Vi ricordate questo post dal titolo SEO tra conferme e contraddizioni su Penguin e i link innaturali e nello specifico le due righe:
Succede dunque che tra i candidati principali a causare Penguin vengano messi sul podio non si sa a che titolo e non si sa da chi Directory, Article Marketing e altre attività senza lo straccio di una prova.
Oggi mi sono imbattuto grazie a James Norquay in una intervista a un Ex membro del Search Quality team di Matt Cutts con delle conferme esatte a quanto ho sempre creduto. Di sicuro non ci vuole uno scienziato per capire che il 90% dei siti che parlano di SEO a livello mondiale hanno scritto “fesserie” sullo Zoo di Google.
Mi rimane abbastanza oscuro il motivo per cui seo affermati e riconosciuti facciano questo tipo di post insulsi senza considerare il panorama nazionale dove davvero se ne sono lette di tutti i colori.
Di recente mi ha colpito moltissimo un guest post su WebHouse scritto da chi fa anche corsi e master SEO che mi ha lasciato particolarmente allibito. Ancora più allibito per la quantità di penetrazione sociale che ha avuto tra chi nelle sue descrizioni sociali dei profili scrive la parola magica “…SEO…”. Il periodo nello specifico è questo:
La vera verità sulla Link Building
IMHO directory e article marketing con comunicati si possono e si devono ancora fare per la “ciccia”, certo in maniera molto più pulita rispetto a prima.
Concretamente anche se è una rottura invece di mandare lo stesso dannato comunicato di 200 parole a 1000 siti di AT, se ne possono scrivere 3 di 400-500 parole con criterio da inviare a 100 – 50 – 20 siti in base a quelli che sono ancora considerati autorevoli.
Io mi auguro davvero che sia uno scherzo. Se così non fosse significa che la SEO nostrana vada assolutamente e fortemente rivisitata.
La link building non è mai stata e non sarà mai:
- scrivere articoli di 400-500 parole anziché 200 parole,
- inviare a 100 – 50 – 20 siti anziché 1000 siti di AT.
Io non ce l’ho con nessuno ci mancherebbe, ma se ci troviamo nel 2012, prossimi al 2013, a scrivere certe cose e farci anche dei corsi allora vuol dire che più avanziamo e proviamo a formare più torniamo indietro.
Penso che si debba fare molta attenzione nel diffondere questi messaggi perché l’unico possibile risultato sarà quello di creare altra spazzatura e a giustificarla!
La link building e la SEO non sono mai state relative al numero di parole o al numero di invii di un duplicato e spero che questo vi entri in modo forte nella testa.
Ma passiamo all’intervista
In particolare l’intervistato, Andre Weyher, è un ex membro del team AdSense e Adwords poi passato al Search Quality team di Matt Cutts.
Ci racconta che il team in questione era fantastico e grandioso…e che ora è molto divertente trovarsi dall’altra parte, visto che da non molto ha lasciato Google per aprire una sua attività.
Risposta alla domanda numero 2
Molto interessante qualche punto che possiamo estrapolare dalla risposta alla domanda numero 2 ossia “What were your daily roles in the search quality team?” dove ad esempio si legge
“The teams main focus is fighting spam and keeping Google’s search results clean so that the user gets the best possible experience. This is a very important thing for Google if you think about it. Google’s entire earning model relies on the good quality of the organic results, if people didn’t trust organic, they would stop using search and not click on ads anymore.”
e poi una parte che mi ricorda la mia teoria sulla formazione ed evoluzione del mondo SEO, ma vista dall’ottica dello spam.
The job also entailed creating reports about the current spam “situation” on a particular market.
Il concetto che avevo espresso era relativo alle aree tematiche e ve lo riporto sotto per permettervi di fare un parallelo (plausibile)
Concentrandoci dunque sugli aspetti di ranking dei risultati nei motori di ricerca possiamo pensare che i fattori SEO possono ipoteticamente variare al variare dell’area tematica.
Risposta alla domanda numero 3
La domanda numero 3 ossia “What are your thoughts on the recent algo updates penguin and panda are more on the way?” porta ad una risposta abbastanza ovvia:
Today it’s not a question IF you get caught, it’s merely a question of WHEN you’ll get caught. Not only this but take PR for example, getting a link from a high PR page used to always be valuable, today it’s more the relevance of the site’s theme in regards to yours, relevance is the new PR.
