Vai alla seconda giornata.
La sala è piena, l’aria è tesa, le luci si spengono e tutti si chiedono quali saranno le sorprese che ci riserverà questo VII Convegno GT .
Subito viene proiettato un simpatico video nel quale Giorgio Tave in persona recita nella parte di attore principale. Nel filmato si svolge una lotta all’ultimo sangue (ovviamente joystick alla mano) tra Giorgio e Andrea. Ognuno sceglie un personaggio e si avvia il combattimento. Lottano un Panda con un SEO, ma evidentemente il SEO sconfigge il panda. Ma la sfida continua con un SEO contro il cavallo di battaglia di Google, Penguin.
Un inizio informale e divertente a dimostrare lo spirito giocoso e geniale con cui il convegno viene (e deve venire) affrontato.
Vediamo quanti RT per la scenetta che ha dato il via al VII Convegno GT #convegnogt youtube.com/watch?v=pO5nXd…
— convegnogt (@convegnogt) Dicembre 15, 2012
Ecco i miei appunti di queste due giornate, piene di spunti e di contenuti interessanti: idee e news da usare già oggi nei nostri progetti online.
Sorprese dal Web: i nuovi dati da ShinyStat – Paolo Zanzottera
Il primo a prendere parola è Paolo Zanzottera, che ci mostra i dati raccolti da ShinyStat dal 1 gennaio 2010 al 31 ottobre 2012 provenienti da siti italiani (set di 3000 elementi). Dati salienti sono quelli riguardo le percentuali di mercato dei motori di ricerca e riguardo la crescita dei social network.
Google continua a mantenere, da solo, una quota di mercato dell’80% e, sommato a tutti i motori di ricerca che si appoggiano al suo database, addirittura di più del 97%.
I veri avversari di Google sono i social, che hanno registrato una crescita enorme nell’ultimo biennio. Il 19.45% delle visite dei siti analizzati arriva dai social. Una parte consistente.
Le visite provenienti da social superano anche la somma di quelle provenienti da tutti gli altri motori di ricerca.
Anche la quota degli accessi tramite mobile devices (smartphone e tablet) è in grande crescita. La grande novità in questo campo sta nella comparsa di Android, che in soli due anni è arrivato a prendere una fetta di mercato superiore al 30%, secondo solo a iOS.
Anche il mercato dei browser sta cambiando. IE mantiene pressoché costante il numero di utenti, perdendo quindi punti percentuali. In crescita invece sono Chrome e Safari, che va ad agguantarsi il mondo mobile.
Il tempo di permanenza sui siti si riduce. La causa sono ancora una volta i social, che portano generalmente visite con alto bounce rate.
Internazionalizzazione: Come configurare un sito per il web internazionale – Matteo Monari (fondatore di BizUp)
Finita la pausa caffè con un simpatico sketch l’intervento passa a Matteo Monari con Du Langueg Is Megl’ che Uan , sull’internazionalizzazione di un sito.
Quando si pianifica l’internazionalizzazione di un sito, non si deve confondere la localizzazione con la semplice traduzione. È bene progettare tutto analizzando ogni mercato nazionale separatamente, a partire dall’analisi delle keywords, fino ad arrivare al significato delle singole parole e alla gestione dell’immagine in generale.
Utile suggerimento: evitare elementi a larghezza fissa. La lingua è diversa, la lunghezza delle parole anche.
Punto focale: non bisogna semplicemente tradurre le keywords, ma tradurre le idee. Spesso le key tradotte non funzionano, non generano traffico, o magari hanno significati totalmente diversi. Importante è anche un’analisi dei competitor approfondita.
Se ci si rivolge ad un traduttore bisogna fornirgli tutto il materiale possibile, spiegandogli come operare e quali sono gli obbiettivi e le strategie editoriali di base.
È bene inoltre fare link building ad-hoc, per localizzare il sito a dovere.
NON ridirezionare l’utente in maniera automatica tramite l’IP. Semplicemente l’utente potrebbe essere italiano con un IP straniero; inoltre google ha spesso un IP statunitense.
Un’idea per risolvere vari problemi può essere un popover in js, che permetta di scegliere la lingua prima di entrare nel sito.
Bisogna conoscere cosa si sta traducendo. I termini possono avere diversi significati, e senza conoscere l’argomento possono scapparci degli orrori da non poco.
SEO per gli Ebook ed Ebooks per la SEO – Mariachiara Marsella
Gli ebook possono essere uno strumento veramente utile per il posizionamento sul web. Vediamo come.
Così come si analizza la competitività delle keywords in ottica SEO, è necessario valutare la competitività nel mercato ebook e scegliere una tematica adeguata.
Molto importante è la scelta del titolo, che sarà la “vetrina” dell’ebook.
Realizzare un ebook vero e proprio, cioè in formato ePub, non è semplice, ma permette di ottenere ulteriori risultati. È possibile usare servizi come Smashword per la pubblicazione, con conseguente redistribuzione automatica su iTunes e servizi simili. Particolarmente importante è la presenza su Google Libri e Google Play, very big players del settore.
Dalla dashboard di Libri si ha la possibilità di aggiungere il proprio ebook su Play.
La promozione del libro potrà poi passare per mille canali diversi: blog, booktrailer su youtube, servizi come calameo; insomma, tutto quello che può generare la nostra (perversa) fantasia.
