Questo post è stato originariamente scritto da me su SEOmoz (UGC e poi promosso al blog principale) e potete consultarlo con il titolo “An In-depth Analysis of Authorship, Google+ and Snippets“
Sempre più spesso ricevo domande sui possibili fattori che influenzano la comparsa e associazione degli autori nelle serp. Nella maggior parte dei casi come spesso avviene nella vita tutto nasce dal bisogno di associare una causa-effetto agli eventi che si verificano o più semplicemente dal bisogno di trovare delle risposte.
Purtroppo nella SEO come nella vita non sempre c’è una risposta, non sempre si può spiegare tutto scientificamente.
Da tempo sto studiando l’applicazione degli algoritmi ai comportamenti umani, animali, della natura e tutto è nato quando oramai 7 anni fa iniziai ad appassionarmi ai sistemi adattivi complessi e in particolare a quelli sociali e dunque le interazioni tra scienziati, pubblicazioni scientifiche e importanza degli stessi in base proprio alle citazioni e collegamenti presenti nei paper. Mai avrei immaginato che a qualche anno di distanza l’esplosione e l’applicazione dei sistemi adattivi complessi sì sarebbe espansa in modo tale da diventare una parte consistente del mio lavoro quotidiano come studioso e appassionato dei motori di ricerca.
Nello specifico i motori di ricerca e nello specifico google cercano di esplorare il rapporto tra l’uomo, l’esperienza e il contesto e proprio per questo vengono sempre meno le manipolazioni e le regole intese come dogmi. Questa tendenza all’umanizzazione e dunque questa tendenza all’imprevedibilità di un sistema complesso non fa altro che generare una mole enorme di teorie e di falsi positivi che portano ad invalidare la maggior parte delle analisi degli algortimi stessi con la conseguenza che molte delle ipotesi, conferme e regole dedotte risultano sbagliate.
SEO: curiosità, determinazione, ricerca e maniacale attenzione ai particolari
In questo post non voglio assolutamente criticare né attaccare nessuno, ma voglio semplicemente dimostrare, come partendo da un caso specifico e da uno dei tanti temi che i SEO devono affrontare, sì possano identificare problemi, rielaborare la mole di contenuti che ogni giorno su ogni tema vengono sfornati dalla comunità internazionale, verificare le ipotesi e le conclusioni e formularsi la propria opinione (che in ogni caso rimane poi una opinione se mancano i fatti).
Troppo spesso per pigrizia si prende per buono ciò che si legge, si ascolta, si analizza.
Troppo spesso le analisi di specifici problemi seo mancano il bersaglio solo perché non si approfondisce abbastanza e perché non vengono isolate le variabili sottoposte ad esame. Nell’ultimo periodo sono stati rilasciati 2 aggiornamenti (Penguin e Panda) su tutti che hanno creato una grande mole di incertezza e di case study interessanti, ma che nella maggior parte dei casi non hanno sortito un reale effetto per l’identificazione chirurgica dei reali motivi per cui i colpi sono stati inferti.
L’esempio di studio riportato qui è molto più semplice degli eventuali approcci all’analisi di aggiornamenti come Penguin e Panda, ma permette di identificare quali sono le cause che spesso portano a conclusioni affrettate solo per il desiderio di ottenere una giustificazione al proprio operato. Oltre all’identificazione dei problemi possibili durante l’analisi aggiungerò anche qualche curiosità sull’authorship markup, google+ e i rich snippet e vorrei il contributo di tutti per identificare ulteriori casi che mi contraddicono e particolari comportamenti in serp che non sono riuscito a rilevare.
Il caso preso in esame: “Authorship”
“Everything You Need To Know About Google Authorship in 8 Minutes” è un esempio, che seppur molto interessante, curioso, con molti spunti manca in realtà il bersaglio.
Tutte le ipotesi e le intuizioni che Chris Countey (non me ne voglia) ci racconta nel video possono essere distrutte in pochi minuti analizzando più casi, più SERP, più dati. Le analisi di questo tipo ovviamente portano a conclusioni superficiali che hanno la conseguenza di far passare un messaggio non appropriato ai lettori o agli ascoltatori e applicate a situazioni più complesse portare a catastrofi SEO.
Rel=Author, Rel=Me and HTML4 or 5
Non è applicabile una regola tale per cui il doctype e l’uso dei rel o del ?rel possa essere considerata un fattore di non attribuzione dell’authorship. In questo esempio potete vedere come un doctype HTML4 insieme con rel=author e rel=me funzionano come è normale che sia. Google per quanto è possibile ipotizzare sulla base di esperienza passata non è molto incline a tenere in considerazione doctype o standard html.
