Ieri è stato un bel giorno per il mondo SEO e soprattutto per la distruzione di un tormentone che a poco a poco (tante grazie anche al Panda) è diventato un mito seo.
Sto parlando del Bounce Rate come fattore SEO negativo. In questo hangout di John Mueller grazie alla domanda del curioso Dan Petrovic (e il suo post originario sul tema) possiamo finalmente far riposare in pace il povero bounce rate.
Se le persone tornano ai risultati di ricerca dopo aver visitato il tuo sito questo non è necessariamente un segnale negativo per il tuo sito. La ragione per cui Google non si basa sul dwell-time nell’algoritmo di ranking dei risultati è dovuto al fatto che qualche utente potrebbe ad esempio confrontare le informazioni di siti differenti. Ritornare alla serp e confrontare “le risposte” con altri siti non è necessariamente una cosa negativa e questo non significa necessariamente che il primo risultato cliccato fornisca informazioni insufficienti o una cattiva user experience.
Di recente Google ha iniziato ad usare il meccanismo del bounce-back, ad esempio, per migliorare l’esperienza di navigazione dell’utente e relativamente all’authorship ha iniziato ad offrire più contenuti dallo stesso autore del sito che abbiamo appena “bounce-backato”.
Se ci pensate bene il fatto che questo non possa essere un segnale ha molto senso e soprattutto oggi con l’ascesa mostruosa del mobile.
Cercare informazioni veloci. Pensiamo uno scenario dove vogliamo andare a mangiare una Pizza in una città che non conosciamo:
- consultiamo la serp
- clicchiamo il primo risultato
- valutiamo e torniamo indietro
- clicchiamo il secondo risultato
- valutiamo e torniamo indietro
- etc etc etc…
Questo è solo uno scenario, ma almeno nel mio personale modello di navigazione come utente non trovo inconsistente il risultato che ho “bounzato”. Non credo che abbia molto senso per Google fare una valutazione diversa.
Ciao Andrea
ricordo bene, proprio nel periodo del primo Panda, tutti gli utenti che facevano a gara a “chi lo aveva più grande (o più piccolo)” e sollevai un polverone mettendone in dubbio lo strapotere quanto meno per un discorso di tematicità della risorsa. Il bello della SEO è anche l’esistenza dei miti SEO, altrimenti non sarebbe la stessa cosa 😉
Mito o non mito tocca capire da cosa sia dovuto un alto bounce rate in base al tema del sito…. 😛
Forse (ipotizzo eh) avere un bounce rate insoddisfacente non penalizza ma averlo buono aiuta, il che alla fine è lo stesso?
se ho detto una scemata correggetemi eh 😉
Ma il bounce rate influenza negativamente il
ranking e le impression di adwords o no?
Lato SEO No.
Adwords è un’altra cosa.
Segnalazione molto azzeccata a mio avviso, del resto non avrebbe senso dare troppo peso al bounce rate anche perchè, peraltro, per misurarlo serve Analytics che non tutti i siti hanno installato…
Del resto il rimbalzo rimane una metrica fondamentale per misurare il coinvolgimento ed ottimizzare le conversioni dei banner ma questo, chiaramente, diventa tutt’altro discorso.
A proposito di modalità di navigazione attraverso i risultati della serp, io normalmente guardo velocemente i primi 10 risultati, quelli che sembrano più rispondenti alla mia query li clicco tutti aprendo una nuova pagina del browser. In pratica mi ritrovo sempre con la pagina della serp aperta ed altre 3 o 4 schede contemporaneamente. Valuto quale contenuto realmente mi serve confrontando velocemente le pagine e quando penso di aver trovato quello che cercavo chiudo tutte le varie schede (compresa quella di Google). Mi sembra il modo più veloce per confrontare un po’ più approfonditamente le diverse “soluzioni” proposte da BG, senza basarsi esclusivamente sugli snippet che delle volte sono davvero fuorvianti.
Detto questo (probabilmente in molti navigano allo stesso modo), BG non saprà mai quale pagina ho scelto realmente (credo) e anzi, sarebbe interessante capire come considera il fatto che su una stessa pagina dei risultati ne vengano cliccati diversi; che fa, decide che al primo click corrisponde il risultato per me migliore?
In realtà proprio per quello che è scritto nel post non decide nulla 🙂
Il tuo post era chiarissimo, volevo solo mettere in evidenza il fatto che ci sono infinite modalità di navigazione, ognuno ha la sua (o le sue a seconda dei casi e delle esigenze del momento) e per BG tenerle tutte presenti attribuendo valori (positivi o negativi) ad ogni singola azione mi è sempre sembrato un “super lavoro” non realmente utile a stabilire (o intuire) quale contenuto merita più di altri. Non ho mai quindi creduto al mito del bounce rate. Magari però credo ad altri miti e neanche me ne rendo conto.
