La SEO e i comportamenti umani


L’intelligenza artificiale sarà molto usata in questo:
l’analisi dei feedback delle persone per migliorare i risultati di chi verrà dopo..

Sono passati più di 15 anni dalla mia iscrizione ai vari forum online, mi ricordo che cercavo di risolvere un problema con la posta, uno con l’html e uno con una classifica delle famose TOP 100. Volevo incrementare la visibilità del sito.

Tra un link e l’altro riuscii a scoprire che per aumentare la visibilità del sito non occorreva iscriversi alle classifiche, ma arrivare nelle prime posizioni dei motori di ricerca. Si aprì il mondo, la SEO.

In questi 15 anni abbiamo vissuto molti cambiamenti, ma trovo che il cambiamento più forte e allo stesso tempo sottovalutato sia quello relativo all’analisi dei comportamenti umani.

I SEO tendono sempre a preoccuparsi degli update più spaventosi, anche se impattano poi il 2% delle query. Ovviamente io ero tra questi, altrimenti non sarei riuscito a vedere così da vicino questo comportamento.
Non si preoccupano molto della visione generale, dove stanno andando Google i suoi utilizzatori. Perché, ovviamente, uno segue l’altro e viceversa.

Google segue gli utenti: Google News, Google Immagini e vari algoritmi sono nati perché Google si è resa conto che le persone si aspettavano determinati risultati. Analizzare cosa vogliono le persone rappresenta il modello vincente per qualsiasi progetto sul web: è un’azione che molte volte si può fare analizzando le chiavi del motore di ricerca interno del proprio sito.

Gli utenti seguono Google: Google lancia la possibilità di effettuare ricerche vocali guidando quindi gli utenti in una direzione precisa.

ricerca google trend per chiave my flight

Google Trends mostra come negli Stati Uniti la ricerca my flight sia aumentata.

Quando si parla di SEO e Comportamenti Umani di solito si finisce solo a parlare dei cambiamenti della ricerca che noi facciamo. Per esempio, prima cercavamo [conto bancario] ¹, poi siamo passati ad [aprire conto bancario online] e infine alla ricerca conversazionale [di cosa ho bisogno per aprire un conto bancario] ².

Questo è un aspetto ovviamente interessante. Ma è poca roba, anche molto scontata direi. Quello che invece Google sta facendo, da sempre, è togliere potere ai webmaster. Tutte le zone dove i webmaster possono mettere mano per migliorare il ranking hanno sempre meno peso, a favore invece di tutte quelle zone dove non possono farlo.

Da anni infatti è così: indovinate quale tecnica di link building non è mai stata penalizzata in 20 anni? Quella che porta ai link spontanei.

Google è passata dal dire “per migliorare il ranking del sito dovevi essere linkato da siti di alta qualità” a suggerire oggi che “la creazione di contenuti interessanti e utili influisce sul sito web probabilmente molto più di tutti i fattori illustrati in questo articolo” ³.

E dice anche che quando un sito è fatto bene le persone lo consigliano ad altre persone. Il comportamento umano è un fattore che noi possiamo condizionare, certo, ma non così facilmente come farci mettere un link oppure ottimizzare un titolo.

Possiamo far acquistare agli utenti più vacanze dei nostri competitor?

Perché credete che questo non possa essere un fattore SEO? Tutto quello che riguarda la realtà, prima o poi, diventerà un fattore SEO. Perché riguarda le persone e i loro bisogni.

Io lo chiamo il “viaggio dell’utente intorno alla sessione di ricerca”.

C’è un prima, c’è un durante e c’è un dopo. E Google conosce molte più cose di quello che noi pensiamo.

Enrico Altavilla, conosciuto sul Forum come LowLevel, al Web Marketing Festival del 2014 disse: “Il ranking è dunque fondato in parte su cosa gli utenti comunicano a Google“.

Quali sono le azioni con cui gli utenti “comunicano”?

  • Click
  • Position Bias
  • Ordine dei click
  • Risultati non clickati
  • Azioni post-click
  • Movimenti del mouse
  • Abbandono della ricerca
  • Tempi di risposta
  • Relazioni con la query
  • Similarità delle query

E io aggiungo che tutto quello che accade dopo, oggi Google lo può controllare. Tramite lo Smartphone, Android.

Per esempio:

  • le chiamate
  • gli spostamenti fisici
  • gli ordini
  • le condivisioni sui social

Non servono tutti i dati di tutti gli utenti del mondo per avere delle statistiche ragionevoli, ne basta una buona parte scremata dagli estremi. E Google ne è in possesso.

Siamo davvero sicuro che Google non “premi” i siti che consentono di effettuare un’azione concreta dopo? Per me è fondamentale che i siti siano progettati con queste possibilità, quando necessario.

Ci sono inoltre due brevetti che mi piacciono molto, nessuno è in grado di sapere di tutti quelli che Google pubblica quali e perché vengono usati, però ci danno una bella idea. Uno si chiama Watch Time Based Ranking ⁴ (calcola il tempo speso dalle persone nel fruire delle risorse presentate nella sessione di ricerca, YouTube style) e l’altro Determining relevance scores for locations (se un utente cerca [Auto Fiat] a Bologna e in questa città abbiamo molti rivenditori Fiat e nessun meccanico specializzato in riparazioni Fiat, l’algoritmo darà più rilevanza per la query [Auto Fiat] ai siti appartenenti alla categoria [Rivenditori Auto Fiat]). Discussione sul Forum gt.

Il mondo reale. Quello che c’è e che accade realmente.

Con il mobile first indexing io non mi sono preoccupato infatti delle impostazioni tecniche dei siti, non c’è bisogno di Google e di attendere i suoi update per fare dei siti fatti bene. Quello che a me preoccupa è quando Google arriverà a dare un peso alle azioni degli utenti da mobile.

L’intelligenza artificiale sarà molto usata in questo: l’analisi dei feedback delle persone per migliorare i risultati di chi verrà dopo.

Dal 2003 leggo che la SEO è morta. Mi diverto un sacco, perché la SEO è in costante evoluzione e la sua complessità aumenta di giorno in giorno. Chi non riesce a comprenderla dice che è morta, per vendere altri servizi più facili da vendere.

La SEO, invece, è in una costante evoluzione complessa.

È importante migliorare i progetti per le persone che li usano. Per chi verrà al Search Marketing Connect consiglio di guardare fin da ora il programma perché ci sono molte relazioni orientate in questa direzione.

Buona riflessione a tutti.

Giorgio

Note.

  1. Quando noi SEO inseriamo una frase o parola tra le parentesi quadre stiamo indicando una ricerca su Google (Matt Cutts chiese a tutti di farlo, mi sembra qualcosa di importante).
  2. Dati Google, USA, confronto tra i periodi luglio-dicembre 2015 e luglio-dicembre 2017. Pubblicati in Italia qui.
  3. Guida introduttiva all’ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO). Fonte.
  4. Il brevetto del Watch Time Base Ranking. URL Ufficiale.

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