L’ultimo video di Matt Cutts della serie Webmaster Help risponde ad una domanda che interesserà moltissimi vista la mole di domande in merito che circolano sempre sui social e nel forum.
La domanda a cui risponde è la seguente:
If some site that is linking to my site gets penalized for selling links, will my site get affected by that penalty?
che tradotta è in sostanza:
Se un sito che linka il mio sito viene penalizzato per vendita link il mio sito può subire una penalizzazione?
E nel video la risposta di Cutts è in sostanza che se un sito vende link allora in maniera molto semplice il link verso il nostro sito perderà di valore e non verrà considerato.
La conseguenza ovviamente è che il nostro sito non verrà penalizzato, ma semplicemente non potrà più contare su quel link come link valido (con tutte le conseguenze del caso).
È bene ricordare che le penalizzazioni sono fenomeni non così frequenti come spesso si è indotti a credere.
Posso empiricamente dire che mi sembra un’emerita bufala?
Certo che puoi dirlo, ma come mai lo pensi?
Perché mi sono capitati sotto mano siti crollati a causa di link comprati e non erano certo quei link a sostenere il rank.
Detto questo – come ben sai – ho casi di palese webspam segnalato da mesi senza conseguenze, anzi!
Ok, ma qui credo si faccia riferimento a link naturali che si hanno da un sito che però è stato beccato a vendere link.
In pratica non si parla di chi viene beccato a comprare link.
Per quanto riguarda la segnalazione penso che faccia sempre riferimento ad un’altra casistica e non a questa del video non credi?
A volte – magari ho una brutta giornata – mi sembra veramente qualcuno ci prenda per i fondelli.
Fino a ieri dicevano che vendere link era “reato” e ricevere link da chi vende link è un’attività penalizzante.
Ora spiegatemi (torniamo agli stessi concetti della negative per cui tutti mi additavano di essere “scemo”) come google intuisce se un link da un sito che vende link è stato comprato, da chi è stato comprato, o se è sfigatamente un link naturale nel posto sbagliato che quindi non causa penalty.
Dai su 😉
Facciamo un esempio:
il sito da cui ho un link ha in home page un box con dei link diretti a siti non a tema.
Il link al mio sito è però in un articolo editoriale all’interno del blog di questo sito.
Il mio link è naturale mentre quelli in home probabilmente no.
Ipotizzo che si faccia riferimento a casi facilmente identificabili.
La paura vera, in questi casi, è quella di finire nel mucchio. Nei casi palesi sicuramente Google sa riconoscere i link venduti e acquistati, ma si corre sempre il rischio che possa sbagliare e penalizzare anche chi non ha fatto ricorso a pratiche scorrette. Il discorso di Cutts è più facile a parole…
Ma Andrea non sarebbe più probabile che il link dell’editoriale sia quello comprato invece degli altri?
Magari nel box della home ci sono link a siti di amici e conoscenti, non pagati e messi lì per fare un favore anche se assolutamente non a tema.
Secondo me Google spara ipotesi di applicazioni di algoritmi su cose che in realtà al momento non è in grado di controllare automaticamente con vera efficienza.
Non saprei. Per l’editoriale con link a pagamento le regole sono chiare e andrebbe dichiarato, ma ovviamente se non è dichiarato allora ci si può fare poco.
Per quanto riguarda i link alla home io dubito fortemente che ad oggi ci sia tutto questo desiderio per spirito di amicizia e conoscienza di linkare 😀
Ti dico che per la mia esperienza quando piazzi dei link dubbi ti becca. Io ho fatto qualche test e ogni volta sono stato beccato su siti appositamente realizzati per piazzare dei link dalle fattezze di venduti.
Secondo me la via delle penalizzazioni è molto pericolosa nel lungo termine. Mi è capitato di gestire siti che dopo essersi ben posizionati sono stati linkati da siti dell’est completamente fuori argomento ed estremamente discutibili.
Sono quasi sicuro che qualche competitor invece di investire parecchio per migliorarsi, ha investito poco cercando di penalizzare i concorrenti.
Se Google dovesse perseguire la strada delle penalizzazioni seriamente, la maggior parte dei siti di qualità verrebbe attaccata dalla concorrenza generando quintali web spam. E quindi guadagnerebbero la prima pagina quelli che attaccano gli altri piuttosto che migliorare sè stessi, con un conseguente abbassamento della qualità complessiva dei contenuti.
Spero vivamente che questo video di Matt Cutts indichi che Google si è resa conto che si creerebbe più webspam con la politica delle penalizzazioni che senza.
Mi sbaglio?
Ciao Mirco,
in realtà il tema di questo video non tratta la negative SEO o i link SPAM ma semplicemente il caso di link proveniente da un sito che li vende.
Io provo a dare il mio contributo con un’esperienza personale. Un link che ho palesemente acquistato (e dico palesemente perchè ho avuto la brillante idea di maneggiare l’anchor un paio di volte), mi ha causato un penalty sulla pagina di destinazione e da allora sembrerebbe che quel link non faccia ne caldo ne freddo in termini di valore passato. Quindi, per intenderci, sto avvalorando tutte le tesi esposte sin’ora, senza fare torto a nessuno. 🙂
Ciao Fabio.
Aspetta non mi è chiara una cosa.
Prima dici che ti ha penalizzato la pagina di destinazione e poi dici che il link non ha più valore.
Quindi in sostanza mi piacerebbe capire che tipo di penalty hai ricevuto e in che modo l’hai identificata e come hai identificato il fatto che quel link non passa più valore.
Grazie 😉
Ciao Andrea,
ahimè ho peccato di chiarezza. Praticamente dopo aver inserito quel link ho notato il downgrade della pagina di destinazione sulla keyword ancorata al link (tipo 20 pagine) ed ho attesa un pò di tempo prima di muovermi. Successivamente ho cambiato anchor (keyword + brand) e destinazione del link verso un’altra pagina del sito ferma da molto tempo in termini di ranking su una parola chiave specifica (neanche troppo competitiva). Il posizionamento per quella parola chiave specifica non è cambiato di una virgola e considerando che il link veniva da una pagina con buon PR e assolutamente a tema, ho supposto che Google abbia “etichettato” quella pagina come fornitrice di link venduti, azzerando il valore di qualsiasi link emesso verso l’esterno. Sottolineo ho SUPPOSTO. E’ un pò contorto, ma spero più chiaro di prima 🙂
P.S= Finchè ho lasciato il link originale sulla pagina penalizzata, ho notato che quest’ultima era entrata in un limbo di fluttuazione continua anche di 10-15 paginate tra la sera e la mattina. Da quando ho rimosso il link, per smistarlo verso un’altra pagina con anchor meno pinguinizzante (appunto keyword + brand) la pagina penalizzata ha smesso di fluttuare, pur mantenendo un downgrade importante.
Grazie a te.