Rel=Author e immagine di profilo
Anche qui ci sono varie interpretazioni che anche io ho considerato e in qualche modo invitato a testare. Nel corso dei test ho considerato alcuni casi:
- immagine avatar stile illustrazione
- immagine generica e non incentrata sul viso
- immagine con più persone
- immagine senza viso o persone
- immagine non nitida/chiara
- immagine di bassa qualità
- autorità del profilo
ma andiamo nel dettaglio.
Immagine avatar stile illustrazione
Come possiamo vedere dalle 2 immagini seguenti non c’è assolutamente alcuna prova che una immagine di profilo in stile cartoon o illustrazione impedisca la visualizzazione della stessa in serp.
Immagine generica e non incentrata sul viso
Come ben visibili dalle seguenti immagini non c’è assolutamente alcuna prova che una immagine di profilo dove non è visibile in modo chiaro il viso impedisca la visualizzazione della stessa in serp.
Immagine con più persone
Non mi dilungo e mostro uno screen dove ci sono 2 volti.
Immagine senza viso o persone
Anche questa poteva essere una ipotesi plausibile e sensata, ma i fatti ci contraddicono ancora.
Immagine non nitida/chiara e immagine di bassa qualità
Anche la qualità dell’immagine potrebbe essere uno degli elementi da valutare e forse uno dei più probabili (visto che come vedremo sotto è uno dei consigli forniti da google in via ufficiale), ma anche qui il caso dell’immagine “Keep Calm and Circle Me” rende dubbiosa anche questa ipotesi.
E qui sotto la stessa immagine che rientrava anche in no viso e no persona e che è in modo molto chiaro anche di bassissima qualità e non nitida.
Autorità del profilo
Un possibile fattore di esclusione del viso potrebbe essere relativo all’autorità del profilo, ma a quanto pare i fatti ci smentiscono anche qui.
NB: il caso john mu potrebbe anche dipendere dal fatto che sono presenti più profili aperti (che non sia una sorta di filtraggio di ipotetici fake?). Questa authorship è collegata ad un profilo diverso da quello mostrato sopra.
- https://profiles.google.com/johnmu.com/about
- https://plus.google.com/113006028898915385825/posts
Nessuna conclusione certa, ma una conclusione
Tutti i casi mostrati sono disarmanti per cercare di esporre una regola valida a rilevare i possibili casi di non visualizzazione, ma dopo tutto questo ci porta ad una conclusione importante…ossia che se cercando il tuo “nome e cognome google+” oppure “site:plus.google.com inurl:TUO_ID_GOOGLE_PLUS” non vedi apparire l’immagine del tuo profilo google+ sullo snippet relativo alla tua pagina google+ molto probabilmente non apparirà mai nemmeno la tua authorship.
Relativamente a questo sicuramente la foto è un elemento molto importante e ce lo conferma il seguente caso e altri casi in cui il cambio immagine ha restituito l’authorship.
Authorship senza implementazione o con implementazione tramite email?
Quando si analizzano i siti altrui o i casi non propri è sempre difficile tirare conclusioni e un caso che potrebbe indurre in errore è ad esempio il seguente che non utilizza nessun markup nella pagina, ma ottiene in serp l’authorship e dunque ad un giudizio superficiale si può ipotizzare che Google si disinteressi dell’implementazione mentre invece con altissima probabilità sarà stata usata la conferma tramite indirizzo email.
Quindi prima di trarre conclusioni affrettate valuta attentamente ogni minima possibilità. Ma andiamo avanti.
Authorship e rel=nofollow verso il profilo google+
Sempre nel video in questione viene fatto notare come un autore non comparisse in serp nonostante tutto fosse collegato correttamente e nello specifico si è bacchettato Rand chiedendo perché il link al profilo g+ contenesse un rel=nofollow imputando la colpa della mancata authorship proprio a questo.
Per smontare anche questa tesi ci vuole davvero poco e potete verificare voi stessi a questa url come il nofollow non impedisca l’attribuzione.
Probabilmente nel caso descritto nel video ossia relativo all’articolo “How Authorship (and Google+) Will Change Linkbuilding” e la mancanza di attribuzione di authorship come mostrato nello screenshot della slide possono essere evidenziati più possibili cause, ma purtroppo non è questione di nofollow.
