SEO Blog GT https://seoblog.giorgiotave.it Notizie ed segnalazioni SEO dal Forum GT Tue, 12 Feb 2019 13:42:31 +0000 it-IT hourly 1 Google & SEO: che futuro ci attende? https://seoblog.giorgiotave.it/google-seo-futuro/5363 https://seoblog.giorgiotave.it/google-seo-futuro/5363#comments Tue, 12 Feb 2019 13:06:59 +0000 https://seoblog.giorgiotave.it/?p=5363 Al Search Marketing Connect, insieme a Marco Quadrella di Search On Consulting, abbiamo fatto una relazione chiamata Il Futuro e il Presente del Search Marketing. Abbiamo presto l’articolo di Google dove spiega come miglioreranno la Search nei prossimi 20 anni … Continua

Fonte: Google & SEO: che futuro ci attende?

]]>
Al Search Marketing Connect, insieme a Marco Quadrella di Search On Consulting, abbiamo fatto una relazione chiamata Il Futuro e il Presente del Search Marketing.

Abbiamo presto l’articolo di Google dove spiega come miglioreranno la Search nei prossimi 20 anni e ci siamo fatti i nostri viaggi, in base alla nostra esperienza.

Oramai Google non è più un motore di ricerca. Lo spiegavo in uno degli ultimi video di FastForward: profilo personale con commenti e mi piace, notizie direttamente nella home di Google (cosa mai successa in 20 anni), notifiche sulle cose che ci piacciono di più, assistente di viaggio, assistente vocale. Insomma tutto facilmente raggiungibile, in un click dalla sua home, è tutto lì.

I SEO necessitano di un aggiornamento forte. Almeno quelli che sono rimasti all’ottimizzazione delle paroline. Un SEO deve cercare di far diventare i propri progetti dei punti di riferimento tramite la produzione dei contenuti. Studiando i bisogni degli utenti.

È questo il futuro che ci attende. Che diciamo da anni. Che diventerà molto visibile.

Il problema è che quando si parla di contenuti spuntano sempre tre argomenti che sono dei miti:

  1. che esiste una lunghezza del contenuto ideale, smentito nel nostro articolo: Quanto deve essere lungo un contenuto per la SEO
  2. la keyword density, smentita dai massimi esperti Italiani e bollata come un mito negli HOT TOPIC della SEO, smentita da Matt Cutts, trattata come mito più volte nel forum gt (1, 2, 3)
  3. Google capisce cosa scriviamo nei testi

Su quest’ultimo punto ho dedicato un video approfondito che trovate qui:

Cosa è che stanno facendo e che farà impazzire i fuffaroli?

Usano una tecnica chiamata neural matching: sfrutta la Rete neurale artificiale grazie all’approccio Neural embeddings: questo consente di rappresentare la parole tramite i concetti sottostanti alle parole stesse.

Ma non lo fa studiando i nostri testi o i nostri articoli: lo fa studiando siti come Wikipedia.
Quindi non potete manipolare le interpretazioni di un concetto né manipolarlo.

E lo stanno testando ora, in lingua inglese.

C’è poco da fare: da sempre diciamo di scrivere per gli utenti, spiegando cosa è un contenuto di qualità, questo approccio di Google non farà altro che premiare chi soddisfa i bisogni degli utenti. Chi scrive veramente conoscendo l’argomento, non chi infila chiavi a destra e a manca. O chi prova a manipolare i concetti: grazie a questa spiegazione di Google è anche ufficiale che non è mai stato così, visto che stanno provando a farlo ora e che hanno dichiarato che prima, con il livello che avevano, non potevano farlo 🙂

Ovviamente questo cambiamento sui testi non è l’unico. I contenuti stanno diventando sempre più visual con video e immagini che spopolano. Con caroseli di informazioni che non sono prodotti da Google ma presi dai siti. Abbiamo trattato qui il tema della proprietà dei contenuti in SERP perché forse Google sta esagerando.

Ma una cosa è certa: gli studi di Google sui testi non saranno mai un passo indietro rispetto ad oggi. Non è possibile leggere di Google che fa passi avanti e di SEO (che poi SEO non sono) che insistono in Keyword Density, in infilare chiavi in un certo modo, in aggiungere testo. Ma come? Se Google va avanti voi andate sempre più indietro?