Mi sembra chiaro e c’è poco da dire anche se non credo che sia solo questione di oggi perché è già da tempo che i SEO Lungimiranti hanno osservato e compreso il fenomeno.
Risposta alla domanda numero 6
La domanda numero 6 ossia “From your time in Google what are 3 on page tactics that you recommend?” a parte la manfrina che spero tutti sappiano relativamente all’on-page è interessante il paragrafo
Of course you can’t over-do it as Google now also penalises for over optimisation, so don’t putt more than 2 commercial keywords in your titles or Google will frown upon it.
anche se direi di non prendere troppo alla lettera la questione perché bisogna capire bene cosa si intende per “commercial keywords”. Il messaggio potrebbe essere travisato e sono certo che verrà travisato tra qualche giorno da qualche sito che riprenderà l’intervista.
Risposta alla domanda numero 7
Guarda un po’? Se ne parlava con Mariachiara Marsella al WebReevolution e come vi ho già scritto sopra le fesserie sono state anche troppo diffuse nel post Penguin sul tema.
Second, don’t dismiss directories completely. I have heard people talking about directories being altogether bad and advise people to avoid them. This is not the case, good quality, moderated directories, or niche directories are still worth looking in to.
Ragazzi non è un servizio o uno strumento a mettervi in pericolo. È come ve ne servite o lo usate. Serve buon senso come ci ha raccontato sempre al WebReevolution Enrico Altavilla.
Risposta alla domanda numero 8
Vi invito a cercare la mia risposta su Quora alla domanda “What is the single best piece of SEO advice?“ e poi leggere quello che ha risposto l’ex membro del search quality team tra cui
if you want to please Google with your SEO, then forget about SEO.
Mi piace pensare in fin dei conti che si faceva marketing anche prima dell’avvento dei motori di ricerca. Tutto ciò che viene viziato dal fatto che ci siano i motori di ricerca è viziato!
Per concludere
L’intervista è molto interessante e va letta con attenzione, ma guardatevi bene dall’interpretarla a modo vostro e come più vi conviene perché è questo che ha portato una buona parte della SEO ad essere definita tale per poi ritrovarsela strapazzata ovunque.
Non voglio fare il santone e nemmeno il bacchettatore – ci tengo solamente. Voglio il bene per la comunità SEO e il trattamento così superficiale che si rivolge alla SEO non fa affatto bene. Sono sicuro al 100% che su questa intervista a breve nasceranno molte speculazioni. Mettetevi il cuore in pace almeno voi perché io non riesco proprio.
Ciao Andrea,
Innanzitutto permettimi di stringerti virtualmente la mano.
Si, perché questo post è un’azione di marketing (d’altronde questo facciamo) assolutamente aggressiva e la rispetto. Usare un blog comunque seguito per costruire un post intorno all’authority sacrale dei quality rater e a un’estratto di ciò che ho detto in un post molto più lungo.
Estrapolo una tua frase:
“a scrivere certe cose e farci anche dei corsi”
Si sente la pressione del competitor o cosa?
Uso la tua stessa tecnica di estrapolazione dal contesto, anche perché ho detto anche altro nel post.
A essere corretti, avresti linkato la fonte, in modo tale da dare maggiori spunti e non schiaffare su un blog comunque visitato un semplice estratto a uso e consumo.
Io sono assai ma dico assai contento di poter considerare di avere qualcuno davanti. Così sono spinto a migliorare. Sempre.
Se però questo qualcuno fa gli sgambetti, e beh non è carino.
Confermo quanto detto in tutto il post di Webhouse (dalla prima all’ultima parola non semplicemente da un estratto) per un semplice motivo: f-u-n-z-i-o-n-a.
Inoltre specifico sempre IMHO quando faccio certe dichiarazioni: mi baso su quello che vedo ogni giorno, non su slogan o Vangeli infusi.
E se le maglie si faranno più strette o ci saranno altri cambiamenti, correggeremo, siamo SEO del resto e le regole cambiano sempre. Ottimizziamo in base a quelle.
