Google non s’infastidisce. Google non si supera. Google non si batte. Lo dicono i numeri. Quelli di ieri, relativi alla trimestrale dell’azienda di Mountain View.
In termini strettamente numerici, il gruppo statunitense ha chiuso l’ultimo trimestre del 2012 con un utile netto in aumento del 6,7% a 2,89 miliardi di dollari. Che poi sono 8,62 dollari per azione. C’è poi il versante che più amano gli addetti ai lavori: solamente negli USA, il 67% della ricerca online è di Google. Percentuale che sale al 90% se parliamo dei devices mobile. Senza contare, poi, l’Europa. E questo, nonostante gli sforzi di un’azienda come Microsoft, in questi anni.
Ora c’è un nuovo attore in scena. Facebook. Col suo Graph Search. A Mountain View, mentre Zuckerberg parlava, devono essersi guardati. Devono aver sorriso. Tanto che appare avventato poter paragonare i due scenari.
Dei guadagni di Google nell’ultima parte del 2012, del modo d’intendere la ricerca sul web, in qualche modo anche del Graph Search, ha parlato ieri Larry Page. In una dichiarazione rilasciata su Seeking Alpha.
Penso che quando si parla di ricerca, la nostra missione è stata quella di organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. Siamo stati impegnati su questo per un bel po’, abbiamo fatto investimenti in tutti i tipi di settori. Come le mappe, che si sono rivelate poi un elemento davvero importante. Questo è il nostro modo di pensare. C’è il Knowledge Graph, c’è tutta una serie di investimenti che abbiamo fatto, una raccolta di diversi tipi di dati. E continueremo a farlo.
Ancora sugli investimenti:
Solo 10 anni fa, quello che Google faceva è qualcosa di irriconoscibile rispetto a quello che fa ora. Ora vediamo solo grandi opportunità nel migliorare i prodotti per gli utenti, così da capire realmente le loro esigenze e soddisfarle. Un esempio sono gli ingenti investimenti fatti sul mobile, per via dell’importanza che ha la ricerca sul mobile oggi.
Un esempio chiaro, delle distanze tra Google e le altre realtà mondiali:
Google Now è un altro grande esempio. C’è un’innovazione enorme in quel progetto. In realtà riesce a rispondere alla tua domanda, prima ancora di pensare alla domanda stessa. Questo è abbastanza incredibile. Sono molto eccitato e sono fiducioso circa il business che gira attorno all’organizzare le informazioni delle persone in quel modo.
Messaggio sottile. Ma forte e chiaro. Quelli di Menlo Park lasciateli fare.
Secondo me invece quelli di Google hanno un po’ paura… Google+ non ha funzionato bene, finora, e c’è il rischio che il motore di ricerca interno di facebook funzioni molto bene, invece.
Ecco quello che ne penso io: https://semforfree.altervista.org/28/