Tra le possibili cause ci sono senza dubbio delle ipotesi di partenza errate che possono essere:
- Search plus Your World attivo (per testare l’attribuzione dell’authorship è preferibile essere sloggati).
- Da pochi giorni l’immagine viene mostrata solamente una volta per ogni pagina dei risultati quindi la seconda attribuzione prevale sulla prima (ma non è questo il caso perché comunque dovrebbe essere mantenuto il by …).
- Il tipo di query di ricerca digitata (che dal caso in esame non viene comunicata).
- Social search e dunque le condivisioni dei nostri amici sono state considerate più rilevanti dell’autore in questo caso.
Per quanto riguarda il file robots.txt devo ancora attivarmi e non sono riuscito a trovare nulla in giro.
Authorship e meta robots noindex nella pagina autore
Per verificare anche il discorso noindex ho effetuato un test e il risultato è stato che il noindex sulla pagina autore è un vero problema tecnico per la verifica dell’authorship anche se il rich snippet testing tool non lo segnala.
e in questo caso lasciando una pagina con la pagina autore noindex
Questo è molto importante perché spesso alcuni plugin seo per wordpress impostano le pagine autore come noindex quindi facciamo sempre una verifica sul noindex delle pagine autore.
Authorship e tab +1 nel profilo google plus
Come ho letto in qualche post e forum alcuni consigliano di rendere pubblico il tab +1 per far sì che l’authorship funzioni, ma purtroppo non è assolutamente uno dei fattori da prendere in esame.
Authorship + snippet con numero di cerchie
Un ulteriore elemento che contraddistingue l’authorship in serp e merita un’attenta osservazione è senza dubbio il numero di cerchie in cui è presente l’autore. Questo elemento ha un comportamento che sembrerebbe dipendere fondamentalmente da 2 cose:
- il numero totale delle cerchie in cui si è presente che deve essere > 500 [prima del 13/06/2012]
- l’attinenza tra l’autore e la query di ricerca
Di seguito possiamo osservare alcuni esempi dove compare o non compare lo snippet ‘in XXX Circles’.
Comparazione tra account con numero di cerchie > di 500 e < di 500 con ricerca attinente (nome cognome)
Tramite questo tipo di ricerca è possibile tenere fisso il fattore attinenza per valutare il fattore limite del numero cerchie in cui un utente è presente.
Caso limite per verificare che il limite sia effettivamente > di 500
Per farlo ho trovato un account con 490 cerchie e uno con 515 cerchie facendo una ricerca attinente ad entrambi. Per identificare velocemente utenti in poco più e poco meno di 500 cerchie ho utilizzto questo tool.
Attinenza della ricerca e numero cerchie
In questo caso qualora gli altri autori fossero cerchiati da più di 500 persone molto probabilmente otterrebbero lo snippet aggiuntivo come avviene nel mio caso.
Nel seguente caso invece è possibile verificare come l’elemento aggiuntivo possa dipendere con alta probabilità dall’attinenza della ricerca proprio perché, dato che sopra, nel mio caso, appare anche per una ricerca non relativa a me mentre come vedete sotto non compare perché non sono ritenuto attinente quanto basta.
Cambiamenti continui
Facendo in data 13/06 la stessa ricerca del 28/05 ho osservato un grande cambiamento che ha reso non valida la mia prima ipotesi e potete vederlo sotto
Fattore marginale oppure no?
È solamente uno stupido numero senza significato oppure ci può dire di più? In questo piccolo numero credo si possa comprendere la grande complessità che c’è dietro all’authorship e alla ricerca perché indica con chiarezza la consapevolezza che google possiede da un punto di vista della comprensione e contestualizzazione delle persone alle ricerche.
Authorship, YouTube e rich snippet misti
Come molti credono l’authorship in serp corrisponde solamente alla visualizzazione del faccino affianco alla descrizione dello snippet ma non è così. L’authorship è espressa più nello specifico dal link ‘di Nome Cognome’ e di conseguenza succede che ad esempio i video che carichiamo sul nostro account Youtube collegato a G+ diano il risultato seguente.
In questo caso possiamo vedere associato al video caricato da Giorgiotave un rich snippet con l’anteprima del video in prima piano e sotto l’authorship con un’immagine più piccola dell’autore. Questo ci lascia intendere in maniera sempre più convinta che le serp che si apprestano ad arrivare saranno sempre più parlanti.