Se un contenuto è ben fatto sarà così per qualsiasi algoritmo che uscirà in futuro. Anzi, questi algoritmi, avranno armi in più per giudicare meglio quello che facciamo. E se è ben fatto lo giudicheranno in modo ancora più positivo 🙂

 

Fonte: Google & SEO: che futuro ci attende?

]]>
https://seoblog.giorgiotave.it/google-seo-futuro/5363/feed 2
La SEO e le domande frequenti: rispondere bene! https://seoblog.giorgiotave.it/la-seo-e-le-domande-frequenti-rispondere-bene/5360 https://seoblog.giorgiotave.it/la-seo-e-le-domande-frequenti-rispondere-bene/5360#respond Fri, 01 Feb 2019 17:55:06 +0000 https://seoblog.giorgiotave.it/?p=5360 Quando ci si approccia alla SEO ci sono un sacco di domande che vengono in mente. Specialmente per chi non conosce i meccanismi nel dettaglio alcune domande possono risultare “semplici” o “banali” o “stupide” addirittura. Tuttavia la domanda più stupida … Continua

Fonte: La SEO e le domande frequenti: rispondere bene!

]]>
Quando ci si approccia alla SEO ci sono un sacco di domande che vengono in mente. Specialmente per chi non conosce i meccanismi nel dettaglio alcune domande possono risultare “semplici” o “banali” o “stupide” addirittura.

Tuttavia la domanda più stupida è quella non fatta.

Nei forum questo è risaputo dove le domande fatte da persone inesperte consentono a chi invece è esperto di avere un’apertura mentale ulteriore sull’argomento.

Così ho chiesto ai miei amici consulenti quali sono le domande più frequenti che vengono poste e ne è uscita una lista di 32 domande alle quali ho risposto con un video.

Le risposte sono date non per deridere chi fa la domanda, ma più semplicemente per rispondere. Aggiungo a rispondere la parola “bene” per rafforzare un po’ il concetto che altri tipo di risposta in realtà allontanano le persone.

Qui sotto trovate l’indice e ancora più in giù trovate il video.

*************
INDICE
02:21 Lorenzo Lucca “Perché se hanno un sito così brutto, sono sempre davanti nelle prime posizioni?”
03:24 Vito Liuzzi “Ce la facciamo in un mese ad arrivare in prima pagina su Google?”
04:30 Michele Baldoni “Come si arriva primi su Google?”
06:16 Verdiana Amorosi “Perché i miei concorrenti sono indicizzati?”
07:07 Ottaviano Ministrini “Ma perché il copia ed incolla non si può fare?”
07:38 Enrico Altavilla “Come scrivo i testi?”
08:57 Francesca Fantini “Quante parole chiave si possono mettere dentro un articolo?” e Giovanni Sacheli “quante parole devo scrivere?”
10:30 Enrico Maioli “È vero che Google migliora la posizione dei siti che utilizzano anche gli annunci a pagamento?”
10:32 Luigi Perri “Tutto bello, eh, ma poi questa SEO quanti soldi mi porta? Ed entro quanto tempo?” e Angelo Valenza “Quanto tempo ci vuole per vedere i primi risultati? – È possibile fare una stima dei risultati (per ciò che riguarda visite e conversioni)?”
11:36 Alessandro Martin “Quanto ci guadagno se faccio queste cose?”
13:55 Adriana Bibi Vitale “Quanto costa?”
15:17 Federico Sasso “Ma non era gratis?”
16:03 Federico Ferrante “Perché fare la seo se posso pagare direttamente Google e uscire subito primo?”
16:53 Danila Leonori “Davvero non sarò io a scrivere il testo? Pensavo che tu lo avresti solo modificato”
17:57 Lucio Pass “Immagina di avere due pagine che si concentrano su parole chiave simili: secondo te “confondono” Google facendo sì che nessuna delle due si posizioni bene oppure se una delle due è valida può posizionarsi bene a prescindere dalla coesistenza di una pagina simile ma di qualità inferiore?”
20:38 Alberto Puliafito “(Dopo sei ore di corso): ‘Sì, va bene tutta sta teoria, interessante, ma quali sono i trucchi?’
21:52 Claudio Marchetti “Quale è la differenza tra indicizzazione e posizionamento…”
22:33 Carlo Rollo “Quanto ci vuole per arrivare primo” ho risposto al minuto 03:24
22:56 Mario Coppola “Esiste un modo per fregare google?”
25:00 Luigi Perri “Come faccio ad essere primo per la parola [NOME DEL CONCORRENTE] e fare in modo che il mio concorrente non esca?” e Paola Pagliaro “Come faccio ad apparire prima del mio concorrente?”
26:02 Roby Corraro “Quanto influisce Google My business sul posizionamento?”
27:01 Simone Bussoni “La SEO la possiamo fare dopo essere andati online vero?”
27:25 Fabio Guido “Perché devo avere recensioni”
28:00 Fabio Guido “Perché non devo usare termini o frasi auto promozionali o super tecnici/inventati che usiamo solo noi in azienda e usare frasi comprensibili a tutti?”
29:17 Mariachiara Marsella “eh ma se è così allora perché in prima pagina ci stanno queste pagine?”
30:21 Andrea Toxiri “La SEO che?” e Simone Bennati “Che significa SEO”
30:49 Guglielmo Cornelli “La SEO è morta?”
30:56 Emanuele Tolomei “Parlando di un sito che deve ancora essere pensato, di fronte a un competitor che lavora da almeno 10 anni sul settore:”come fa questo a uscire in prima pagina per tutte le chiavi più importanti.. avrà scoperto qualche trucco? Tu puoi aiutarmi a fare la stessa cosa? Ho poco budget”
32:03 Riccardo Porta “I link esterni vanno sempre messi su nofollow altrimenti Google ci penalizza?”
32:50 Raffaele Visintin “Quindi la Seo è la pubblicità su Google?- Perchè non vendo online?
Riflessione capitata tre volte nell’ultimo mese: ma perchè Lei mi chiede importo X, mentre l’esperto Seo di ItalianO….e che è passato da me in negozio mi chiede molto di meno?
34:30 Elena Landi “Mentre effettuano la ricerca da due pc differenti e vedono due risultati diversi… perché perché perché????” Li vanno in tilt. (In navigazione anonima e con Google chiuso)
35:36 Elena Landi “Io voglio essere primo con più pagine sulla stessa parola non solo con una!”
36:05 Elena Landi “Perché vengono fuori se non hanno la parola dentro al title?”
*************

