Sono sinceramente preoccupato.
Anni di formazione sui motori di ricerca, centinaia o forse migliaia di persone impegnate nel cercare di far capire anche ai “non addetti ai lavori” come funziona questo mondo…e, in un’ora di “conferenza mondiale” (tenutasi in lingua italiana e alle ore 12:00 Italiane), si manda a quel paese buona parte del lavoro sino ad ora fatto.
Non voglio entrare in merito al funzionamento, anzi al non funzionamento, di Volunia come motore di ricerca rimandandovi, per questo aspetto, alla lettura del parere/analisi di Luca Conti e all’articolo pubblicato su Repubblica per la massa.
Voglio invece concentrare l’attenzione sul danno culturale apportato dalla cattiva informazione prodotta in questo periodo relativamente ai motori di ricerca.
Gli articoli, gli interventi, la comunicazione in generale, avente come oggetto di discussione Volunia rischia di produrre un danno culturale notevole. Affronterò quindi la tematica individuando due tipologie di disinformazione: la disinformazione apportata dai Giornali negli articoli relativi a Volunia e la disinformazione apportata da Marchiori durante la presentazione di Volunia.
Prima di addentrarmi nella discussione tengo a precisare i seguenti aspetti:
- critico molto spesso Google nei miei articoli e negli eventi a cui prendo parte
- non dubito che ci sia qualche idea interessante nel progetto Volunia, anzi
- non dubito che Volunia possa costituire un progetto con spunti/applicazioni che potrebbero essere appetibili per aziende che operano su internet
- Marchiori è un personaggio importante nella storia del web
Ma veniamo a noi…..
Disinformazione apportata dai Giornali
I Giornali hanno creato una disinformazione a livello Nazionale. Il mondo informatico e non, si è sorbito, in tutti i vari siti web, un sacco di frasi con concetti falsi che potrebbero essere stati assimilati.
Magari a noi fanno ridere, perché sappiamo che non è così e prendiamo con leggerezza il tutto, ma vorrei che ci concentrassimo di più su quello che è stato scritto poiché è stato letto da milioni di persone non esperte di motori di ricerca.
Disinformazione 1.
Su Marchiori e su Google.
Moltissimi sono stati i giornali che hanno tessuto la trama in preparazione al lancio, andando a creare una grande attesa costruita sul personaggio Marchiori e sul confronto tra Google e Volunia.
Tantissime persone hanno letto frasi simili a quella che vi sto per citare:
Da frasi come queste sono partiti tutti i giornali Italiani dando vita a informazioni completamente false.
Per essere chiari e smentire quanto letto, è bene sapere che:
- Marchiori non è né il padre dell’algoritmo di Google, né l’ideatore
- Google non ha un algoritmo originale
- Google ha migliaia di algoritmi
- il PageRank è uno dei tanti fattori che Google tiene in considerazione nel fornire i risultati delle ricerche
- Brin e Page hanno un’importanza nella rete che sarà ricordata per l’eternità; Brin e Page hanno messo in moto un processo innovativo multisettoriale che probabilmente sfugge a gran parte dei giornalisti che hanno pubblicato notizie errate
Per coloro che intendono approfondire alcuni dei punti appena citati, segnalo questo articolo Noterelle per tutti gli espertoni di jumpinshark molto interessante che contiene, tra le altre cose, delucidazioni sul ruolo di Marchiori in merito al PageRank e le citazioni di alcuni brevetti di Google
Ora ci troviamo davanti a una grande esagerazione, una montatura incredibile che ha creato nella mente di tante persone dei concetti che resteranno lì per un pò.
Disinformazione 2.
Sul PageRank.
Negli articoli relativi a Volunia, sono stati cancellati circa 10 anni di formazione. Tutto questo tempo a formare e informare su come il PageRank fosse uno dei tanti fattori che Google tiene in considerazione per i risultati delle ricerche, per vederlo poi “spuntare” come L’Algoritmo di Google.
Sperando che l’effetto di questa disinformazione non sia quello di far tornare di moda il PageRank e la sua maledetta toolbar, riporto una citazione di Enrico Altavilla contenuta in questo articolo che raccoglie tutto quelo che c’è da sapere sul PageRank:
Disinformazione 3.
Infine, per evitare di dilungarmi in svariati “elenchi di disinformazione”, racchiudo in questo terzo punto una serie di citazioni che contengono falsi concetti passati davanti gli occhi di milioni di italiani:
- Volunia, l’AntiGoogle – IlTempo e RaiNews24
- Massimo Marchiori che per quanti non lo sapessero può essere considerato come “il padre” di Google- ilSoftware.it
- A quarantadue anni, Massimo Marchiori è già un veterano del web – linkiesta.it
- L’anteprima inciampa sui «problemi tecnici». Poi vola in stile Steve Jobs. L’inventore: «Romperà le barriere tra informazione e socialità» – IlCorrieredellaSera
- Volunia, il motore di ricerca italiano che va oltre Google – Ansa.it
- Marchiori inventa il Google italiano – IlCorrieredellasera
Disinformazione apportata da Marchiori durante la presentazione di Volunia
Sebbene qualcuno ha ipotizzato che Marchioni non ha trattato in modo appropriato tematiche tecniche e strettamente connesse al funzionamento dei motori di ricerca poiché in aula erano presenti persone “non addette ai lavori”, vorrei precisare che, in base a quanto detto, Volunia è stato presentato in conferenza mondiale davanti a migliaia di utenti collegati. E tralascio le espressioni infelici come “il motore di ricerca del terzo millennio” o “corre su tutte le tavolette”
Disinformazione 1.
– numero di server
– numero di dipendenti
– numero di utenti
Naturalmente non è possibile ricondurre la “superiorità” di Google a fattori meramente quantitativi e connessi a disponibilità economiche. Non si può certamente trascurare il forte peso degli elementi qualitativi che caratterizzano la “superiorità” di Google come ad esempio:
- centinaia di algoritmi di analisi e di calcolo
- quantità infinita di dati raccolti sui siti
- dipartimenti specializzati nei motori di ricerca verticali di Google
- server creati direttamente da Google per particolari esigenze della ricerca
- ecc… ecc…. ecc…
Inoltre, si dovrebbero prendere in considerazione molti altri aspetti sui quali l’azienda Google ha fondato il suo impero.
In definitiva, considerando la taratura mondiale della presentazione di Volunia sarebbe stato più opportuno calibrare le affermazioni su Google alla portata dell’evento.
Disinformazione 2.
