiutano.
Ancora di più sottoscrivo il punto 5) I social sono ottimi se utilizzati per ciò che sono nati, dal punto di vista SEO non aiutano più di tanto secondo me
Anch’io voglio fare una considerazione sul punto 1.
Può avere la sua validità il discorso, soprattutto con le recenti modifiche all’algoritmo che tendono a privilegiare contenuti recenti ed è anche divertente scoprire quanto agevole sia ottenere certi picchi di accesso.
D’altra parte lascerei queste cose, come accenni anche tu, solo a siti di un certo tipo, in cui le news continue risultano utili davvero, senza forzare la mano in qualsiasi sito.
Io vedo la missione del Seo, come quella di qualsiasi professionista di qualsiasi ambito, anche come qualcosa di etico e cerco sempre di far passare il concetto ai miei clienti.
I Seo possono coadiuvare Google nella ricerca di contenuti di qualità, rendendo migliore l’esperienza web di tutti. Quindi scrivere ogni giorno così tanto per scrivere ed ottenere accessi è qualcosa che sento come una distorsione, mentre ottimizzare con il tempo giusto un sito, ampliarlo, approfondire gli argomenti ed aggiornarlo con regolarità ma senza assilli, rende il sito qualitativamente migliore ed anche il web, forse, un posto migliore per tutti…
Ciao!
Ho apprezzato molto l’articolo, in particolare sui fattori on page e sulle performance. Sul punto 1 invece anch’io ho dei dubbi: l’esperienza mi ha mostrato che certe “piccole” modifiche vengono recepite da Google anche dopo diversi mesi.
Noto con piacere che qualcuno estrapola pezzi dal contenuto senza carpire il senso del punto 1.
Per rispondere allo stesso modo potrei chiedere:
– Quindi @Giuseppe Guerrasio il settore dell’editoria non è un “progetto serio” a priori ?
——
Invece per @Matteo (che ha considerato tutte le frasi del punto 1) una cosa che non capisco è perché si parta sempre dall’assunto che se si creano contenuti costanti questi contenuti per forza di cosa debbano essere di bassa qualità.
Non è sempre così e non si può generalizzare come io non ho generalizzato sul punto 1.
Nel suo complesso non puoi più presentare la SEO come esclusivamente qualcosa di lungo termine perché non è più “solamente” così.
——
Per @Domenico che forse ha frainteso quello che intendevo e che secondo me sono importanti da un punto di vista SEO.
——
In ogni caso è bello sentire i pareri di tutti e aprire il dibattito! Grazie.
No no ma infatti “non è solamente così”, concordo.
Secondo me però la comunicazione che offri mettendo tra i 5 miti da sfatare la frase “SEO è qualcosa che necessita di tempo per avere risultati”, potrebbe essere fuorviante perché potrebbe supportare tanti piccoli seo poco “etici” appunto e tanti clienti inesperti che non danno il giusto valore al nostro lavoro e vogliono tutto domani, anche se sono una carpenteria metallica.
Quindi, anche se ciò che dici ha la sua parte di verità, io non la enfatizzerei mai in questo modo, perché ho la speranza che questa mia professione venga vista man mano come qualcosa di serio da tanti inesperti che bazzicano nel web e leggono qua e là senza le giuste basi di conoscenza, tutto qui.
Ciao!
@Andrea: il fatto è che SEO non è solo per l’editoria, ma per tanti altri siti che non hanno niente a che fare con l’editoria.
Inoltre, purtroppo, per esperienza, posso dirti che non lo è a priori 🙁
@Matteo concordo con te il punto è un po’ “Forte”, ma volutamente e chi è del mestiere avrà sicuramente compreso.
Chi invece prende senza capire…cavoli suoi 😉
—
@Giuseppe lo so infatti ho voluto proprio premettere che avrei preso la tua considerazione come tu avevi preso la mia…ossia estrapolata dal contesto.
Spero sia chiaro.
Non ho capito cosa intendi per il punto 1, potresti essere più chiaro?
Ciao Pasquale,
intendo semplicemente che la SEO sta cambiando e che non in tutti i contesti può essere presentata come un lavoro di lungo periodo e che inoltre oggi ci vengono offerte grosse opportunità di “SEO veloce” che devono assolutamente far parte di una strategia efficace.
Non ho detto che non è vero in senso assoluto, ma semplicemente che non è sempre vero tutto qui 😉
Si Andrea, avevo capito. Quello su cui non mi capacito è cosa vuoi dire tu con “SEO VELOCE”, perchè secondo me c’è un qualche significato che non sono riuscito ancora a cogliere…
Il SEO veloce è quell’insieme di ottimizzazioni e attività che ti permettono di rankare in determinati contesti per parole chiave molto competitive anche solo per pochi giorni o settimane.
E’ qualcosa di cui abbiamo anche parlato durante il convegno gt.
Avere un sito e non avere delle minime conoscenze seo è come buttare un messaggio in bottiglia nell’oceano e sperare che la massa lo legga!!
Ragazzi ma i microdati influenzano il posizionamento del sito?
Diciamo che non si può dire che influenzano come fattore a se stante il posizionamento, ma forniscono tutta una serie di benefici.