Fonte: La SEO e le domande frequenti: rispondere bene!

]]>
https://seoblog.giorgiotave.it/la-seo-e-le-domande-frequenti-rispondere-bene/5360/feed 0
Quanto deve essere lungo un contenuto per la SEO? https://seoblog.giorgiotave.it/lunghezza-contenuti/5329 https://seoblog.giorgiotave.it/lunghezza-contenuti/5329#comments Wed, 09 Jan 2019 10:45:04 +0000 https://seoblog.giorgiotave.it/?p=5329 Quando uno è bravo è bravo: lasciatemelo dire. Infatti è facile risponde alle domande che ti scegli da solo 😀 La risposta a “quanto deve essere lungo un contenuto per la SEO è facile”: la domanda è sbagliata, la lunghezza … Continua

Fonte: Quanto deve essere lungo un contenuto per la SEO?

]]>
Quando uno è bravo è bravo: lasciatemelo dire.

Infatti è facile risponde alle domande che ti scegli da solo 😀

La risposta a “quanto deve essere lungo un contenuto per la SEO è facile”: la domanda è sbagliata, la lunghezza non c’entra niente con la SEO, ma con le persone e l’argomento cercato.

Ti piace vincere facile, direbbe qualcuno. Però è una domanda frequente.

Diamo per scontato che il motore di ricerca non premia articoli con un numero di parole preciso, tipo 300. Tra le altre cose è uno dei 3 Miti SEO che, per l’indagine sugli Hot Topics della SEO del Search Marketing Connect, la comunità di esperti ha affermato che “È uno dei temi che dovrebbero sparire per sempre dalla mente di tutti i SEO”.

Insieme a Keyword Density e al Seguire il Semaforo di Yoast.

Insomma, è evidente che le ricette SEO sono da evitare così come le ricette fatte per una persona che non ha mai cucinato. E che infatti, fa pasticci. Ma chiunque abbia un progetto sul web non può essere paragonato a chi, per la prima volta, si mette a cucinare. La SEO è una roba seria, come la cucina.

Piccolo indice per orientarvi

Perché non esiste una lunghezza ideale?

