Sono da sempre appassionata di mappe mentali, ho scaricato sul mio smartphone diverse applicazioni mobile che consentono di “giocare” con immagini e contenuti. Non sono un’esperta però e ho scoperto che dietro questo “gioco” esiste una vera e propria scienza.
Ho iniziato a informarmi in modo più concreto in occasione di un articolo pubblicato sul blog della mia Azienda, articolo che, statistiche alla mano, pare abbia ricevuto parecchio interesse.
In sostanza mi ero semplicemente accorta che “graficamente parlando” si poteva resuscitare il caro vecchio wonder wheel (che ho amato moltissimo) utilizzando proprio le mappe mentali in accoppiata con Google sets.
Però non poteva essere solo una questione di “apparenza”, sentivo che le mappe mentali potevano offrire ai SEO qualcosa di molto più complesso e articolato che una semplice immagine, carina sì, ma quanto funzionale?
Come dicevo, proprio in seguito all’esigenza di informarmi in modo più scientifico, mi sono imbattuta sul sito di Eugenio Olmetto e non solo perché il suo sito web compare nei primi risultati di ricerca (non potrebbe essere il contrario con un nome di questo tipo, uno storico di 3 anni e contenuti sempre aggiornati) ma (udite, udite) per le sue newsletter, semplici ed efficaci.
Gli ho quindi proposto, via LinkedIn (dandogli del “lei” perché sono proprio vecchio stile) la mia idea: scrivere un articolo a 4 mani, realmente utile per i lettori, mettendo insieme competenze diverse e lui mi ha subito risposto:
Ciao Mariachiara, niente “LEI” tra Mind Mappers, :-).
Ovviamente mi è piaciuto subito il suo approccio.
Ancora di più quando mi ha detto
“Se ho capito bene la SEO è una materia complessa che richiede una moltitudine di azioni in sequenza”.
Abbiamo quindi deciso di incontrarci via Skype per capire come il lavoro di un SEO e in generale di un web marketer avrebbe potuto giovare di questi strumenti.
Durante la conference call durata circa un’ora e mezza, gli ho raccontato cosa è la SEO e quali problematiche più frequenti, chi fa SEO per le Piccole e Medie Imprese, si trova a dover affrontare, in primis il complesso rapporto con una tipologia di cliente che molto spesso (non sempre certo) non ha alcuna percezione della mole di lavoro che c’è dietro la “semplice” realizzazione e posizionamento di un sito web.
Appena ho iniziato a parlare Eugenio mi ha detto: “sto mappando la nostra chiacchierata” e avendomi condiviso lo schermo ho potuto vedere esattamente cosa significasse.
Mentre parlavo ha iniziato a identificare categorie, sottocategorie e altre diramazioni di quella che mi è parsa, alla fine, una vera e propria mappa mentale della SEO e ho pensato: “e se anche noi mappassimo le conference call con i clienti?”. Questo il primo spunto che mi ha fornito Eugenio.
Dopo aver risposto ad alcune sue domande, mi ha detto:
“Pensavo che la SEO fosse complicato come lavoro, ma ho capito che è ancora più incasinato”.
Da questa sua frase ho capito che aveva perfettamente capito cosa fosse la SEO e questo probabilmente grazie anche alla mappa mentale che ha costruito, modificato e adattato mentre chiacchieravo.
Altro spunto: forse si può comunicare con i clienti proprio utilizzando delle “semplici” ed esaustive mappe mentali, tanto per spiegare loro le basi della SEO, quanto come “vocabolario” sul quale basare la collaborazione, quanto come strumento per condividere in modo semplice una strategia.
L’esempio pratico che ho portato all’attenzione dei Eugenio è stato questo.
Con i clienti generalmente si può lavorare tramite documentazione oppure effettuando direttamente le modifiche che vengono suggerite in un precedente documento. Tuttavia in entrambi i casi si rischia di essere troppo tecnici con chi ha in mente un solo e unico obiettivo (giustamente), cioè vendere.
Ma, al contempo, il rischio può essere anche quello di non riuscire a spiegare perfettamente, per esempio, che se è il cliente a dover scrivere i contenuti questi non devono essere copiati da altre fonti online.
Se per chi fa SEO il concetto di originalità dei contenuti appare anche banale non è detto che lo sia per la segretaria dell’amministratore che adesso deve pure fare quello che le dice la Web Agency di turno! Così magari si scopre che questo concetto, quello appunto dell’originalità dei contenuti, può essere anche soggettivo. Per esempio la segretaria potrebbe pensare che basta prendere un paio di testi da siti differenti, rimescolarli (cambiando poco o niente) ed è ecco qui l’originalità.
Come si può dunque fare in modo di spiegare un concetto di questo tipo senza produrre un documento che forse potrebbero non leggere o non capire al 100%? E se a questo si potesse rimediare utilizzando proprio le mappe mentali? Il detto “un’immagine vale più di 1000 parole” potrebbe essere vero anche in questo caso?
In poche parole, io ho esposto alcune problematiche tipiche del nostro lavoro e Eugenio ha proposto:
Map Sop,Mappa vocabolario e VideoMappa.
Finisco con il dire una cosa che reputo tra le più importanti in questo settore.
La collaborazione disinteressata tra professionalità diverse ma anche uguali, la condivisione delle proprie conoscenze, l’umiltà nel capire che c’è sempre da imparare, il desiderio di rendere partecipi tutti coloro che potrebbero trarre giovamento dalle nostre esperienze, tutto questo attribuisce al nostro lavoro un valore aggiunto.