“@uale75 Imparare è un’esperienza tutto il resto è solo informazione” #SEO #convegnogt
— Andrea Pernici (@andreapernici) Dicembre 15, 2012
Penguin, penguin e ancora penguin
Ora è il momento dei tre interventi tema Penguin!
Introduzione a Penguin – Stuart Delta
Stuart ci ha fatto una panoramica sull’evoluzione algoritmica di Google negli ultimi anni, da Caffeine a Penguin.
Sembra che nessuno capisca veramente il pinguino, nel panico generale. Penguin è un algoritmo, lanciato periodicamente, che ha il compito di limitare il web spam, non limitandosi solo alla condanna del lavoro “sporco” OnPage, ma anche delle “furbate” OffPage.
Con l’avvento di Panda Google aveva lavorato già sui contenuti inconsistenti.
Non ci rimane che essere più corretti. La link building spinta diventa esageratamente pericolosa, oggi che Google è sempre più in grado di capire quando i links sono innaturali. Questo non implica assolutamente che la link building non sia più possibile. Diventa fondamentale puntare sul proprio brand, evitare tecniche ormai deprecate e rideprecate e aggraziarsi il caro Panda, e gli utenti, con contenuti di qualità.
Penguin potrebbe valutare dati come il bounce rate. Interessante l’informazione aggiunta da Paolo Zanzottera . Ciò che interessa non è il bounce rate del singolo sito, ma dell’intera Serp di google. Ovvero, l’utente può trovare subito l’informazione in un sito e finire la ricerca. In tal caso è un bounce positivo. Se invece il rimbalzo avviene su molti dei risultati della Serp allora la ricerca non sta dando i suoi frutti, e Google valuta negativamente.
— Nicola Briani(@Nbriani) Dicembre 15, 2012
Penalizzazioni e Soluzioni, Case Histories – Fabio Sutto
È meglio non sottovalutare il pennuto. Non sa volare, ma ha tante altre buone qualità che lo rendono abbastanza micidiale. Se vogliamo sperimentale non facciamolo sui clienti. Fabio Sutto ci ha portato tre interessanti case history di siti che hanno avuto a che ridire con l’uccello dell’Antartico: penalizzazioni da cui si è usciti (solo in due casi su tre) seguendo le linee guida del mdr.
La prevenzione è sempre la cosa migliore con Penguin, e siti old-style (come gli aggregatori di newsgroup) sono ormai fuori tempo.
Link Building Post Penguin – Gianluca Fiorelli
“I link andrebbero guadagnati, non costruiti”. Per ottenere link dobbiamo capire i bisogni del nostro target, ci servono i link dai siti giusti, link visti prima di tutto come veicolatori di traffico.
La link building deve essere pensata solo per il mero ranking, ma come risultato di azioni intermedio di campagne di marketing più ampie. Ormai il link builder non può restare nascosto nella sua stanzetta, al computer, pensando solo di portare link su link al sito. Deve costruire e mantenere relazioni sociali e ingegnarsi per guadagnare link (puliti).
Per capire quali sono gli argomenti potenzialmente più interessanti possiamo usare Google Suggest, o simulando la creazione di campagne ads su Facebook (e guardando i suggerimenti). Controllare i broken links, scoprire chi sono gli influencer della propria nicchia e fare outreach su di loro: queste sono solo alcune delle possibili idee per una campagna SEO a lungo termine.
“Non Link Building, Link Earning. Cominciamo l’avventura”. Con questa frase si chiude l’intervento di Gianluca.
#convegnogt People I cited: @wilreynolds @richardbaxter @portentint @paddymoogan @dohertyjf@randfish @garrettfrench @benwills < Follow ‘em
— Gianluca Fiorelli (@gfiorelli1) Dicembre 15, 2012
L’Osmosi fra Adwords e Analytics – Francesco Tinti
Francesco ha fatto un interessante parallelo fra Adwords e Analytics, che spesso forniscono risultati e dati diversi, soprattutto relativamente alle conversioni. Tenere conto della conversione del tipo 1-per-click (click-lead) ha ormai poco senso. È necessario analizzare le conversioni più-per-click, tenendo conto quindi anche del possibile ritorno dell’utente nei 30 giorni successivi al primo click.
Google sta spingendo inoltre molto sulla rete Display e su Google Remarketing; da qualche giorno è possibile inoltre popolare automaticamente le liste di remarketing.
Altro parametro da analizzare sono le conversioni view-through, sempre analizzabili e tracciabili tramite AdWords.
Le Conversioni Analizzate per Davvero – Filippo Trocca
L’ultimo click non è sempre quello che conta, eppure le conversioni in Analytics vengono attribuite in automatico all’ultimo click che ha portato l’utente al sito. Nella realtà è necessario analizzare il contesto alle spalle della conversione.
Per ovviare a questo problema si usano le canalizzazioni multicanale, che fanno vedere le interazione dell’utente negli ultimi 30 giorni.
Altro strumento molto utile sono i raggruppamenti di canali, da usare in qualunque report per conversioni. I dati delle varie segmentazioni possono poi essere esportati ed elaborati in excel, o tramite librerie grafiche come blo.
Vai alla seconda giornata.