Poi onestamente, per dare legittimità non tiriamo fuori quality rater o Matt Cutts, quando poi gli spariamo contro per 3quarti del tempo. Almeno siamo coerenti.
Al Webreevolution ci sono stato, con piacere come vostro ospite, e non vedo l’ora di rincontrarci per scambiarci quattro chiacchiere di presenza piuttosto che da un palco 😉
Però sappi che, ai nostri corsi, non insegniamo come diffondere notizie finte per manipolare la credibilità online (Web reputation del gt6).
Dai su ! 😉
Ciao Benedetto,
ci tengo a premettere che non c’è alcuna azione di marketing e non me ne può fregar di meno onestamente. Io non ho alcun interesse in merito perché fondamentalmente mi occupo di aspetti tendenzialmente differenti e se parliamo di competitor io in ogni settore sono sempre ben felice di averne perché aiutano a migliorarsi in ogni caso.
Tra le altre cose se ti riferisci al reparto gt formazione devo dire che non è proprio competizione in quanto i corsi gt sono gratuiti e il resto sono convegni/conferenze. Non c’è interesse nel offrire verità falsate.
Torniamo nel merito del post. Il resto non ha motivo di esistere.
Andiamo per punti:
1 – Il fatto che tu abbia detto altro nel post non giustifica il fatto di fare certe affermazioni.
2 – Stesso vale per il fatto che “f-u-n-z-i-o-n-a”.
3 – Nel post non si parla di Quality Rater
Ora provo a spiegare quelli che secondo me sono errori da evitare e non lo faccio per minare la credibilità di nessuno. Sono errori secondo me (prendila per quello che è – la mia opinione) che non necessariamente è l’opinione di gt. Può essere l’opinione di chi condivide il post, come la tua opinione e il tuo post è stato condiviso da molti “SEO”.
Come ho specificato io non ce l’ho con nessuno e penso che dalla critica e dalla discussione si arrivi solo a un miglioramento. Anche io ho sbagliato molte volte e dagli errori ho appreso. Forse starò sbagliando anche ora, ma chissà.
1 – Se in un post scrivi 10 verità e una cavolata, la cavolata non diventa meno cavolata perché il resto è tutto giusto.
2 – Il fatto che funzioni è solo un artificio e cade a fagiolo il pezzo dell’intervista che dice “Today it’s not a question IF you get caught, it’s merely a question of WHEN you’ll get caught.”.
3 – Nel post che riprende l’intervista non si parla di un Quality Rater, ma di un ex membro del search quality team – sono cose diverse. Non mi piace nemmeno parlare di slogan o Vangeli infusi, ma operare sulla linea di quello che credo sia giusto e non pensare che io mi basi solo sulla mia immaginazione.
Per quanto riguarda il link alla fonte non c’è semplicemente per il fatto che non ritengo la risorsa meritevole di link e credo che non faccia bene dargli ulteriore eco.
Mi parli di credibilità, ma nel post io non insulto nessuno, non cito nomi, non cito aziende proprio perché voglio evitare ogni tipo di attacco o polemica, ma voglio solo allertare sul messaggio trasmesso. Se pensi che la mia opinione sia finta e manipolatoria entra nel merito della discussione e non creare quello che non c’è…ossia la manipolazione della credibilità online perché io voglio parlare di SEO…la politica non fa per me e se ne saranno accorti tutti visto che non sono uno molto diplomatico. Se non sei convinto guarda il mio blog e il post su booking dove c’è anche un relatore del convegno chiamato in causa – pensi ancora che me ne freghi qualcosa degli attacchi a qualcuno – io parlo di SEO e ne parlo a nome di Andrea Pernici cercando di entrare nel merito senza farmi troppi problemi politici.
Yo Andrea 🙂
Vai frillo (=tranquillo) ci mancherebbe.
Sono un sacco contento che anche tu pensi meglio siamo più competiamo, se no questo scambio con te mica ce lo avevo. Ce la menavamo entrambi a casa e tutti contenti.
Citandoti “tutto il resto non ha motivo di esistere” mi limito brevemente a rispondere a due-punti-due come ammazzacaffè prima di riprendere.
1- Se in un post scrivi 10 verità e una cavolata, la cavolata non diventa meno cavolata perché il resto è tutto giusto.