A malincuore non posso non dire che questa affermazione è al limite del ridicolo. Spero infatti che Marchiori non sia realmente convinto di quanto detto e che le sue parole siano state dettate da esigenze di marketing.
Google, infatti, ha rivoluzionato e innovato varie volte il mondo della ricerca, dai Motori di ricerca Verticali a Universal Search, dalla freschezza ai risultati personalizzati, ma cosa più importante il lancio di Social Search e Plus, Search Your World:
Queste ultime innovazioni sono importanti per i motori di ricerca e ignorarli è assolutamente impossibile.
Ma poi, luccicante che significa?
Disinformazione 3.
La frase è logica, corretta, anche da un punto di vista marketing.
Solo una precisazione: non è mettendosi a fare anni di ricerca che si riesce a fare un Google con 5 cavalli in più.
Google fa ricerca in tutti i suoi settori e per tutti i suoi algoritmi e con tutti i suoi software che oggi sono distribuiti su milioni di pc.
Google, relativamente alla “ricerca web”, è il più grande laboratorio di ricerca del mondo
Disinformazione 4.
Una tale semplificazione del fenomeno 2.0 è incredibile. Le persone non sono entrare a far parte del web, le persone interagiscono con il web e portano il loro contributo da quando la rete è nata.
Ah, un attimo, sto scrivendo, sono entrato nel web. Ma come…è testo, ho fatto un articolo, ma è 2.0 o 1.0? Sono integrati? Da quando? Da sempre
Esatto, da sempre è possibile farlo, da sempre esistono i newsgroup e le chat.
Inoltre, è falso che sono due mondi separati.
Disinformazione 5.
Premesso che la metafora delle galline è simpatica e può essere stata utile per semplificare il concetto, ritengo che sia opportuno specificare che:
- i social network non sono una gabbia
- i motori di ricerca “classici” non sono una gabbia
Al massimo è Volunia a presentarsi come una gabbia poiché, una volta che l’utente ha iniziato la navigazione tramite questo, include tutto il web all’intero del suo sito tramite il framing. A tal proposito sarebbe interessante, visto che lo stesso Marchiori ha citato una legge “anti-allevamento di galline in gabbia”, approfondire questo articolo Profili di illeicità dei link in merito alla tecnica utilizzata da Volunia.
Di seguito un frase dell’articolo:
Disinformazione 6.
Considerando sempre il contesto metaforico, è opportuno contraddire tale affermazione altrimenti si rischia di far passare realmente il web come una gabbia. In realtà ognuno vive il web secondo il proprio modo di essere e per quanto mi riguarda il web è molto libero. Se qualcuno lo ha vissuto e lo vive come una chiusura è normale che tenda a costruire gabbie apparentemente più belle e innovative.
In merito alla gabbia in questione vi consiglio l’articolo del Tagliaerbe (senza dubbio il migliore degli articoli che ha scritto negli ultimi anni) dove spiega passo passo che l’innovazione non c’è
Concludo riportando una serie di citazioni su Volunia e relativo commento/parere:
Condivido al 100%.
Certamente l’intento è lodevole, ma non credo che in generale il progetto Volunia possa renderci orgogliosi. Condivido pienamente sul fatto che “fare innovazione” è difficilissimo, e ciò mi fa credere ancor di più che il progetto doveva essere curato con più attenzione dall’aspetto comunicativo alle informazioni che sono circolate sui motori di ricerca in genere.
Condivido pienamente!!! Siamo oramai abituati a utilizzare uno strumento innovativo come Google e ciò è stato assimilato dagli utenti come un qualcosa di normale. Forse l’uscita periodica di un Volunia di turno potrebbe servire per renderci conto dell’elevato livello di innovazione raggiunto dal mondo dei motori di ricerca.
Marchiori:
Se esiste un piano per creare un motore di ricerca semantico visto che:
- è da anni che ci lavorano anche i maggiori player del settore con risultati non eccellenti
- il team di Volunia pare abbia la possibilità di realizzarlo
- sarebbe una grande rivoluzione
Non sarebbe il caso di realizzarlo?
Vi lascio con un articolo molto simpatico scritto da Lupetti
@2cent stiamo dicendo ovvietà te ne sei accorto? è così e basta
ora ti faccio un domandone e ti riporto alla dura realtà: e se idea motore social codice li hanno realizzati con questo approccio mentale ?
Boh, non so che dire, per quelli che continuano a sostenere che Marchiori si sia (lui, SI SIA) presentato da qualche parte e classificato come l’inventore dell’algoritmo di google senza spiegare la dinamica dei fatti (come invece ha sempre fatto), beh, qualche problema di relazione con la realtà, c’è, ma, scusate, ce l’avete voi, non Marchiori.
E di nuovo, se c’è gente in giro che interpreta e scrive invece informazioni incomplete/cannate che invece volete attribuire direttamente a Marchiori, beh, è un bel sintomo di rosicata.
Se per approccio intendi “sappiamo tutto noi e siamo bravissimi perchè io lavoro nel W3C” è esattamente cosa volevo intendere io.
Il punto della questione infatti è che secondo me hanno peccato di presunzione a 360°.
“É così e basta” cosa?
Che volunia è un progetto da dimenticare? Sono d’accordo infatti o.O”
2cent “è così e basta” = marchiori ha dichiarato apertamente a me, alla rai, alle radio, alle conferenze e all’ultima conferenza stampa per volunia di essere l’inventore dell’algoritmo di google, ha anche detto di più (verbalmente) quindi non posso portare link
lo sanno tutti: compagni di conferenze, gente che opera sul web ecc
e
volunia è un progetto realizzato male sia nel codice sia nella presentazione ma per me la cosa peggiore non è iframe ecc è l’idea: creare un aggeggio, una scatola, una sovrastruttura per fagocitare il web con un social, una roba da controllo totale
tim e gli altri non possono avergli detto di si, è delirante!!!
sulla professionalità ti dico questo: oggi uno dei suoi studenti mi ha detto su fb “vabbè iframe si toglie” come fosse un cassetto 🙂
@2cent ho fatto un sito in php … vabbè poi php lo tolgo :)))
Secondo me il problema di Volunia non è che è realizzato “male” oppure che la presentazione era “troppo accademica”. Il suo vero problema è l’hype generato volutamente; l’errore sta nel marketing non nella realizzazione che, sicuramente, si può correggere e migliorare. Inoltre ricordiamo che, seppur come power users, stiamo provando un prodotto che ancora non è considerato dagli stessi creatori “pubblico” e quindi in una sorta di “beta privata”. Queste fasi servono per migliorare il prodotto, come potrebbe altrimenti? Si stanno dando giudizi su un prodotto che non è ancora dato “alla massa” e quindi suscettibile di modifiche e migliorie.
