Già da troppo tempo è iniziata una grande sensibilizzazione da parte di Google (e ultimamente anche Bing) per avere un web migliore, più consapevole, più rapido, più naturale, più sociale, più personale…e chi più ne ha più ne metta.
Questa campagna di sensibilizzazione è stata veicolata su più fronti, spesso con aggressività, e più nello specifico demonizzando in un crescendo di note stonate l’attività dei SEO, indistintamente – mescolando cialtroni, amatori e professionisti. Questo ha causato il proliferare di post e discussioni prive di fondamento, senza un minimo di consapevolezza su cosa sia la SEO; si è scritto di tutto e il contrario di tutto, si è tradotto dall’inglese ciò che si voleva sentirsi dire e in modo indiscriminato la SEO è morta – ancora una volta.
Oltre ai vari annunci ufficiali e la quantomai bizzarra campagna adwords contro i SEO made by Google si sono succeduti a più riprese degli annunci su cambi algoritmici che si attendevano da tempo per avere delle serp più belle, oneste e meritocratiche che scaturisserro da un mix algoritmico in grado di bilanciare in modo equo fattori come profilo di link, segnali sociali, valori semantici, forza e trust del brand, qualità dei contenuti, performance, mobile (web e app), author rank, publisher rank, freschezza.
Si sono succeduti annunci pomposi relativi a nuovi algoritmi in grado di identificare la rispettabilità di un sito web tra cui:
- Panda update a più riprese (articolo interessante di stuart).
- Sovra ottimizzazione SEO (che non è nuova).
- Page layout (che ha causato l’impazzare di paura da troppa pubblicità) (articolo interessante di Enrico).
Personalmente non ho mai temuto tali aggiornamenti perché se fai business con un sito web non puoi permetterti di creare qualcosa di artificioso e al limite del consentito, non puoi permetterti di fare le cose pensando agli algortimi, non puoi permetterti di sacrificare i tuoi utenti e il loro benessere per qualche stregoneria o artificio (che ti faranno salire forse nel breve periodo, ma che altrettanto presto ti faranno cadere), non puoi nemmeno permetterti di seguire i competitor che ti superano senza un apparente motivo (o meglio molto apparente), non puoi permetterti di spostare l’attenzione su qualcosa che non è parte degli obiettivi strategici e delle pianificazioni che fai durante l’anno semplicemente perché non puoi spiegarti come mai succedono alcune magie.
I tre cambiamenti annunciati e sopra citati hanno mosso un volume di informazione impressionante e hanno indotto anche autori influenti e conosciuti a perdere la bussola e confondere quello che è sempre stato il funzionamento dei motori di ricerca (un esempio è per il ‘page layout’ dove si sono polverizzati in 10 giorni concetti vaildi da 10 anni) semplicemente per esprimere l’odio/moda del momento.
Sempre i tre cambiamenti sopra citati hanno colpito tutti e non hanno colpito nessuno. Non c’è certezza su quale modifica, aggiornamento, miglioramento degli algoritmi abbia causato sporadici casi di declassamento e non c’è nemmeno la certezza che perdite di posizionamenti o presunte penalizzazioni siano dovute ad uno specifico algoritmo né tantomeno dovute a invenzioni quantomai opinabili come bounce rate o parametri per loro natura non valutabili con esattezza.
Sempre più i motori di ricerca stanno cambiando, dicono!
- E lo dico anche io, ma è forse solo una speranza?
- E’ forse qualcosa in cui vogliamo credere anche se la realtà mostra ancora molti segni di debolezza?
- E’ forse solo una battaglia a chi ce l’ha più grosso?
SEi buono e SEi cattivo, SEi nuovo e SEi vecchio?
Ci sono modi e modi di ottimizzare un sito, ma bisogna prima definire la parola ottimizzare. Ci sono modi e modi di promuoversi e ci sono cambiamenti che noi amanti dei motori di ricerca accogliamo sempre con gioia, emozione e trepidazione. C’erano una volta gli scambi link, i siti di article marketing e le directory, i network di siti, i contenuti nascosti; c’erano poi forum e comment posting, poi l’evoluzione dei network di siti ossia le link wheel; c’era il page rank sculpting e le ancore interne ultra ottimizzate, c’era la keyword density e tante altre belle parole che all’occorrenza assumevano un loro nome.