Entrando un po’ più nel tecnico una lunghezza ideale, logicamente, dovrebbe corrispondere a qualcosa per il motore di ricerca. Immaginate di essere un motore di ricerca e di voler stabilire una lunghezza ideale per i contenuti.

Giochiamo. Siamo nel 1997 e decidiamo che gli articoli da 300 parole sono i migliori. Non entriamo nei dettagli di questa affermazione idiota.

Poi ad un certo punto, quando abbiamo iniziato a indicizzare gli articoli, qualcuno alza la mano in riunione e chiede:

Ma scusate, per tutte le ricerche dedicate alla poesia “A Silvia”, sarebbe meglio premiare quelli da 322. E allora ai vostri ingegneri viene in mente che dovrebbero indicizzare tutte le poesie, scoprire le lunghezze di ogni poesia, e fare una lunghezza diversa per ogni poesia.

E per le poesie nuove? Esiste un database di poesie?

Allora un’altra persona alza la mano e chiede: ma per tutte le ricerche dei risultati delle squadre di calcio, non conviene premiare quelli che offrono il risultato con i goal giusti? Quindi ora studiamo tutti i risultati in tempo reale, stabiliamo la lunghezza per ognuno e via.

Questa storia del 1997 fino al 2019 continua, ad ogni riunione, sempre, ogni giorno, per questi 22 lunghi anni.

Avete capito perché non si può fare?

Primo perché ha un costo umano enorme (e stiamo parlando di persone che hanno un costo orario elevatissimo per l’azienda) e secondo molto più comprensibile per chiunque abbia un minimo di conoscenza informatica: È IMPOSSIBILE PER GLI ALGORITMI.

Ogni santa parola andrebbe associata ad una lunghezza ideale e questa andrebbe costantemente ricalcolata. Per tutte le MILIARDI di frasi che cerchiamo. Ogni giorno. Avete idea di quanto costerebbe una simile idiozia?

E poi per valutare cosa? Quando ci sono fattori molto più facili da prendere in considerazione 🙂

Ma gli articoli più lunghi si posizionano meglio!

Non è vero? Non l’abbiamo già sentita?

Miliardi di volte. Ma più lunghi di cosa esattamente? Di quelli che ogni persona che dice lunghi ha percezione che siano lunghi?

Usiamo parole a caso e non ci capiamo niente.

Per dire lunghi e quindi parlare con un motore di ricerca dovremmo presupporre che ci sia una misura di lunghezza. Ma non c’è. Quindi, torniamo al punto iniziale. 1000 parole? Per quale chiave? Per tutte?

Già, perché una volta che abbiamo eliminato la scorciatoia numero uno (lunghezza precisa), cerchiamo comunque di trovare la nostra ricetta, come modello di pensiero. Quindi andiamo sul generico, articoli lunghi.

Articoli che trattano più sfaccettature di un argomento hanno più possibilità di comparire, non perché sono lunghi, ma perché trattano più sfaccettature. Ed è una cosa banale.

Ho 5 invitati a cena.

Se preparo una 100gr di pasta alla nduja mangia una persona, forse (e se fossero 5 vegetariani?).
Se preparo 500gr di pasta alla nduja, se non c’è nessun vegetariano, mangiano tutti e 5.
Se abbiamo dei vegetariani e faccio sempre 500gr di pasta ma metà alla nduja e metà alle zucchine, mangiano tutti.

Capite che non c’è nessun premio da dare a chi dice che gli articoli più lunghi si posizionano meglio?

Non si posizionano meglio, si posizionano di più.

Non è la lunghezza a creare vantaggio, ma il fatto che un articolo che tratta più sfaccettature soddisfa più persone, quindi, di conseguenza, sono le persone che lo premiano, nel tempo.

Stop alle indicazioni di questo tipo

Invece di uscire dal modello mentale al quale siamo abituati a pensare alla SEO, cerchiamo di applicare il modello in un altro modo. E basta: va bene, costa tanta fatica cambiare, ma costa molta più fatica rimanere attaccati alle credenze perché è più facile.

NON ESISTE ALCUNA INDICAZIONE SULLA LUNGHEZZA.

La lunghezza ideale è quella necessaria a soddisfare il bisogno che ha la persona. E come noi quando diciamo lunghi non ci capiamo perché diciamo la stessa parola ma intendiamo cose diverse, anche gli utenti, quando cercano una frase ognuno ha un bisogno molto personale.

Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di provare a immaginare i bisogni più frequenti degli utenti che digitano quella chiave e provare a vedere quelli che noi riusciamo a soddisfare e che ovviamente sono legati alla nostra mission e al nostro business.

Va bene: ma come faccio?

Eh niente: scrivi.

Io uso un sistema, la lente d’ingrandimento. È una pompa dell’intuizione che mi sono creato ¹. Estremizzo le cose per vedere cosa c’è.

Giochiamo ancora. Umberto Eco è ancora vivo e si rende disponibile a scrivere per te.

Tu scegli il tema: Le Legioni di Imbecilli e Internet.

Secondo te, sei in grado di dargli altre indicazioni sulla scrittura?

Ti chiederà mai quanto deve essere lungo? Se sì, magari lo farà per uno scopo: sa che non hai tutto lo spazio a disposizione e forse neanche tutto il tempo per aspettare un suo articolo. Forse si romperà le scatole e ci scriverà un libro perché nel mentre si rende conto di altre cose.

Ecco. Non c’è una formula SEO. Non c’entra la SEO con la lunghezza.

Estremizzando: io mi vergognerei a dire a Umberto Eco di inserire le chiavi nel titolo 😀

Quindi la cosa molto importante da fare è cercare di mettersi nei panni delle persone e crearsi una mappa di punti che bisogna trattare.

Se proprio ci si vuole concentrare su qualcosa di importante, che sia tutta la parte di comunicazione che riguarda il titolo, la descrizione e quello che viene chiamato abstract.

Tutte quelle zone dove la persona decide costantemente se entrare proprio nel vostro articolo, se quell’articolo è proprio quello che stava cercando, se è davvero il caso di leggerlo tutto…quelle sono zone dove concentrarsi.

Conclusioni

So che nel settore c’è l’uso di commissionare gli articoli e la scrittura dei contenuti. L’importante è non definire la lunghezza come un parametro SEO. Vi viene più facile commissionarli con una lunghezza standard per una questione economica. Certo.

Vi invito però a fare una riflessione, insieme ai vostri clienti. I prossimi 10 articoli, invece che pagarli x per xxx parole, perché non provate invece a chiedere alla persona di scrivere senza questo vincolo? Di concentrarsi sulla scrittura e sul bisogno che potrebbe avere quell’utente?

Giusto per vedere l’effetto che fa.

Molti brand dovrebbero, per esempio, avere una voce riconoscibile. Un modo loro. Ma questa è un’altra storia no?

O forse no. Forse la SEO riguarda molto di più l’umano che non il tecnico. Forse.

 

Giorgio

Note

  1. Il termine pompa dell’intuizione è di Daniel Dennet, filosofo e scienziato cognitivo. Vi consiglio il suo libro Strumenti per Pensare.

 

 

Fonte: Quanto deve essere lungo un contenuto per la SEO?

]]>
https://seoblog.giorgiotave.it/lunghezza-contenuti/5329/feed 8
Quel contenuto è mio! https://seoblog.giorgiotave.it/contenuti-proprietari/5355 https://seoblog.giorgiotave.it/contenuti-proprietari/5355#respond Wed, 12 Dec 2018 10:57:10 +0000 https://seoblog.giorgiotave.it/?p=5355 Vi mostro questa immagine Se l’utente clicca e interagisce con quel contenuto di chi è l’impression? Noi lo diciamo da anni: andate nella direzione di creare contenuti per diventare tramite questi il punto di riferimento del vostro settore. E non … Continua

Fonte: Quel contenuto è mio!

]]>
Vi mostro questa immagine

Se l’utente clicca e interagisce con quel contenuto di chi è l’impression?

Noi lo diciamo da anni: andate nella direzione di creare contenuti per diventare tramite questi il punto di riferimento del vostro settore. E non c’è soluzione.

Però quasi tutti si concentrano su dare i contenuti ad altri. Richiede meno fatica produrre un contenuto su Facebook con risultati discutibili.

Quanto valgono, oggi, i 1.000 contenuti che avete condiviso su Facebook? Per molti, valgono zero.
Quanto valgono, oggi, i 10 contenuti che avete messo sul vostro sito? Per molti, valgono tanto.

Però non c’è solo Facebook.