My 2 cents.
Ciao
Basterebbe andare su YouTube e sentirsi tutte le interviste per ascoltare che quelle sono parole sue, a volte meno pesanti, a volte più pesanti.
Non capisco chi viene qui a cercare di dire che non è vero, basta documentarsi, le persone non sono sceme e credono a tutto quello che viene detto.
Ci sono diverse interviste, lucia ne ha già citate alcune.
Queste tre:
https://www.youtube.com/watch?v=Hq-WnEpBVik qui dove dice che è vero che lui ha reso possibile la nascita di Google. Dice pure che Page che ha sentito cosa lui dice alla conferenza e l’anno dopo ha fatto Google correttamente citandolo.
https://www.youtube.com/watch?v=YVTyYkdbVEc
qui si fa presentare come l’inventore dell’algoritmo di Google e poi spiega cosa è successo, dicendo che ha dato la sua idea al mondo senza brevettarla perchè dei soldi non gli frega niente. Parole pesantissime.
https://www.youtube.com/watch?v=5XJVnGW6J_4
qui dice testuale “mi viene l’idea dell’algoritmo che poi avrebbe rivoluzionato il mondo tramutandosi in Google”. Ancora peggio.
E’ ovvio che se si fanno interviste così poi in molti ci credono ed escono articoli come quelli citati.
Non credo come si possano smentire affermazioni come queste…ci vuole fegato a commentare un articolo dicendo che non siano vere.
Oppure ci vuole altro, che non oso immaginare 🙂
Vorrei tornare su un punto che ha già osservato qualcuno: la UX.
La user experience è evidentemente progettata molto male / non progettata affatto.
Non è solo una questione di arancione+blu rubata ad un c6 degli anni d’oro oppure di un iframe deleterio, il punto è una miopia che denota il fatto che non ci sia un lavoro di squadra fatto da personalità della stessa caratura tecnica.
In altre parole se i programmatori sapranno sicuramente fare algoritmi, come un un ingegniere sa progettare il motore di un auto, evidentemente non possono definire grafica e user e interface visto che non è il loro lavoro: chi fa i motori delle audi evidentemente non fa i gli interni e viceversa.
Mi meraviglia che con quel budget non sia stato preso in considerazione di appoggiarsi ad uno studio che apportasse una serie di conoscenze e competenze in tal senso, ad essere maligni si potrebbe ipotizzare che una voce del genere sarebbe stata fuori dal coro, ma forse semplicemente non si vedeva il problema o si supponeva di averlo già risolto.
Ora, se uno mette la parola “social” nel nome del suo progetto dovrebbe aver presente quanto la UX sia fondamentale: non possiamo ragionare con due parametri staccati.
Tanto per fare un esempio: un sito può essere perfettamente html/css w3c compliant con tutti i tag a posto e perfettini ma se è organizzato male l’utente non saprà trovare le informazioni e andrà altrove.
In casi come quello di volunia la questione diventa esponenzialmente più spinosa: non stiamo parlando di “fruire un servizio tramite un meccanismo dato” stiamo parlando di “vivere in un ambiente”.
L’interfaccia “uomo-macchina” deve essere in grado di diventare un’interfaccia “uomo-macchina-uomo” e in questo volunia non riesce, non riesce a creare quel legame empatico che per esempio ti faceva mettere le foto su flickr o il cv su linkedin.
“PageRank has been influenced by citation analysis, early developed by Eugene Garfield in the 1950s at the University of Pennsylvania, and by Hyper Search, developed by Massimo Marchiori at the University of Padua. In the same year PageRank was introduced (1998), Jon Kleinberg published his important work on HITS. Google’s founders cite Garfield, Marchiori, and Kleinberg in their original paper.”
[-en.Wikipedia.org ~PageRak]
Non mi pare che Eugene Garfield abbia rotto tanto…evidentemente non ha rosicato…
XD
2cent, se leggiamo i brevetti, si intuisce come l’idea di Marchiori sia opposta a quella del PageRank 🙂
Ricordando che il PageRank è uno dei tanti algoritmi di Google, Page lavorava già da un pò a BackRub.
Parliamo dell’inizio del 1996 e già si parlava dei link come voti positivi (ma ci lavorava da un pò, almeno 1995).
Qui in Italiano: https://blog.tagliaerbe.com/2008/01/backrub-il-precursore-di-google.html
Marchiori la conferenza la tiene nell’Aprile del 1997.
Semplificando il concetto per chi non è del settore, il PageRank da peso alla qualità della pagina da cui parte il link e va ad innovare BackRub che già usava i link.
Marchiori parla del contrario, cioè di dare peso alle pagine di destinazione dei link contenuti nella pagina linkante.
La frase di Marchiori: “mi viene l’idea dell’algoritmo che poi avrebbe rivoluzionato il mondo tramutandosi in Google” … è falsa.
Marchiori avrà dato a Page un punto di vista da tenere in considerazione, ma Page da anni ci lavorava.
E’ un pò come se uno sta costruendo una Ferrari e un tecnico ad una conferenza dice: ma sapete, forse l’alettone dovrebbe avere anche due piccoli buchi.
A chi costruisce la Ferrari magari gli viene l’idea che si può provare un alettone rialzato.
Non è che il tecnico può dire che è l’inventore della Ferrari o che la sua idea dei buchi dell’alettone si è tramutata in Ferrari.
La metafora è per rendere l’idea… 🙂
Infatti Giorgio, è proprio quello che avevo espresso io.
Un conto è dare l’ispirazione (o un diverso punto di vista) un conto è dire (in fondo è questo che sembra essere trapelato) che qualcuno con una tua idea non brevettata ci ha fatto i soldi…
A me la prima volta che ho sentito parlare di Marchiori come l’inventore dell’algoritmo che c’è dietro Google mi si è rizzato il pelo delle braccia. Documentandomi un po’ avevo capito che infatti era stato uno spunto per Page e Brin.
Comunque vogliamo metterla, qua si è stati un po’ troppo presuntuosi con lo sviluppo di volunia.
Nel video (LOL) diceva chiaramente “è un motore di ricerca innovativo” e nella conferenza ha glissato penosamente l’argomento.
Secondo me, di Volunia, marchiori e compagnia bella se n’è parlato anche troppo.
Si, concordo che se ne sia parlato anche troppo.
Spero solo di aver dato un contributo che spinga le persone ad informarsi bene prima di farsi un’idea senza “subire” l’informazione sui Giornali e TV.