C’erano tanti fattori da considerare per “migliorare” il proprio sito e costruire la propria popolarità in rete, poi, un bel giorno, è cambiato tutto e sono arrivati:
- segnali sociali (+1, like, tweet…)
- rel=author e rel=publisher
- schema.org
- page speed
- la tematicità dei backlink
- freschezza dei contenuti
- intenzione di ricerca
- nuovo markup come rel=prev e rel=next, rel=canonical
- possibilità di aggiungere informazioni negli header http
- grado di leggibilità dei contenuti
- follow, nofollow, posizione dei link all’interno della pagina
- e continua…
ma è cambiato tutto per non cambiare nulla
(il Gattopardo insegna).
E’ volutamente provocatoria questa pseudo citazione, ma se pur nella convinzione che google stia andando nella giusta direzione e che queste novità siano altamente appassionanti siamo ancora lontani da quella comprensione e percezione del mondo reale che potrebbe davvero migliorare la ricerca. Un interessante case study di Eppie Vojt su Seomoz che spiega come la “spazzatura” sia in grado di scalare le posizioni nei motori di ricerca.
Un caso quantomai interessante che recentemente mi sta incuriosendo è un caso sulla meteorologia.
Stranezza 1
Di seguito un’immagine che mostra come ad esempio per una chiave molto competitiva spunti con primaria importanza (sitelink + ulteriore risultato) il meteo, con una pagina widget che viene inclusa tramite iframe da siti esterni (con addirittura rich snippet) e poi a seguire un altro sito il meteo, versione italiana di un colosso spagnolo con contenuti puramente auto generati e senza un minimo di valore aggiunto né tantomeno link autorevoli da siti italiani o attività sociale.
Andiamolo un attimo ad osservare. Previsioni algoritmiche automatiche senza alcuna nota del metereologo o valore aggiunto come webcam, news correlate.
Stranezza 2
Andiamo a vedere un caso abbastanza emblematico anche su una località dove a livello di autorità non ci dovrebbero essere dubbi (a rigor di logica) ed andando ad analizzare più nel dettaglio i profili dei 3 siti evidenziati. Ancora dominio forte di il meteo italiano con a seguire 3bmeteo e poi in ascesa rapidissima il meteo degli spagnoli.
Così senza alcuna informazione in più sembra tutto un pò campato per aria, ma se aggiungiamo ad esempio che se la forza di il meteo può essere accettata non è forse così giustificata all’atto pratico e considerando la tematicità dei link…e men che meno la crescita sconsiderata degli spagnoli.
#1
Il meteo italiano ha una link popularity a livello quantitativo fuori dal normale e questo è un dato di fatto…quando parlo di quantitativo intendo proprio “roba dura” (Viagra e dintorni).
#2
3bmeteo per quanto riguarda bologna ha una forte presenza su alcuni dei siti più importanti della località come
- Comune di Bologna
- Magazine dell’Università di Bologna
- Repubblica.it sezione Bologna
#3
Il meteo spagnolo invece è a dir poco ‘Assente’.
La situazione complessiva
Nel complesso si nota per moltissime serp una crescita poco proporzionata del sito spagnolo in versione localizzata in Italia a discapito di altri siti meteo italiani comunque molto più conosciuti e affermati in Italia come l’aereonautica militare, epson e altri.
Andando più da vicino ad analizzare il sito in questione si nota come sia tutto frutto di quello che si potrebbe definire “Network” e che Google su tutti ha sempre demonizzato…e non propriamente una crescita lineare e graduale.
# In sintesi storica
# In sintesi recente
Guardiamo i grafici con attenzione perché a livello visivo potrebbe non essere chiara la differenza, ma osservando la scala di valori possiamo vedere che la differenza è molta.
Profilo di link per gli spagnoli
Osservando le frecce verdi e visitando i link in question notiamo con moltissima facilità come tutto sia frutto di uno stesso network di siti.
Profilo di link 3bmeteo
Andiamo ora a vedere una diversa distribuzione di link che ha 3bmeteo. Visibilmente più ponderata e naturale grazie alle partnership e ai servizi che quotidianamente eroga per giornali, radio, televisioni, comuni.