Sono OT, però chiedo lumi a esperti del settore. Mi spiegate come sia possibile che siti come questo www. guidafisco .it siano ancora indicizzati da Google? Io non riesco a spiegarmelo.
Anzi vi dirò di più, tutto il network è fatto così KeysWeb.it | GuidaFisco.it | MusicaStar.it | TopRicette.it | DonnaFemminile.it.
Ora o loro sono dei geni o noi tutti siamo degli stupidi a sbatterci ancora per scrivere i contenuti!
Si può sapere chi sei e cosa hai contro quei siti?
Potreste spiegarmi meglio questo periodo? Forse mi sono perso qualcosa, ma non tutto mi quadra relativamente al discorso del bounce rate che si fa in questo articolo.
Grazie in anticipo =)
Di recente Google ha iniziato ad usare il meccanismo del bounce-back, ad esempio, per migliorare l’esperienza di navigazione dell’utente e relativamente all’authorship ha iniziato ad offrire più contenuti dallo stesso autore del sito che abbiamo appena “bounce-backato”.
Ciao Paki90,
in pratica se da una serp clicchi su un risultato di un autore e dopo circa 1 minuto e 45 secondi torni alla serp con il tasto indietro del browser Google ti propone altri articoli dello stesso autore.
eh questo è interessante cioè…altri articoli dello stesso autore rel=author o altri articoli dello stesso sito www. stessosito punto “fate voi” ?
Sì stesso autore rel=author.
Ok, anche se non mi è mai capitato di vedere questa cosa in giro per le serp, proverò a documentarmi meglio.
Parlando di bounce rate, invece, come posso spiegarmi le variazioni (in negativo) in serp competitive relativamente ad una keyword che “promette una cosa”, ma che ne da’ un’altra?
Ti faccio un esempio: spesso mi è capitato di posizionare, con ottimi contenuti, pagine web con keywords del tipo “PARTITA_SERIEA in streaming gratuito”
L’utente entra nel sito, comincia a leggere l’articolo (o a cercare il link per guardare la partita) e trova che, in realtà, si parla di radio streaming. A questo punto, dato che non era quello che cercava, torna indietro o esce immediatamente.
Ecco, quando quella partita sta per cominciare ed il fenomeno “entra ed esce” prende piede, in una manciata di minuti perdo posizioni. L’ho notato quasi sempre.
Mi potreste spiegare questo fenomeno? Forse qualcosa non mi torna… Grazie in anticipo
Bell’esempio che secondo me conferma quello che già pensavo in fatto di traffico…ovvero sia Google da la Precendenza in assoulto ai siti che hanno più traffico.
Se mi passate questa, allora vale anche la pena pensare al “time on site” e (NON AL BOUNCE RATE ATTENZIONE ) cioè …
+ traffico ricevo + tempo passano sul mio sito + sto fra le prime posizioni PER QUELLE PAROLE CHIAVE su Google.
La riprova sta in due punti:
1) Una volta ( un paio d’anni fa) hanno chiesto a Matt Cutts quali fossero I BACKLINK di www. Google . com e lui gli ha risposto scherzando che siti del genere non hanno bisogno di backlink, non hanno bisogno di nulla perché TUTTI CI VANNO PUNTO E BASTA stessa storia per facebook twitter e tutti i siti al mondo con un elevato traffico.
2) Perché Google dovrebbe affannarsi così tanto a porre delle offerte orarie su ADWORDS se non basa il posizionamento delle serp SUL TRAFFICO?
Sul secondo punto sono quasi sicuro che Andrea Pernici non è daccordo…ma in fondo sono tutte mie deduzioni no? 😉
P.s il video dell’incontro con Matt Cutt sui backlink non sono riuscito a ritrivarlo è troppo vecchio …se lo ritrovo in qualche bookmark ve lo riposto 😉
Il punto 1 non significa necessariamente che parli di posizionamento.
Forse dovresti interpretare la cosa sul fatto che parla di Brand riconosciuto e che Twitter o Facebook possano esistere indipendentemente da Google. Tutto qui. Non ci leggo nulla di strano in questa affermazione.
“Google è un mezzo non è l’obiettivo”.
La due non l’ho proprio capita.
Grazie per le risposte. si google è il mezzo il fine è la ricerca…e il trovare quello che cerchi.
1) “..forse dovresti interpretare la cosa…”: era proprio quello che volevo dire 🙂
2) Google consiglia di aumentare le offerte su AdWords quando aumentano le transazioni a livello orario sul sito giusto? o ho capito male io?
Ecco quindi vuol dire che a seconda del traffico ( siamo sempre sul paid non l’organic) che cerca LE “TUE” keywords tu puoi veicolare un maggiore traffico sul tuo sito offrendo di + sul cpc …o no?