Serviva un pò di chiarezza su questo nostro mondo e, rivolgendomi a chi crea informazione, spero anche di aver fatto capire che ci sono argomenti i quali necessitano degli approfondimenti perchè si rischia di dire e scrivere cose non vere, facendo una grande disinformazione.
Mi accontenterei anche di poche persone, ognuno di noi può dare un suo contributo informando un pò di persone nei propri settori.
Serve una svegliata.
Giorgiotave:
“Semplificando il concetto per chi non è del settore, il PageRank da peso alla qualità della pagina da cui parte il link e va ad innovare BackRub che già usava i link.”
Guarda che ti sbagli.
Il PageRank da un peso alla pagina in base ai link che la puntano. Che e’ esattamente l’idea di Marchiori.
Qui la formula semplificata:
https://it.wikipedia.org/wiki/PageRank#Formula_semplificata
caro Giorgio mi raccomando non dire che google è cattivo altrimenti matt cutt di picchia.
un articolo pieno di inesattezze dove si parla di disinformazione portando a prova che non è stato detto che google usa centinaia di algoritmi che la ragazza o moglie di larry page il giovedi si veste di giallo.
menomale che siete nati oggi e non hai tempi della santa inquisizione , in voi non vedo differenza. Marchiori il nuovo savonarola, tutti pronti con le torce a dargli fuoco.
a dir poco ridicolo poi il paragone che fa Tave tra i fori nell’alettone e tutta la cronostoria che sta dietro alla nascita di google.
Direi che è tutto l’esatto contrario è come dire che l’inventore del telefono non è Meucci ma chi ha fatto il telefono cellulare.
Ciao Nicola Moretti, come ho scritto… il PageRank da peso alla qualità della pagina da cui parte il link (ho scritto due libri su come funziona il posizionamento nei motori di ricerca e Google in particolare :)).
Ed è uguale a quello che scrivi: Il PageRank da un peso alla pagina in base ai link che la puntano.
Tuttavia, al contrario di quello che scrivi, l’idea di Marchiori era diversa, come dicevo sopra.
Lo puoi leggere anche da questa intervista: https://maurogarofalo.nova100.ilsole24ore.com/2008/12/linventore-ital.html
“Nel prototipo di HyperSearch però il flusso informativo veniva calcolato in modo opposto rispetto all’attuale di Google, che ha una popolarità quantitativa «io usavo l’altro verso, ovvero tanto più so di una cosa, tanto più sale in alto il risultato, e il calcolo poi si estende, in base a un raggio circostante»”
Dice in modo opposto. Google andava sulla popolarità quantitativa (poi divenuta qualitativa) e cioè in base ai link che puntano a una pagina (poi con il PageRank in base alla qualità della pagina da cui partono i link).
Marchiori lavorava in modo opposto (al contrario in pratica), come lui stesso diceva, andando ad analizzare i link in uscita.
Leggi tutta l’intervista su 🙂
Google all’epoca aveva già tutto un suo algoritmo sui link 😉
Capito Nicola?
Ciao Italiano,
è inutile che vi nascondete dietro i proxy, state usando alcuni sistemi per cui è facile risalire all’ip reale 🙂
Ed è inutile che cambiate nick, su. Siamo seri.
“un articolo pieno di inesattezze dove si parla di disinformazione”
Ti ringrazio per aver citato punto punto e dimostrato che mi sbaglio, sei stato molto preciso e documentato, complimenti. Vero?
Vi informo che non approveremo più commenti come quello di Italiano e degli altri suoi 2 nick, oppure account con proxy o mail fake create apposta.
A noi piace discutere e andare sul concreto, quindi se ci sono dei fatti o dati in cui mi sono sbagliato prego, siete i benvenuti a discutere dimostrando il contraio, così come ha provato a fare Nicola Moretti.
E siete pregati di documentarvi, prima di sostenere delle tesi dubbiose solo per motivi vostri personali.
Un fatto, un dato è sempre supportato da una fonte.
Qui non è stato insultato nessuno, stiamo prendendo cose che sono state dette e le stiamo commentando con tanto di citazioni, dati, date, fatti, video, brevetti.
Non siamo al bar.
Fatevene una ragione 🙂
Preferisco decisamente rifarmi all’articolo originale su https://www.w3.org/People/Massimo/papers/WWW6/ 🙂
Guarda con attenzione la sezione 3.2.
Quello che e’ facile vedere e’ che sostanzialmente si tratta dello stesso sistema di distribuzione dei pesi.
Infatti PageRank lavora su un grafo orientato chiuso tramite (semplificando) la tecnica del Random Walk per assegnare i valori, ed e’ lo stesso grafo ottenuto da Marchiori.
Due visioni diverse per ottenere lo stesso identico grafo.
Io vorrei ribadire alcune cose perché la piega dei commenti forse non va nel verso giusto:
– qui si parla di disinformazione su più fronti che c’è effettivamente stata
– nessuno mette in dubbio che Marchiori abbia avuto un ruolo importantissimo nel mondo dei motori di ricerca e di Google (che infatti lo citano)
Penso che la bravura e la genialità di Marchiori sia riconosciuta e accettata, ma non si può neanche non dire che con questo dico-non-dico ci abbia giocato molto.
Forse, dico forse, ha tirato troppo la corda e detto questo spero che si riesca a capire l’intento non negativo che c’era in questo post…forse travisato per prese di posizione personali.
Ciao Nicola,
In pratica, la sezione 3.2, spiega che quando una pagina A linka una pagina B, la pagina A si arricchisce di informazioni prese dalla pagina B e da tutte quelle che B linka.
Se tu leggi tutto il punto 3.2, quel brevetto non calcola un valore di B, ma di A.
Che è il contrario del concetto del PageRank (che però si riferisce solo ai link).
Inoltre, quanto dico, è coerente da quanto Marchiori dice (sempre nel link che ti ho messo prima):
«Presentai i risultati alla Conferenza mondiale del Web di Santa Clara in California, il mio calcolo prevedeva un verso della funzione che, in sintesi, diceva che era meglio un algoritmo qualitativo che pubblicitario, Brin e Page (che era presente alla conferenza e mi seguì per chiedere dei miei risultati) hanno poi, semplicemente, ruotato questo verso… al contrario!».
🙂
Scusami l’insistenza. E’ chiara la tua osservazione.
Ma il discorso che voglio fare e’ questo:
Hyper Search e’ stata la prima tecnica pubblicata che introduce l’analisi dei link per i motori di ricerca (fidandosi di wikipedia, senza modifiche in tempi sospetti :)).