“Per quanto riguarda il link alla fonte non c’è semplicemente per il fatto che non ritengo la risorsa meritevole di link e credo che non faccia bene dargli ulteriore eco.”
A parte la netiquette, questa sconosciuta, di citare la fonte; così mi fai cascare il punto 1, ovvero 10 verità e una 1 cavolata.
Perché il post va letto nella sua interezza ti ho dimostrato nel commento precedente che estrapolando una tua frase dal contesto del post apprezzabile si mette in evidenza una roba che tu mi neghi, ovvero “un’azione di marketing”.
2- Il fatto che funzioni è solo un artificio.
Mi auto-cito dal post incriminato :
” ok, Google penalizza la Link Building spinta e allora, dove sta la novità?
Già dal nome si evince che stiamo parlando di un costrutto artificiale. E Google odia l’artificialità.”
Siamo d’accordo: allora di che stiamo a parlà ? 🙂
Però finché funziona, ovviamente con tutte le correzioni e le sfumature del caso, questo tipo di ottimizzazione offpage VA fatta.
Motivo semplice: il mio cliente ha bisogno di più visibilità sui suoi competitor per = vendere di più = fatturare di più a fine mese = pagare gli stipendi.
Se esiste lo strumento più o meno affilato, più o meno sporco della LB o di chi per essa, sarebbe d’uopo usarla.
Frega niente al cliente di tutto ‘sto trip.
Se funziona e lui guadagna di più, siamo tutti contenti.
E ti parlo da White Hat ma perché se la fai troppo sporca magari ti dice bene 3-4-5 mesi e poi crolli.
Come chiudevo il post incriminato “via al finto trasandato” e duri di più e probabilmente eviti danni.
Il bello di ‘sto lavoro è che non vi è certezza e bisogna testare e testare.
Personalmente porto la mia esperienza e finora le ciocche più grosse le ho prese paradossalemente nei settori dove il più pulito c’ha la rogna, ovvero dove o fai Black Hat o è difficile davvero emergere.
my two cents e dammi sta mano che te la stringo va 😉
E la mano te la stringo sì ci mancherebbe. Non abbiamo mica la peste.
1 – Il punto uno non cade assolutamente caro Benedetto. Se la metti sul piano di smontare senza entrare nel merito non vale la pena continuare. Nel tuo post fai un’affermazione che ha pienamente senso anche estrapolata dal resto e tu stesso lo confermi nel commento precedente e nell’attuale…ossia che credi fortemente in quello che hai detto. Dove sta il problema? Per me non è corretto e per te sì quindi inutile continuare ad impastarci sopra.
2 – Il punto è che questa non è link building spinta. Non saprei nemmeno come chiamarla onestamente. La giustificazione che stai dando a questo non la condivido per nulla. Personalmente credo che il cliente debba capire!
Lo sforzo di fare formazione è proprio quello di far capire l’importanza del lavoro che facciamo per far guardare il cliente un po’ più in là del suo naso.
Credo che non ci sia bisogno di aggiungere molto altro 😉
1 – Punti di vista e guai se li avevamo uguali! 🙂
2 – Qui personalmente faccio differenza fra fare SEO (cioè posizionamento vero e proprio per un cliente etc..) e fare formazione SEO. Sono due target differenti.
Poi certo, non è che al cliente “operativo” mi presento vestito da stregone e lo tengo all’oscuro ma di base, a livello di economia reale proprio, gli frega raggiungere l’obiettivo.
A un corso SEO hai persone che vogliono entrare dall’altra parte della barricata.
IMHO sempre 😉
Comunque si, non c’è altro da aggiungere! La Forza sia con te! (cit.)
Che il cliente *deve* capire e che il lavoro *deve* esser fatto allo stato dell’arte mi sembra un po’ una cavolata.
Mi spiego: io lavoro nel web, come molti altri, con estrema passione e voglia di fare cose belle e fatte bene. Credo che il web sia in generale uno dei posti dove ci sono tanti professionisti appassionati verso la propria competenza 🙂 Ma non è che la SEO è un gioco a punti che uno deve tentare di fare sempre il massimo.