Detto questo…perché c’è tutto questo “affanno” da parte di google a monetizzare al massimo ogni ora della giornata?
Perché come hai detto tu google è un mezzo…se il fine è la ricerca ( SEMPRE SE IL FINE è QUESTO 🙂 ) allora è ragionevole pensare che G da MAGGIORE RISALTO AD ALCUNE SERP ALL’AUMENTARE DEL TRAFFICO DI RICERCA SU DETERMINATE PAROLE CHIAVE….siamo sempre sul paid
….ecco secondo me questo ragionamento fila anche sul traffico organico.
Che ne dici?
per esempio un importante segnale di quello che dico è l’importanza che danno a google trends…perché faro uno strumento “così figo” col forecast sulle key e tutti i mazzi se non ti interessa il traffico che generano le KWD?
e ora basta sennò “floddo” troppo 🙂
Secondo me stiamo parlando di due cose diverse.
Secondo me il fine non è la ricerca, ma mi mescoli le cose tra un punto e l’altro quindi faccio fatica a seguirti.
Nel caso di Twitter e Facebook il fine non è la ricerca ed è proprio per questo che non hanno bisogno di Google per esistere.
Sulla parte AdWords non capisco la relazione tra il volume di traffico periodico di una keyword e il ranking dei risultati per tale chiave in base al Bounce Rate nell’organico (tema del post).
Forse sono io che questa mattina non connetto, ma non riesco a capire dove vuoi andare a parare 🙂
Poche informazioni per trarre delle conclusioni.
Ci sono tante cose da considerare.
Poche informazioni?
Sì è un caso che andrebbe analizzato più attentamente.
Tu fai delle supposizioni. Dici che perdi posizioni…ma come stai monitorando? E poi ci sarebbero altre domande da fare ma credo che diventerebbe una cosa molto lunga. Dico che così sulla base del tuo commento è difficile per me dire qualcosa.
Ma io non parlavo di twitter e facebook…io parlavo di google e delle ricerche su di esso 🙂 .
Non ti mescolo nulla ho solo aggiunto una considerazione alla tua…“..Google è un mezzo non è l’obiettivo..” + la mia: “Il fine è la ricerca ( che di solito fai attraverso google) “.
Quindi lascia perdere twitter e facebook…Qual’è per te il fine, lo scopo di Google?
Comunque stiamo o sto uscendo dal topic che era il Bounce rate…IO PARLAVO DI ALTI VOLUMI DI TRAFFICO SUL SITO …CON BOUNCE BASSO…CHE SUCCEDE IN QUESTO CASO?
ADWORDS: se hai un alto Bounce rate il quality score diminuisce giusto? Quindi A PARITà di budget fai meno impressions e se le fai, le fai per secondo e terzo ( a parità di budget) .
ORA: io ho la chiave del tizio di prima : [Partita serie A Streaming]…é Domenica sono le 16 ( a che ora giocano?) e ci sono le partite…
La mia chiave dovrebbe essere favorita MA…ho un bounce rate elevato (perché in realtà io faccio streaming ma via Radio e non video) quindi scendo di posizioni SU ADWORDS sempre a parità di budget.
Quindi se ho un traffico elevato sul sito con basso bounce ho “vinto”, sono primo.
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ORGANIC: Quello che penso è che google si comporti in modo molto simile con l’organico, cioè: se ho un traffico elevato sul sito con basso bounce STO FRA I PRIMI, solo che qui “vinci” o ti posizioni meglio se fai un SEO di qualità a posto di aumentare il budget.
SEO DI QUALITà = attività “off site” di qualità, in tema, con alti PR, con contenuti unici, con presenza costante negli spazi dove “va” il tuo pubblico, etc etc ad libitum… + fattori “on site” che sono una marea e non mi va di scriverli…
Sto sclerando? 😉
Ok. Andiamo su [Partita serie A Streaming].
Ovviamente se provi a spacciare la diretta radio come streaming è giusto che il tuo quality score crolli perché stai in un certo senso “fregando”.
Questo nell’organico non può succedere perché se fai diretta radio invece di streaming sarà molto difficile che tu possa posizionarti per la chiave di Streaming indipendentemente dal bounce rate.
…perché? quello fa diretta streaming…lo straming è un flusso di dati sincrono e bla bla…
…in ogni caso “fai finta” che non stia “fregando”…può funzionare il mio ragionamento?
Sì ho capito che è un flusso di dati sincrono, ma l’intento della ricerca è chiaramente quello di vedere la partita e lo sai bene quanto me 🙂
Secondo me a livello di fattore di ranking no.
Meno male che adesso s’è fatta un po’ di chiarezza!