In questo modo va a creare il grafo delle pagine web di cui parlavo sopra, su cui si basa PageRank, che prima di Hyper Search non si era mai visto.
Capisco la diversa gestione dei pesi. In realta’ (a titolo di esempio, visto che secondo me l’innovazione sta nell’idea di sfruttare i link, non nel pensare a come pesarli) anche PageRank diminuisce (diminuiva?) il peso delle pagine a seconda del numero dei link uscenti. Andando quindi ad esaminare i link in uscita.
Insomma, non potro’ mai dire che e’ PageRank, ma non mi dispiace vedere PageRank come una sua, sebben molto piu’ complessa, evoluzione.
PS: non sono un suo studente :D, ne’ un suo fan
Ah quando dico a titolo di esempio intendo che tra le varie formule di PageRank c’e’ anche l’analisi dei link in uscita, oltre che quella ben piu’ importante dei link in entrata.
@Nicola onestamente non dispiace nemmeno a me e credo nemmeno a Giorgio 🙂
Ciao Nicola,
è errato quanto dici su due punti:
1. Hyper Search, di cui Page sente parlare nell’aprile del 1997, non è il primo. Il primo che io conosco è BackRub, mostrato nei primi mesi del 1996, ma sviluppato presumibilmente nel 1995 🙂
Indovina chi lo ha sviluppato? Larry Page 🙂
L’avevo scritto in un commento su. Se vuoi leggere una fonte in Italiano eccola: https://blog.tagliaerbe.com/2008/01/backrub-il-precursore-di-google.html
Qui in inglese: https://blogoscoped.com/archive/2007-12-28-n47.html
BackRub tiene conto dei link come popolarità. Con il PageRank, Page stabilisce la qualità delle pagine che linkano, andando a dare un voto diverso tra i vari link. E sottolineo diverso, perchè anche con BackRub dava un voto e quindi effettuava l’analisi dei backlink (aveva indicizzato un mucchio di siti, già nell’agosto del 1996)
2. Ti sbagli inoltre quando dici: il PageRank diminuisce (diminuiva?) il peso delle pagine a seconda del numero dei link uscenti. La pagina linkante non vede diminuito il PageRank a seconda del numero di link in uscita, questa è stata una bufala per tanti anni, nei forum l’abbiamo combattuta con forza.
I link in uscita vengono presi in considerazione per diminuire la forza che A passa a B, andando a dividere la forza per il numero di link in uscita. Ma Marchiori non prendeva in esame questi aspetti.
Ipotizzo che Page, che già aveva in mente come migliorare l’algoritmo di Google, fosse in una grande fase di studio e da quella conferenza prese degli spunti.
Spero di scoprire quale spunto abbia dato Marchiori a Page, tenendo in considerazione che Google era già molto complesso a fronte di un qualsiasi unico spunto.
L’analisi dei link in uscita a livello qualitativo Google la effettua anni dopo, per raffinare oramai una grande armata di algoritmi…e comunque con un concetto che non ha niente a vedere con l’idea di Marchiori 🙂
Non ti nascondo che piacerebbe anche a me che ci fosse un Italiano dietro il PageRank, che fosse stato determinante oppure addirittura il suo ideatore. Sarebbe bellissimo.
Purtroppo non è così. Non l’ha inventato lui. E Page cita altre persone che gli hanno dato degli spunti.
Secondo me tra un pò sapremo esattamente cosa è successo. Di sicuro, Marchiori non è l’inventore di Google 🙂
Beh la mia affermazione su Hyper Search e’ presa pari pari da https://en.wikipedia.org/wiki/Hyper_Search che vorrei ritenere una fonte affidabile. L’articolo sull’hyper search e’ del 1997.
Ovviamente di articoli si parla. Visto che (purtroppo, per fortuna) sono quelli che decretano la timeline scientifica, almeno negli ultimi secoli.
Il primo articolo su google, backrub, pagerank e’ di almeno un anno dopo, almeno per quello che ho trovato, soprattutto nei reference di https://infolab.stanford.edu/~backrub/google.html (Page 98).
Inoltre Marchiori non mi sembra (certo, e’ solo un’impressione) il tipo da mentire sulla famosa “conversazione” avuta.
Sarei felice come te di avere qualche conferma, e spero di ottenerla visto che forse qualcuno “in alto” di Google ha notato questi trend di discussione.
Cercando un attimo negli ultimi dieci minuti mi sono trovato di fronte a informazioni in netto contrasto.
Certo saperne di piu’ non mi cambiera’ la vita 😀 anche se mi toglierei un dubbio.
Chissa’ se a quei miliardari interessa toglierci qualche incertezza tra un volo col suo jet o un giro col suo yacht (l’ho trovato per caso ahah https://www.bornrich.com/larry.html).
E non ho certo dubbi sul fatto che Marchiori non e’ l’inventore di Google (sono abbastanza certo che ora avrebbe almeno un proiettore funzionante alle presentazioni 🙂 ).
Grazie per le risposte invece, mi spiace solo di essere dalla parte degli spammer
Nicola, non sei assolutamente dalla parte degli spammer.
A noi piacciono le persone che discutono su fatti e dati, con cose concrete, senza andare sul personale.
E’ l’unico modo per fare informazione corretta 🙂
Veniamo a noi e alle fonti.
Wikipedia non è per niente affidabile, sui motori di ricerca specialmente 🙂
Più volte sono intervenuto negli anni passati facendo modificare frasi totalmente errate.
Una fonte attendibile, per esempio, è la Stanford University 😀
Usando Web Archive, puoi trovare backrub
https://web.archive.org/web/19961224105215/https://huron.stanford.edu/
August 29th, 1996 🙂
Attenzione, quelle sono le statistiche dell’Agosto del 1996, è ovvio che ci hanno lavorato prima e non era nemmeno la prima indicizzazione 🙂
ebbravo tave. finalmente un ritorno di cervello, era ora.
Purtroppo lo staff di volunia ha abboccato in pieno alla trappola tesagli dalla scrausa stampa nostrana e non solo…
E’ stato triste vederli abboccare anche quando la trappola ha la “visibilita’” al posto del formaggio. evabbe’… sara’ per la prossima volta.
Mi sa che l’hanno anche hackato 😐
https://twitter.com/#!/Nigh7mar3/status/168992074660716545
Sono d’accordo su alcune critiche ma sinceramente mi sembra che lo stampo di questo articolo sia TROPPO polemico.