Ci saranno volte dove avrai clienti che vogliono partecipare, che vogliono ascoltare e che soprattutto dispongono di un budget adeguato per i quali tu farai un lavoro minuzioso, duraturo e performante. Ma ci saranno anche tanti altri clienti, quelli “tanto ar kilo” che arriveranno alla porta dell’agenzia con in mano 1000, 2000 euro e con la voglia di far crescere un po’ il loro business e vivere meglio.E’ questo il caso in cui mi sento libero di fargli capire di come tutti i miei sforzi andranno nella direzione di fargli avere il massimo risultato con il minimo sforzo, perchè diciamolo, uno deve pure fatturare oltre che stare a seguire ciò che dice matt cutts.
Quindi ben venga una mini-guida, un excursus o un guest post sul come sia possibile fare link bilduing, ancora una volta, “tanto ar kilo” per progetti per i quali non si dispone di tempistiche e risorse tali da ottenere traguardi maggiori.
D’altronde non è che se ti fai fare la serratura nuova dal fabbro quello ti mette di default la migliore in circolazione e se non lo fa allora i suoi colleghi lo trattano da mistificatore della professione.
Ciao Marco e benvenuto nella discussione.
Riesci a dirmi chi sono questi clienti un “tanto ar kilo”?
Quando si presentano da te cosa fai e cosa gli proponi? A volte 1000 o 2000 euro possono anche essere un buon budget.
L’esempio del fabbro mi sembra fuori luogo e nessuno ha detto che il consulente SEO che fa capire al cliente quello che fa gli proponga la soluzione migliore in circolazione. È proprio l’opposto in un certo senso. In base al budget del cliente sì può consigliare la soluzione migliore per le sue possibilità e può anche succedere che questa soluzione migliore in prima istanza non sia la link building (ad esempio). Un buon consulente deve anche saper dirottare il budget del cliente al posto giusto nel momento giusto.
Se invece il tuo unico obiettivo è prenderti quei 1000-2000 euro allora non stiamo parlando “forse” della soluzione migliore per il tuo cliente.
Ciao Andrea 🙂
Ho premesso che il web è la mia passione. Spillare soldi non è il mio obiettivo e, senza dubbio, molte delle persone con le quali collaboro/ho collaborato possono testimoniare di come io mi ponga questo problema per ultimo. O non me lo ponga affatto.
Ma non tutti sono “fortunati”, come me, da poter permettersi di trascurare un entrata di 1000 o 2000 euro. Detto questo, senza entrare in dinamiche puramente personali, riprendo il filo.
Visto che apparentemente fai finta di non conoscere il mondo dei clienti (ti rimando ad un blog simpatico, amoilweb, di cui evidentemente sei all’oscuro) ti dipingo l’immagine del cliente tanto al kilo.
E’ essenzialmente di mezza età o anche più in là, non ha dimestichezza con il computer nè con internet, possiede una PMI ed è stato nella maggior parte dei casi consigliato/indirizzato da amici, parenti o altri canali di comunicazione spesso non ufficiali.
Non vuole sapere cosa farai, come lo farai ma vuole solo che tu riesca, a fronte di un budget (spesso ridotto, non immaginando la fatica del professionista) e di una deadline a portare a casa dei risultati.
Allora puoi fare due cose: aprirgli una discussione in cui esponi perchè, secondo te, a livello epistemologico la SEO è da considerarsi una scienza fatta di pratiche buone e pratiche malvagie, di bianco e di nero, di aggiornamento di algoritmi e di penalizzazioni dietro l’angolo, di insiemi di nozioni costituite empiricamente o ereditate da discipline affini, oppure gli dici semplicemente che per quel poco prezzo il tempo che puoi offrirgli, considerando un ragionevole costo giorno/uomo, non supera le 3/4/5 giornate lavorative e che in quelle giornate dovrai barcamenarti tra ricostruzione dei contenuti, attività social, attività offsite, ottimizzazione di markup etc. E che quindi non uscirà un lavoro duraturo nè certosino ma, per l’appunto, un lavoro tanto ar kilo.
Questo senza contare gli incontri, le email, la reportistica, un minimo di followup e quant’altro.