In merito alle varietà di snippet e al modo di visualizzarli ritengo sia davvero interessante leggere questo paper sulle annotazioni sociali nella ricerca sul web, che descrive a livello macro e in modo completo tutto il processo di studio che ogni piccola aggiunta all’interfaccia del motore di ricerca implica, mentre a livello micro l’effetto che le annotazioni sociali hanno sul comportamento del navigatore e come varia al variare di piccoli dettagli.
Contenuto multi autore con verificati e non verificati
Nei seguenti esempi ho aggiunto più link di autorship (utilizzando ?rel=author) relativamente ad un post intervista nel contenuto cercando di capire cosa succedesse nel caso di una pagina con più autori includendo sia profili non verificati tramite ‘contributore di’ e altri invece verificati. Nel caso in esempio 2 profili sono verificati mentre i restanti 4 no.
a quanto pare google ha escluso l’authorship al post perché molto probabilmente al primo link di authorship non confermato l’associazione viene annulata e non si procede alla ricerca dei successivi [ipotesi].
Vediamo di valutare che sia effettivamente così e facciamo un test sullo stesso post rimuovendo le authorship non confermate precedenti il primo confermato e riverificando con il rich snippet testing tool.
A quanto pare l’ipotesi sembra fondata, ma per confermarla ovviamente bisogna fare un test simile su di un nuovo post per vedere cosa avverrebbe in serp e nel seguente punto ecco un test con 2 autori verificati.
Contenuto multi autore con 2 autori verificati
A distanza di 1 giorno abbiamo effettuato un test inserendo in un articolo 2 autori verificati e stranamente a differenza del giorno precedente il rich snippet testing tool riscontra un errore identificando il rel=publisher come se fosse un autore non verificato pur non essendoci errori implementativi.
Contraddicendo l’ipotesi sopra, ma non come previsto l’utilizzo di 2 autori verificati tramite rel=author + pagina autore + rel=me causa la mancata visualizzazione dell’authorship in serp anche se la colpa sembra imputabile al badge delle pagine:
- forse un bug del rich snippet testing tool?
- che il rich snippet testing tool consideri il primo url che include una URL plus?
- il motore avrà lo stesso comportamento del tool?
Questa notifica assurda non riscontrata nel giorno precedente in qualche modo invalida il test e dunque abbiamo fatto un nuovo test.
Test con 2 autori verificati 1 tramite ?rel=author e uno tramite rel=”autor”+pagina autore+rel=”me”
In questo caso il rich snippet testing tool becca il primo autore che incontra nel codice html della pagina mentre invece in serp nessun attribuzione dell’autore.
- test con 2 autori verificati tramite ?rel=author,
- test con 2 autori verificati tramite rel=”autor”+pagia autore+rel=”me” e senza URL plus.google presenti nella pagina.
Cosa dice Google nei casi di mancata visualizzazione?
Google in questo articoli di aiuto cita alcuni casi per cui l’autore potrebbe non apparire in serp e sicuramente uno degli elementi da osservare è quello relativo a “On-page markup” oltre che “Profile picture” discusso anche sopra.
Cosa possiamo apprendere da tutto ciò?
Indipendentemente dal caso specifico e dalle valutazioni fatte sul rel=author di sicuro analizzare questo caso ci mostra come si dovrebbe agire quando si vogliono ottenere delle risposte ai comportamenti del motore di ricerca e dunque possiamo definire alcuni principi chiave del lavoro che svolgiamo quotidianamente:
- raccogli informazioni e recepiscile con spirito critico.
- Cerca altre opinioni e esperimenti relativi alle informazioni che hai trovato e recepiscili con spirito critico.
- Leggi la documentazione ufficiale, non considerarla come prova, ma semplicemente come punto di partenza per definire le tue ipotesi.
- Formula una ipotesi alla volta e mettila in discussione (magari facendola controllare anche a colleghi e amici per avere più punti di vista e più casi).
- Quando ottieni una mole di dati e casi consistente prova a dimostrarne la veridicità con dei test reali e specifici.
- Non avere fretta. Se qualcosa non torna o non riesci a dimostrare la tua ipotesi per mancanza di riscontro ricomincia da capo finché la tua ipotesi non viene sconfessata dai fatti.
- Se riesci a dimostrare la tua ipotesi rendila pubblica e preparati ad essere sconfessato 🙂
La SEO va oltre le semplici parole.
Un regalo per concludere
Una infografica che evidenzia i punti da controllare quando non sapete più dove sbattere la testa. Potete condividerla liberamente sui vostri siti.
Per una corretta implementazione dell’authorship potete consultare questa guida.