Dobbiamo sempre ricordarci che:
1) spesso molte dichiarazioni sono dettate da esigenze di marketing (soprattutto per Volunia che ha un bisogno disperato di investitori disposti a investire somme di denaro ad almeno 4-5 zeri).
2) definire Marchiori come “padre” di Google forse è un pò esagerato, ma forse pochi sanno che nella ricerca raramente un’idea è totalmente nuova, spesso è un raffinamento, aggregazione o rielaborazione di idee già avute nel passato. Quindi ben venga dire che Marchiori ha dato il suo contributo alla realizzazione dell’algoritmo PageRank.
3) non dobbiamo scandalizzarci se i giornali non sono precisissimi quando pubblicano notizie di carattere tecnologico. In questo caso non avrebbero di certo potuto scrivere un trattato sul SEO prima di parlare di Volunia 😉
4) Volunia è un progetto italiano, nato da una Università italiana, ed è anche tutto sommato interessante. Perché non dargli una possibilità anzichè sminuirlo e attaccarlo alle prime difficoltà? Non vorrei che tutto questo accanimento fosse dovuto ad altre ragioni.
5) non ci voleva un genio per capire che Google faccia delle cose straordinarie che possono sembrare scontate ma in realtà sono estremamente complesse. Se usiamo Google come termine di paragone per ogni motore di ricerca ovviamente non c’è discussione.
Io voglio essere un po ottimista in merito a questo progetto pur condivident ogni singola riga letta.
Mi piace molto lidea della sitemap grafica dei siti anche se con una serie pressochè infinita di problemi ma chi non ne ha appena nato?
Certo è gravissimo che da una settimana i beta tester a lavoro alacremente chi piu chi meno non abbiano mai ricevuto un contatto o una road map dei lavori o una superboard o un forum .
ogni tanto spunta qualche fantomatico utente su una chat ( non moderata e senza controllo di alcun genere oltre che aperta ad exploit di ogni genere ) che dice che faranno questo o quello ma non si sa quando o come.
E’ per me comunque doveroso incrociare le dita
@2cent si anche per me …
Personalmente ho atteso con trepidazione la partenza di volunia. Deluso dalla mancanza totale di professionalità della presentazione, da power user ho constatato la debolezza del sistema Volunia.
Vorrei Marchiori si esponesse e dicesse la sua.
Attendo una risposta di Marchiori a questo articolo e a molti altri dello stesso tenore.
Non capisco e non capirò mai l’adorazione per Google.
Io spero venga superata, schiacciata dalla genialità di qualcuno. Ne deriverebbe un progresso fenomenale ed una nuova rete.
Invece ora Google fa il bello ed il cattivo tempo, indisturbata.
Non sarà Volunia a creare intralcio (non funziona…), ma voglio richiamare il proverbio “Davanti all’osteria da fastidio anche la pompa dell’acqua”.
Verrà il giorno…
Un appunto su tre parole: ragioni di marketing.
Vorrei sottolineare come certe cose che in altri casi vengono definite “scelte di marketing”, vedi il recente caso di frecciarossa e il chiudere la porta del bar alla classe standard, sono in realtà banali errori quando non micidiali fesserie.
Il marketing per esempio mi chiederebbe: qual’è la value proposition del tuo prodotto?
Che tradotto dal gergo diventa
Cosa c’è di nuovo, di bello e interessante che non si sia mai visto prima sul tuo volunia?
Bene
Questa caratteristica, in teoria, dovrebbe essere almeno intuibile dal video, come ben sappiamo non è così.
Pazienza per il video, ma la conferenza ha la stessa lacuna, tanto che gli anglofoni, hanno bollato il tutto come un discorso più che altro puramente retorico.
Ora, io non lavoro alla Pierce&Pierce quindi sono un mr. Nessuno, ma vi assicuro che quello che sembra una mossa di marketing non lo è affatto, al massimo è un tentativo di farsi -male- la comunicazione da soli.
Non ne sto facendo una sorta di bandiera a difesa di categoria, specifico solo che quando vedete cose del genere o é pessimo marketing oppure è non marketing.
Mi spiace che alcuni di voi abbiano subito pressioni personali, abbiamo rimosso i commenti che ci avete chiesto.
Se ci sono offese, siamo ovviamente disponibili a eliminarle.
Qui stiamo discutendo solamente di fatti e dichiarazioni, cercando di fare chiarezza con tutto il materiale che abbiamo a disposizione, perché di concetti errati ne sono passati troppi. E quando c’è una visibilità del genere, bisogna almeno andarci con i piedi di piombo.
Alcune precisazioni:
L’adorazione per Google: chi mi conosce, lo sa che sono molto critico con il motore di ricerca e soprattuto con la sua falsa apertura ai webmaster. Sono anni che oramai cerchiamo di segnalare insistentemente cosa non va e come alcune operazioni sono proprio fatte con prepotenza fregandosene dei webmaster.
Questo però non mi permette di perdere la lucidità e valutare in modo obiettivo Google nel complesso e non c’è bisogno di ricordare cosa rappresenta oggi Google per l’apporto che ha dato a Internet.
E per quando mi riguarda, sono felice che ci sia stato un Italiano (Marchiori) ad avere dato spunti a Larry Page, perché non dovremmo esserlo? E’ un motivo d’orgoglio per tutti.
Però, da qui a farsi passare come l’inventore di Google, o l’inventore del PageRank, no.
Contro questa disinformazione e contro le altre citate noi stiamo “lottando” 🙂
Un ultimo appunto su ragioni di marketing: queste, non prescindono dall’onestà intellettuale e dall’etica professionale e personale. Tutto può essere marketing, ma un conto è fare marketing passando informazioni corrette, un altro è alterare la realtà dei fatti per ragioni di marketing.
Sono cose diverse 🙂
essere contro Google o a favore è un modo di porsi non obiettivo
valutare le opportunità che ci permette oggi Google (vale per qualsiasi altro strumento/prodotto) permette una scelta diversa
gli strumenti/prodotti chiedono di essere utilizzati e si sottopongono, soprattutto in rete, ad una critica forte che li può trasformare o meno in successo
non uso Google perchè sono una “simpatizzante” ma perchè rende possibili dei risultati, integra soluzioni ecc
le cose cambiano in rete perchè il web è fluido e qualsiasi elemento di rigidità non paga, anche se comprendo benissimo il concetto tra le righe di james
questo è un bellissimo suggerimento
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10150594450912347&set=a.427400907346.202420.36081207346&type=1&ref=nf
Al momento non mi sono iscritta e sto cercando di capire la verità al riguardo. Se ne leggono di cotte e di crude su Volunia.