Per finire, la link building è una delle attività più comunemente utilizzate in piccoli progetti con piccoli budget e quindi con tempistiche strette perchè non deve necessariamente entrare a contatto con la revisione del contenuto. E so che è una eresia 🙂
Da un punto di vista etico non trovo falle. Sono stato sincero, ho avvisato il cliente dei rischi, non mi sono svenduto (anche questo fa profondamente parte dell’etica del professionista) a cifre ridicole pur di sentirmi quello con il punteggio migliore. Ho semplicemente adeguato ad una domanda una rispettiva risposta.
Però ripeto. Sto solo esponendo il pensiero di una certa categoria che opera nel nostro campo. Potendolo inventare vorrei anche io un mondo nel quale le cose funzionano bene e ognuno può lavorare al suo meglio e posso fare la formazione che un mondo perfetto merita.
In tutto questo pastone che onestamente posso capire, ma su cui se mi permetti posso non essere d’accordo, parli di risultati da raggiungere.
Quali sarebbero questi risultati?
Questo cliente che dipingi come un cavernicolo, come può stabilire dei risultati a partire da un mondo che non conosce?
Ribadisco. Siamo sicuri che “la duplicazione di massa” di contenuti molto probabilmente poco utili sia quello di cui ha bisogno per raggiungere questi ipotetici risultati?
Siamo sicuri che la spesa da sostenere per questa attività sia inferiore a una allocazione migliore del suo budget?
Se davvero volete un mondo migliore dovete crederci e dovete fare il possibile per raccontare la parte migliore e non quella che fa comodo e che risulta essere la più semplice.
Io mi auguro che ci crediate veramente, ma non basta credere nelle cose per renderle migliori.
Andrea la mia era una risposta alla tua domanda di specificare i clienti. Non parlo di una vera pianificazione strategica e di una vera attività di ottimizzazione con risultati prefissati e budget discussi, ci sarebbero troppe variabili e tristemente sono una persona che tenderebbe a valutarne molte.
Il mio “pastone” ed il mio primo commento erano intesi a descrivere dinamiche comuni (se vuoi semplicistiche, per snellire il dialogo) che sarebbe ingenuo ignorare come formatori. Ma non sembra un thread adatto.
Nel caso specifico, se vuoi, di per se’ consigliare di mandare CS in automatico sarebbe stupido, tuttavia farlo in un contesto in cui si confrontano n altre tipologie di LB con pro e contro diventa sensato. Semplicemente perchè è una pratica esistente. E non si cancella mica non parlandone su webhouse. Anzi magari arriva quello che scopre che oltre al suo metodo pezzotto ne esistono altri migliori. E magari si appassiona e diventa un futuro guru che scrive articoli di critica, d’altronde tutti (spero!) abbiamo cominciato dalle cose fatte male, o poco chiare, per poi raffinarle e migliorarle con il tempo e con l’esperienza.
Marco pensala come vuoi. Io la penso diversamente e credo che sia errato suggerire certe cose in modo così chirurgico. Tutto qui.
Se poi uno vuole scriverci un post deve anche essere pronto ad accettare la critica (con tutto il buon senso che serve) di chi ha una opinione differente.
Ciao Andrea,
Thank you very much for the interesting article, your interpretation and the comments left by your users are great to read. I think SEO is almost like a religion and people tend to disect every word, but they forget about the big picture. There is no need of reveiling any big secrets or knowing the algorhythm, the alghorythm is a complicated execution of rules that are extremely rational and easy to understand. The moment you try to give your site more value than it has in reality, by technical or link manipulation is the moment you could be in trouble with Google. People should start focussing more on having something interesting to say instead of pretending they do.
Please let me know if you have any questions or other comments about the interview or about https://netcomber.com
All the best,
Andre Weyher
Ciao Andre,
you are welcome. Maybe should be interesting to talk with you here on the English https://giorgiotave.net/.
Thanks for appreciating my post and my considerations. I think this part of your comment is great “People should start focussing more on having something interesting to say instead of pretending they do”, thanks again.
I’ll add your mail to may address book for future needs if you agree (and I’ve already added you to my G+ circles 😉
Perfect, thank you for the invitation, I would love to see what Italian webmasters say about SEO, I will start by spelling algorithm correctly 😉 I had the pleasure to live in Parma for a while when I was much younger. Is the SEO in Italy as chaotic as the traffic?
All the best,
Andre