Google ha imposto AMP. E tutti lo usano nell’editoria. Cedono il contenuto perché Google promette visibilità. Non visibilità meritata, perché il contenuto si posiziona naturalmente, ma sulla scelta tecnologica. È assurdo, veramente assurdo.

Con il passare del tempo ci abitueremo ad avere quei tipi di contenuto, come l’immagine sopra, su Google.

Ma è giusto? Non è forse questo il limite da non superare?

L’estratto di testo è un conto: la navigazione completa incomincia a superare quel limite, dal mio punto di vista, che determina invece la proprietà del contenuto stesso.

Si apre allora un tema molto complesso con tante domande.
Perché non si può, in questo caso, dire: non vuoi essere indicizzato? Usa il robots.txt

Questa non è semplice indicizzazione. Qui Google sta facendo una scelta editoriale molto complessa.

È giusto che Google indicizzi gli estratti dei giornali? Per me sì.
È giusto che Google prenda estratti di testi e li mostri in SERP? Sì.
È giusto che ci sia un contenuto navigabile in quel modo? Secondo me si è passato il limite.
È giusto che Google dica: se non lo volete lo prenderemo da altri che ci daranno il consenso? Secondo me no.

Nel frattempo succederano miliardi di cose, c’è in ballo anche tutto quello che sta accadendo a livello europeo:

Ma il fatto che non ci sia comunicazione reale tra i Webmaster e Google, che ci sia solo a determinati livelli, è una brutta cosa. Certo che Google è libera di fare quello che vuole, certo che poi interverrano gli enti competenti.

Che discorso è?

Il discorso che andrebbe fatto invece è: ma davvero abbiamo bisogno di arrivare a tanto? Ma davvero non si può creare un dialogo basato sul buon senso?

Più sei grande più dovresti farti in quattro per mantenere alto il livello di uno dei valori più importanti che esistono: la fiducia.

Fonte: Quel contenuto è mio!

]]>
https://seoblog.giorgiotave.it/contenuti-proprietari/5355/feed 0
La SEO e i comportamenti umani https://seoblog.giorgiotave.it/seo-e-comportamenti-umani/5327 https://seoblog.giorgiotave.it/seo-e-comportamenti-umani/5327#respond Fri, 30 Nov 2018 08:21:40 +0000 https://seoblog.giorgiotave.it/?p=5327 Sono passati più di 15 anni dalla mia iscrizione ai vari forum online, mi ricordo che cercavo di risolvere un problema con la posta, uno con l’html e uno con una classifica delle famose TOP 100. Volevo incrementare la visibilità … Continua

Fonte: La SEO e i comportamenti umani

]]>

L’intelligenza artificiale sarà molto usata in questo:
l’analisi dei feedback delle persone per migliorare i risultati di chi verrà dopo..

Sono passati più di 15 anni dalla mia iscrizione ai vari forum online, mi ricordo che cercavo di risolvere un problema con la posta, uno con l’html e uno con una classifica delle famose TOP 100. Volevo incrementare la visibilità del sito.

Tra un link e l’altro riuscii a scoprire che per aumentare la visibilità del sito non occorreva iscriversi alle classifiche, ma arrivare nelle prime posizioni dei motori di ricerca. Si aprì il mondo, la SEO.

In questi 15 anni abbiamo vissuto molti cambiamenti, ma trovo che il cambiamento più forte e allo stesso tempo sottovalutato sia quello relativo all’analisi dei comportamenti umani.

I SEO tendono sempre a preoccuparsi degli update più spaventosi, anche se impattano poi il 2% delle query. Ovviamente io ero tra questi, altrimenti non sarei riuscito a vedere così da vicino questo comportamento.
Non si preoccupano molto della visione generale, dove stanno andando Google i suoi utilizzatori. Perché, ovviamente, uno segue l’altro e viceversa.

Google segue gli utenti: Google News, Google Immagini e vari algoritmi sono nati perché Google si è resa conto che le persone si aspettavano determinati risultati. Analizzare cosa vogliono le persone rappresenta il modello vincente per qualsiasi progetto sul web: è un’azione che molte volte si può fare analizzando le chiavi del motore di ricerca interno del proprio sito.

Gli utenti seguono Google: Google lancia la possibilità di effettuare ricerche vocali guidando quindi gli utenti in una direzione precisa.

ricerca google trend per chiave my flight

Google Trends mostra come negli Stati Uniti la ricerca my flight sia aumentata.