Profilo di link il meteo italiano
Ora un altro profilo di link molto meglio distribuito in quanto come anche 3bmeteo fornisce una servizio quotidiano su più fronti.
I segnali sociali #twitter
I segnali sociali #facebook
I segnali sociali #google
Secondo voi chi manca ?
E secondo voi perché qua i numeri sono diversi ? Forse perché non si può ancora comprare chi ti cerchia e se non sei vivo semplicemente non esisti ?
Autori
Manca qualcuno ?
I servizi forniti
Se da un lato la troppa complessità può arrecare caos in questo caso il sito spagnolo è davvero semplice, ma è un qualcosa di certamente replicabile anche da il meteo italiano o da 3bmeteo senza troppo sforzo in quanto si tratta di un servizio davvero basilare e senza valore aggiunto. Unica cosa fatta davvero bene è il loro widget per siti web.
Un semplice automatismo senz’anima.
Se basta un network di siti identici (forte in uno stato) e di bassa qualità senza la componente umana allora la strategia diventa molto più semplice di quanto sia sopravvivere in questo mondo. E’ inutile creare servizi di personalizzazione per gli utenti, forum, blog, essere reattivi sui social network, avere un piano editoriale, stringere partnership ed erogare servizi utili come allerte meteo per il traffico, gli impianti sciistici, le previsioni sulle allergie, webcam, video, applicazioni di ogni genere, strumenti per gli appassionati, tutorial dei metereologi per i più tecnici.
Caro Google come abbiamo fede in te, ma come facciamo a far si che come noi ci fidiamo di te i nostri clienti si fidino di noi?
Se vuoi davvero sconfiggere l’artificiosità come puoi non vedere tale banalità?
Tale banalità viene esplosa in tutto il mondo, in ogni località…agendo indisturbata.
Ipotesi che avrebbe dell’assurdo
Google il tuo algoritmo è talmente complesso che non puoi più controllarlo…e in molti casi Bing sembra comportarsi molto meglio di te nella rilevazione delle manipolazioni.
- Che nella considerazione delle menzioni tu stia confondendo il sito italiano con quello spagnolo?
- Stai forse attribuendo tanto peso a questo fatto e non puoi distinguere quello vero?
- Search plus Your World sarà il tuo cavallo di battaglia contro la tua grande difficoltà nel combattere gli exact match e i falsi brand?
Forse troppe dichiarazioni, troppe auto proclamazioni e tanta aria fritta perché oltre a questo caso nell’ultimo periodo ho visto aggregatori superare sistematicamente la risorsa originale, siti con testo nascosto via css absolute -9999 px posizionarsi senza alcun problema che sono stato indotto ad utilizzare Bing per le molte ricerche senza rimpianto.
Never give up
A volte chi da il massimo e cerca sempre di offrire servizi con l’impegno, la dedizione e la passione può scoraggiarsi di fronte a questi casi…ma non bisogna cadere in tentazione.
Non sarà un motore di ricerca, non può essere un social network, non può essere una flessione a dire che non meriti.
Segui i tuoi sogni, fissa i tuoi obiettivi e ricorda
E’ una case history molto interessante…da seguire per vedere i vari sviluppi futuri!
Ottimo articolo! grazie
Sul blog di Andreavit sembra che Merlinox abbia trovato una spiegazione per l’arcano.
Ciao Gregorio la questione non è molto arcana. Quello che denoto è solo la discrepanza tra ufficialità delle comunicazioni e realtà.
Nel post che citi si fa riferimento al widget, ma non è assolutamente la spiegazione al fenomeno. Il sito in questione è indietro sotto tutti i fronti a livello di diffusione italiana, ma eredita con altissima probabilità la spinta dalle versioni in lingua diffuse in spagna e co.uk.
Quindi: potrai esser presente sul 90% di internet, ma se manca googleplus tanti saluti.
Avevano detto che si puntava tutto su google plus…ma qui si esagera!!!
Domanda: la situazione attuale (fonti internazionali, considerate più autorevoli di quelle locali causa pagina su gplus), è solo di google.it???
Vaga speranza: non potremmo trovarci in un momento di “transizione” verso un nuovo rimpasto????