E Google divenne d’un tratto onesto e pulito.
Se ne parlava ieri: tanti, troppi erano i post sponsorizzati che parlavano (bene) di Chrome, il browser sviluppato dall’azienda di Mountain View, con link che rimandavano direttamente alla pagina del download e che avevano un chiaro effetto sul posizionamento all’interno delle SERP dello stesso motore di ricerca.
Ma come, Google non era contro la compravendita di link? Perchè allora porta avanti questo genere di campagne pubblicitarie tramite blog e video?
In queste ore la smentita da Mountain View, come spiegato da Search Engine Land in questo post. Nessuna campagna di alcun genere avviata per spingere Chrome sul motore di ricerca e, visto che le linee guida risultano violate, ecco pronta una penalizzazione per google.com/chrome, di cui sarà abbassato il PageRank per almeno 60 giorni.
Da così…
…a così 🙂
Il messaggio di Google è: teniamo pulito il motore di ricerca, anche quando si tratta di nostri prodotti.
La domanda è: come può, la stessa società che ha ideato Panda, non rendersi conto di come siano avviate molteplici campagne di marketing e promozione riguardanti un suo browser che, guardacaso, sta scalando le vette nel mercato?
Che ne pensate?
Di certo un Autogoal mostruoso anche se come dicono a causare il tutto ci sono una serie di incomprensioni, due agency esterne e un sottofondo di buona fede.
Semplicemente che Google è in malafede!
Google ormai è diventato il padrone di casa e fin quando nessuno si accorge di niente fa come crede.. appena c’è qualche movimento o si scopre qualcosa che va contro le linee guida di google cerca di rimediare, facendo queste azioni.. che secondo me sono soltanto a parole, o per lo meno super momentanee.
Comunque, non mi sarei molto sorpreso anche senza le due agency.
Per come è impostata Google è già tanto se quelli di Chrome sanno cosa è Panda 🙂
È la dimostrazione che ogni mondo è paese. La penalizzazione è un contentino per coloro che già si stavano stracciando le vesti per lo “scandalo”.
Tanto è vero che la penalizzazione è provvisoria.
D’altro canto la cosa rientra anche nella vecchia tattica di marketing che dice: che si parli bene o si parli male, l’importante è far parlare di sé.
Sì, magari è malafede. Ma è anche possibile che qualcuno abbia stanziato i fondi marketing, qualcun altro li abbia divisi tra diversi responsabili, e questi a loro volta li abbiano sparsi in giro a cani e porci. Probabilmente non lo avrebbero mai notato senza l’articolo di SEL.
Anche perché per Chrome sta spendendo milioni in promozione, ma proprio tanti.
Evidentemente, i risultati erano così tanti che producevano meno di quanto facessero perdere a Google. Prima lo sapevano, ma hanno taciuto perché era pubblicità gratis: quando poi il link ha reso sempre meno, sono diventati moralisti. Non è il primo caso e non sarà di certo l’ultimo.
Un grande errore da parte di Google. Predica bene ma razzola male.
Personalmente mi sento un po preso in giro però: un normale sito web che acquista post link sarebbe stato immediatamente penalizzato, ma se nessuno si rendesse conto dell’anomalia, Google Chrome sarebbe stato penalizzato?
Mike
Quoto Massimo Petrucci: un (subdolo) mezzo per farsi pubblicita’ autoreferenziale: scommetto 100 euro che a fine anno Chrome aumenta almeno dell’8% a scapito di IE 🙂
Leggo molta gente commentare come se esistesse un solo Google o una sola regia che sta a capo delle scelte e dell’attuazione di ogni azione dell’intero organismo.
Suggerisco di rileggere il commento di Giorgio Taverniti, che essendo una persona umile si è ben guardato dal fare lezioni sulle tecniche di scalabilità di una multinazionale ed ha invece scritto una semplice frase che dovrebbe far intendere molte cose sul funzionamento delle grandi aziende.
Quoto Enrico e Giorgio.
Se vi va, ho scritto una riflessione sullo stato del mercato, un po’ romanzata, qua: https://www.totale.it/anche-google-vittima-del-far-west-delle-pr-digitali-2022.html sulla quale mi piacerebbe ricevere qualche parere.
E’ abbastanza palese, per chi sa come funzionano (o non funzionano) queste grandi aziende, che l’errore sia stato di qualche manager che è caduto nella trappola delle agenzie e soprattutto della sua poca cultura su come funzionano queste campagne di promozione.
Semplificato ma spero efficace.
Ha straragione Enrico. Google è un brand non certo un borg 😉
Ovviamente Giorgio, Enrico, Nereo tutto ciò è vero ci mancherebbe. Qualsiasi persona dotata di un minimo di intelletto potrà comprendere che non stiamo parlando del bar di quartiere 🙂
Quello che sicuramente rimane è che ha creato spazzatura.
Chi combatte da anni con il presupposto di creare un web migliore non può incappare in tali errori e chiunque sia il marketing manager che ha seguito questa sfortunata vicenda è il brand che ci perde (minimamente) la faccia all’occhio della gente. Chi ha sempre visto google come un modello da seguire con grande rispetto piano piano sta aprendo gli occhi e non è il primo caso di comportamento al limite.
Sicuramente anche in questo caso Google ha mantenuto una condotta esemplare penalizzando in parte la sua stessa attività quindi tanto di cappello, ma l’autogoal rimane.
Il fatto che sia una grande azienda non giustifica (come dire che non pagare le tasse va bene perché tanto non le paga nessuno).
L’approccio giustificativo da parte nostra è di per se errato, sempre, per ogni settore e situazione.
Errato di sicuro anche fare lezioni tecniche, ma accettabile che chiunque possa dire la sua in merito e dare anche un’opinione diciamo “di petto” o “istintiva”. Tali situazioni a volte si verificano anche nel nostro piccolo e con piccole realtà, figuriamoci per Google.
Fortunatamente Google si è auto punito, che è molto meglio di qualsiasi giustificazione (propria o di altri).
Dai ragazzi, ma veramente c’è qualcuno che pensa che Google non sapesse niente? Strano che Matt Cutts non abbia fatto come Scajola: – Sì è vero, ma a mia insaputa! –
ma se nelle due immagini da cosi a cosi avete cercato una volta chrome ed una voltra browser.. che confronto è??
Se vi va di leggere, ho provato a vedere cosa succedeva con google.it per “chrome” e “browser”. giusto per fare un confronto. E’ nel mio blog (il link lo trovate cliccando il mio nome) 🙂
Diciamo che sbagliare è umano e in una grande azienda possono succedere delle sviste, la cosa fa tanto clamore perché si tratta di Chrome che è di Google altrimenti….non ci vedo malafede, perché Google sa benissimo che la cosa sarebbe venuta fuori e avrebbe portato più danni che benefici, chi non lo capisce significa che non capisce nulla di marketing, il fatto poi che Google abbia penalizzato un suo prodotto mi fa pensare che c’è ne fossero di aziende così !
Anche nella penalizzazione però c’è una sperequazione rispetto ad un normalissimo webmaster.
Quale è il webmaster al quale viene comunicata la penalizzione, la motivazione, l’entità, la durata?
Di solito, nonostante il canale wmt, il sito sparisce dalle serp e non se ne sa più nulla 🙁
Girano voci che a Matt Cutts gli abbiano imbiancato la casa e boh, lui non ne sapeva nulla 😉