“Forse che quella che chiamiamo rosa cesserebbe d’avere il suo profumo se la chiamassimo con altro nome?” (Romeo e Giulietta: atto II, scena II).
Secondo Giulietta, la rosa conserverebbe il suo profumo anche se si chiamasse con un altro nome. Ma se certi aggiornamenti di Google non avessero un nome, avrebbero lo stesso impatto?
Il dubbio sorge spontaneo riprendendo le notizie dell’ultimo periodo: tutto sembra essere Pinguino e l’informazione SEO va in cortocircuito, esplodono i post sui forum e cresce un’ansia spasmodica. Visto che stiamo facendo il quadro, vediamo cosa è successo al lancio del Penguin Update:
- 16 Marzo: Google annuncia di essere al lavoro su una penalizzazione per i siti “sovra-ottimizzati”
- 17 Aprile: Viene annunciato il lancio dell’algoritmo da siti molto seguiti del settore
- 19 Aprile: Google smentisce il lancio: a creare confusione è stato un errore nel sistema che classificava erroneamente dei domini attivi come fossero parcheggiati
- 19 Aprile: Google lancia “Panda 3.5”: siamo tanto distratti dalla confusione che la comunità SEO se ne avvede solo il 26
- 24 Aprile: Viene effettivamente lanciato l’algoritmo atteso. Colpirà in maniera significativa tra il 3 ed il 5% delle ricerche. Per capirci: negli Stati Uniti impatterà come un quarto del primo Panda Update
- 14 Maggio: Viene annunciato e subito smentito l’aggiornamento 1.1
Il solo fatto che un algoritmo fosse stato annunciato e battezzato, ha moltiplicato le attenzioni, gli annunci ed ha aumentato gli effetti percepiti dalla comunità SEO.
La realtà è che Google, nel solo mese di Aprile, ha annunciato 53 aggiornamenti, tantissimi dei quali hanno influenzato direttamente il posizionamento. Guardiamo questo grafico che rappresenta il numero dei cambiamenti nelle prime pagine delle SERP:
I cambiamenti nelle SERP ci sono tutti i giorni e ci sono anche senza aggiornamenti sostanziali di Google. Se non siete stati colpiti precisamente tra il 24 ed il 25 Aprile, non è Penguin ed anche se siete stati colpiti in quel giorno c’è qualche possibilità che la causa sia altrove.
Vi consigliamo la lettura di questo post dal quale abbiamo preso il grafico soprastante: probabilmente dopo la lettura il Penguin Update vi sarà ancora più chiaro.
Prima di arrivare alle altre notizie, chiudiamo come abbiamo iniziato: “Chi è troppo veloce, arriva tardi, come chi va troppo lentamente”. (Romeo e Giulietta, atto II, scena VI)
Questo lo dobbiamo tenere a mente in due occasioni:
- Quando pubblichiamo notizie in un ambiente necessariamente incerto e mutabile come la SEO. Tutti siamo portati all’errore, il nostro network così come i blog autorevoli (e che tanto ringraziamo per grossissimo lavoro) citati in questo post. L’abilità nel capire la situazione sta sempre in chi scrive ma spesso anche in chi legge.
- Quando abbiamo una fretta incredibile di risolvere i problemi. “De-ottimizzare” il sito senza un piano preciso, per paura di un (presunto) Pinguino, cancellare i propri backlink senza sapere come se ne otterranno altri di migliori, può rivelarsi una vera tragedia per i nostri progetti.
Intanto…
https://www.barryadams.co.uk/2012/05/the-problem-with-googles-feature-creep/
Google continua ad espandere la sua presenza in SERP. Dopo le mappe, le informazioni finanziarie, il meteo, i risultati sportivi, Google Product, le entità e l’aggressione frontale al settore turistico (con Flight Search e Hotel Finder) presto Google potrebbe rivoluzionare un altro grosso mercato: quello delle affiliazioni per le carte di credito.
La prima questione è: dove finisce l’innovazione per l’utente ed inizia l’abuso di posizione dominante? Ha senso investire in siti web di un certo tipo sapendo che, da un giorno all’altro, Google potrebbe decidere di mangiarsi un comparto intero? Voli, hotel e affiliazioni sono certamente alcuni dei mercati più grossi del web.
Moltissimi portali turistici stanno arrancando da anni sotto i colpi inferti dalle mappe e dalle OLTA. Resisteranno alle ulteriori novità? A quali condizioni?
La seconda questione è molto più strategica e ci porta all’ultimo post segnalato:
Quando valutiamo la difficoltà di una parola chiave, lo facciamo guardando il presente o pensando al futuro?
In ogni altro settore, un investimento viene visto abbinato ad una prospettiva temporale del mercato di riferimento. Questa cosa spesso ci manca nella selezione delle parole chiave.
Quante volte cercando keywords nelle quali infilarci ci siamo chiesti: e se un grosso brand si inserisse su questa parola chiave, quanto potremmo resistere? Quante possibilità abbiamo che ciò accada? Come possiamo stimare questa possibilità? E se ad inserirsi fosse Google?
Nel post troviamo esempi che aiutano a capire meglio il problema e utili ragionamenti per ampliare la nostra ottica.
eh già… anche per quelli che fanno le app per Apple nn son tranquilli… e se Apple rende nativa la mia App? Difficile prevedere il futuro quando sei piccolo….