Non entro negli aspetti tecnici che altri hanno sviscerato molto meglio di quanto non potrei fare io.
Da operatore nel campo della comunicazione mi limito ad osservare che prendersela con la stampa per come ha riportato la notizia (e prima, per come ha preparato il terreno alla presentazione di Volunia) è quantomeno ingenuo.
Ci puo’ piacere o no, ma questo è il meccanismo dell’informazione, e penso che tutti quanti lo conosciamo.
Potevano i giornali lasciarsi scappare la notizia dell’ “inventore misconosciuto dell’algoritmo di google”, per giunta italiano, che presenta il progetto che “sfiderà il colosso dei motori di ricerca”?
Marchiori per primo ha flirtato con questa informazione. Era nel suo interesse autopromozionale, ha cavalcato la tigre. E così l’Università e il suo ufficio stampa.
Fatta questa premessa, la presentazione di Volunia, a prescindere dal valore intrinseco del progetto, è stata disastrosa. Sono bastati 20 secondi perche si formasse nella mente di chi ha assistito all’evento un giudizio molto netto. E a meno di miracoli, definitivo.
@Paolo: No no, non è quello che hai citato il maccanismo dell’informazione, quello di cui parli te è il meccanismo del gossip, tutt’altra storia, che tira parecchio per carità, è parecchio più facile da fare, si possono inventare le notizie, non serve verificare le fonti, ne capire di quel che si sta scrivendo. C’entra nulla con l’informazione.
Io non riesco proprio a capire come si faccia a definire il web attuale una gabbia, non vedo limitazioni tali da usare un eufemismo simile. Che poi google migliora di continuo i suoi algoritmi per renderti libero di raggiungere l’informazione che stai cercando…
Mah, sensazionalismo da quattro soldi, i media italiani non si smentiscono mai al riguardo.
Accidenti, se sei andato giù ‘pesantuccio’, ma credo che i risultati – finora – ti diano ragione.
Vounia?
Dove sei??
Ho seguito con molta attenzione il lancio in diretta di Volunia, il nuovo frutto delle ricerche di Massimo Marchiori, l’italiano ispiratore delle tecnologie dietro Google. Ho anche commentato con un po’ di disappunto sia i piccoli guai della diretta sia l’approccio seguito nella organizzazione dell’evento. E ribadisco anche la mia perplessità su cosa potrebbe essere Volunia e cosa invece corre il rischio di essere, ossia uno yet-another-research-engine.
Volunia: la classica storia italiana.
Ora però sento assolutamente il dovere di andare in difesa di Marchiori e del suo gruppo di lavoro e mi azzardo ad indovinare quello che secondo me è successo ricordando tutte le occasioni mancate per le Internet company italiane. Io vedo in questo progetto tantissimo lavoro, e tantissima competenza scientifica e tecnologica. Vedo anche impegno ed entusiasmo, conoscenza e coraggio. Vedo insomma tutto quello che ti aspetti da un gruppo di ricerca di notevole spessore, capace di brillantissime intuizioni.
Quello che non vedo è una base industriale, un piano di aggressione del Mercato, un chiaro posizionamento del prodotto, un valido business model. Insomma non vedo tutto quello che mi sarei aspettato da un socio industriale o da un socio di capitali. Ed allora mi viene il dubbio che Marchiori ed i suoi siano stati lasciati soli, come sempre avviene in questo Paese quando dei ricercatori vogliono trasformare una idea in un prodotto o in un servizio. Temo cioè che le aziende italiane che avrebbero dovuto essere follemente interessate al lavoro di Marchiori, che avrebbero dovuto seguirne tutti i passi e tutte le sue ricerche, tanto per cambiare erano distratte. Forse erano troppo impegnate a fare l’ennesima campagna di marketing basata su solo sconti e su commercial accattivanti o a prepararsi al prossimo cambio di consiglio di amministrazione.
Di grandi e grandissime aziende italiane che potevano o che dovevano essere interessate a Volunia ce ne sono. E non sono nemmeno poche. Ma anche questa volta si è persa l’occasione per fare sistema, per trasformare una ottima idea in un ottimo prodotto. Niete di nuovo sotto il nostro sole. Ma allora spero mi comprenderete quando al prossimo annuncio della creazione di un fondo di Venture Capital per la tecnologia in Italia o al prossimo appello per una maggiore collaborazione tra mondo della ricerca e mondo della produzione io farò un sospiro pieno di profondo ma ben motivato scetticismo.
Completamente d’accordo con il commento di Andrea sopra. Come al solito non è il prodotto il problema, quanto il contorno. Certo che se uno ha idee, ma non vengono supportate, lo credo bene che vi siano problemi e difficoltà di “comunicazione”.
Che poi, non vorrei sbagliare, ma il prof. Marchiori non ha mai sostenuto di essere il creatore di alcunché, anzi, io avendo visto le sue interviste, ho capito che è lui il primo a complimentarsi con Google per l’algoritmo e da lì la serie di elementi che ne hanno fatto quello che è oggi. E anzi, ancora di più, lui ha chiaramente detto che non si tratta di competere con Google, ma di creare qualcosa che sia spendibile sul web. Punto.
Se poi la stampa non riesce a capire la differenza tra parlare di qualcosa (un algoritmo o qualunque altro argomento di tipo tecnico) e realizzare qualcosa non è un problema del prof. Marchiori.
Le critiche, secondo me, vanno fatte al modo in cui si è comunicato l’evento, alla forma, purtroppo. Alla mancanza di strumenti necessari per una comunicazione efficace. A cominciare dall’aula per finire con il proiettore e la grafica (che aiuta molte persone, anche le più incompetenti, a capire meglio la tecnologia che è dietro un prodotto).
Non facciamo la guerra, perché in questo caso si tratta semplicemente di due aspetti legati al web, secondo me. Il confronto con Google è stato creato dalla stampa per fare scandalo, come al solito.
news: volunia userà google
https://www.tomshw.it/cont/news/volunia-cambia-grafica-e-usera-google-per-le-ricerche/36025/1.html
Ciao XH,
credo che prima di esprimere pareri del genere, sarebbe almeno auspicabile dare una lettura ai commenti.
E’ stato proprio Marchiori a dire cose di quel tipo lì, come abbiamo scritto più volte nei commenti citando queste tre interviste:
https://www.youtube.com/watch?v=Hq-WnEpBVik qui dove dice che è vero che lui ha reso possibile la nascita di Google. Dice pure che Page che ha sentito cosa lui dice alla conferenza e l’anno dopo ha fatto Google correttamente citandolo.
https://www.youtube.com/watch?v=YVTyYkdbVEc
qui si fa presentare come l’inventore dell’algoritmo di Google e poi spiega cosa è successo, dicendo che ha dato la sua idea al mondo senza brevettarla perchè dei soldi non gli frega niente. Parole pesantissime.
https://www.youtube.com/watch?v=5XJVnGW6J_4
qui dice testuale “mi viene l’idea dell’algoritmo che poi avrebbe rivoluzionato il mondo tramutandosi in Google”. Ancora peggio.
E’ ovvio che se si fanno interviste così poi in molti ci credono ed escono articoli come quelli citati.
Non credo come si possano smentire affermazioni come queste…ci vuole fegato a commentare un articolo dicendo che non siano vere.
Noto che appena si crea una nuova pagina di commenti, arriva sempre qualcuno a dire che no è vero. Sarà perchè non si leggono bene così tanti commenti, sarà per altri motivi…io non lo so, ma quelle tre interviste le segnaleremo per chi ha dei dubbi.
@giorgio: hai visto che utilizzeranno google? ho messo un lilnk sopra
@lucia si si, ho visto, sto aspettando di vederlo in azione perchè di voci ne ho sentite tante. L’errore di uscire con quel motore di ricerca è stato grave e per me dice tutto sul progetto.
C’è un video che spiega altre funzioni di Volunia,
l’ho postato su Tagliaerbe.
Adesso ho letto che Volunia usa Google come Motore di ricerca.
Cacchio Giorgio! Bravo bravo bravo! Finalmente qualcuno che dice le cose fuori dai denti!!
E’ quello che ho sempre pensato anche prima della presentazione ufficiale, però volevo vedere per quanto assurdo, cosa ne usciva e i risultati sono stati moooolto sotto le mie aspettative personali che erano già molto basse.
Altra bella figuraccia per l’Italia, grazie volunia! Ci sono tantissime persone che lavorano con passione sul web e ottengono ottimi risultati senza dover far buffonate..
Scusate ma questa ce la siamo beccata bella! Vorrei vedere come ci prendono in giro a Mountain View.
Cosa succederebbe se ci fosse un VERO sistema per cercare e trovare quello che si sta cercando sul WEB?
Goggle è solamente un metodo per fare soldi, oltre che una fonte inesauribile di dati per la CIA e di disinformazione!
Se uno chiedesse una informazione ad un altro individuo, la cosa sarebbe “interattiva” e porterebbe diritto diritto alla localizzazione univoca di ciò che stai cercando: oppure alla certezza che non c’è.
Queste “scaramucce semiotiche” sono, di per sè, fonte di disinformazione.
Se mi chiedono dov’è la via “tal dei tali”, io non gli mostro una mappa dei dintorni, lascinadolo alla deriva e ad arrangiarsi nel trovare dov’è scritto il nome della via che stava cercando: gli indico la strada per arrivarci. Se c’è bisogno gli faccio delle domande…per esempio “a che numero devi andare?”….oppure “hai un punto di riferimento come un incrocio o un negozio famoso?”….
AFFINO la ricerca…PRIMA di mostrargli VAGAMENTE un insieme disordinato di informazioni; sguazzandoci denro per far soldi.
I “SEO”, le forme pubblicitarie, il “Page Rank” …etc…etc.. sono solo specchietti per le allodole per spacciare un poco di confusione chiamandolo “Motore di Ricerca” e problematiche connesse.
VolOmnia voleva solo spartirsi un pezzettino della torta: che c’è di male?
Affrontiamo la VERA questione:
cosa succederebbe SE ci fosse un metodo razionale ed efficace per trovare ciò che si cerca?
…ecco perchè….casualmente….nessuno ne mette in funzione UNO.
Olè
Nilok
…scusatemi non avevo messo la spunta per farmi avvisare, via email, delle eventuali rispostacce…
😉
Nilok
….certo che censurarmi il commento senza neppure mandarmi una spiegazione (seppur breve) via email, privatamente, è esplicito indicatore di un livello educativo
Auguri
Volunia è morto.
Arrendiamoci all’evidenza.
ciao! sto facendo un progetto sui motori di ricerca, qualcuno saprebbe darmi informazioni sul funzionamento di volunia? non riesco a trovare nulla sui suoi metodi di ranking
Giorgio, apprezzo la parte riguardante la disiformazione relativa a tutta la mitologia mediatica creata attorno ai principali protagonisti.
Però ci terrei a precisarti che tutto il web è semantico, che tutti i motori di ricerca implementano la propria base di conoscenza basandosi su regole semantiche, dove la semantica è dire “il pomodoro può essere rosso”, “questo testo è denso” e “bari fa provincia”.
E’ mia opinione che parlanre di scienza in termini sommari e distanti porti proprio al rischio di sembrare il classico guru del SEO che parla dall’alto di uno scranno autoreferenziale.
A volte sembra che i SEO usino il termine semantica come l’inquisizione poteva riferirsi all’eliocentrismo!
Semantica, information retriveral, machine learning bisognerebbe studiare un pò queste cose, fare una full immersion catartica nell’abbisso matematico di questo universo.
La SEO è un mezzo per guadagnarsi la pagnotta, non è una scienza, ma un continuo assecondare i capricci dei big player dell’informazione chiusa.
Si può essere un SEO esperto, si può avere una ben precisa dignità professionale, ma non si può gettare fango sullo studio e sulla ricerca, se non ci si è dentro, perchè al mondo ci sono soddisfazioni ben più grandi che portarsi a casa i soldi della consulenza.
Tutte affermazione compate in aria e superficiali, senza PROVE.. articolo quindi di propaganda che somiglia ad una pubblicità sponsorizzata da Google….
insomma se anche in Italia siamo così proni ai progetti governativi americani, allora siamo messi male, veramente male. e chi pubblica questi articoli neanche si vergogna… che pena infinita….
Google é un’appropriazione di informazioni riservate e non pagate, non autorizzate, che sono acquisite e memorizzate per motivi di controllo. Chiamarlo servizio é una bestialità come lo sarebbe la conta dei Kapo’ nei campi di concentramento !!
Lo schifo ripugnante di chi difende le multinazionali che schedano le persone e manipolano i dati é pari appunto a quello per gli schiavisti!
Google CENSURA le informazioni NON gradite (come fa FACEBOOK!!) e propone solo quanto é consono al pensiero unico di regime. I ricconi americani, infatti, non sono presenti su GMaps e Streetview, non esistono le loro case, i loro possedimenti, a riprova che la schedatura e controllo é solo per il bestiame…