Quando si parla di SEO e Comportamenti Umani di solito si finisce solo a parlare dei cambiamenti della ricerca che noi facciamo. Per esempio, prima cercavamo [conto bancario] ¹, poi siamo passati ad [aprire conto bancario online] e infine alla ricerca conversazionale [di cosa ho bisogno per aprire un conto bancario] ².

Questo è un aspetto ovviamente interessante. Ma è poca roba, anche molto scontata direi. Quello che invece Google sta facendo, da sempre, è togliere potere ai webmaster. Tutte le zone dove i webmaster possono mettere mano per migliorare il ranking hanno sempre meno peso, a favore invece di tutte quelle zone dove non possono farlo.

Da anni infatti è così: indovinate quale tecnica di link building non è mai stata penalizzata in 20 anni? Quella che porta ai link spontanei.

Google è passata dal dire “per migliorare il ranking del sito dovevi essere linkato da siti di alta qualità” a suggerire oggi che “la creazione di contenuti interessanti e utili influisce sul sito web probabilmente molto più di tutti i fattori illustrati in questo articolo” ³.

E dice anche che quando un sito è fatto bene le persone lo consigliano ad altre persone. Il comportamento umano è un fattore che noi possiamo condizionare, certo, ma non così facilmente come farci mettere un link oppure ottimizzare un titolo.

Possiamo far acquistare agli utenti più vacanze dei nostri competitor?

Perché credete che questo non possa essere un fattore SEO? Tutto quello che riguarda la realtà, prima o poi, diventerà un fattore SEO. Perché riguarda le persone e i loro bisogni.

Io lo chiamo il “viaggio dell’utente intorno alla sessione di ricerca”.

C’è un prima, c’è un durante e c’è un dopo. E Google conosce molte più cose di quello che noi pensiamo.

Enrico Altavilla, conosciuto sul Forum come LowLevel, al Web Marketing Festival del 2014 disse: “Il ranking è dunque fondato in parte su cosa gli utenti comunicano a Google“.

Quali sono le azioni con cui gli utenti “comunicano”?

  • Click
  • Position Bias
  • Ordine dei click
  • Risultati non clickati
  • Azioni post-click
  • Movimenti del mouse
  • Abbandono della ricerca
  • Tempi di risposta
  • Relazioni con la query
  • Similarità delle query

E io aggiungo che tutto quello che accade dopo, oggi Google lo può controllare. Tramite lo Smartphone, Android.

Per esempio:

  • le chiamate
  • gli spostamenti fisici
  • gli ordini
  • le condivisioni sui social

Non servono tutti i dati di tutti gli utenti del mondo per avere delle statistiche ragionevoli, ne basta una buona parte scremata dagli estremi. E Google ne è in possesso.

Siamo davvero sicuro che Google non “premi” i siti che consentono di effettuare un’azione concreta dopo? Per me è fondamentale che i siti siano progettati con queste possibilità, quando necessario.

Ci sono inoltre due brevetti che mi piacciono molto, nessuno è in grado di sapere di tutti quelli che Google pubblica quali e perché vengono usati, però ci danno una bella idea. Uno si chiama Watch Time Based Ranking ⁴ (calcola il tempo speso dalle persone nel fruire delle risorse presentate nella sessione di ricerca, YouTube style) e l’altro Determining relevance scores for locations (se un utente cerca [Auto Fiat] a Bologna e in questa città abbiamo molti rivenditori Fiat e nessun meccanico specializzato in riparazioni Fiat, l’algoritmo darà più rilevanza per la query [Auto Fiat] ai siti appartenenti alla categoria [Rivenditori Auto Fiat]). Discussione sul Forum gt.

Il mondo reale. Quello che c’è e che accade realmente.

Con il mobile first indexing io non mi sono preoccupato infatti delle impostazioni tecniche dei siti, non c’è bisogno di Google e di attendere i suoi update per fare dei siti fatti bene. Quello che a me preoccupa è quando Google arriverà a dare un peso alle azioni degli utenti da mobile.

L’intelligenza artificiale sarà molto usata in questo: l’analisi dei feedback delle persone per migliorare i risultati di chi verrà dopo.

Dal 2003 leggo che la SEO è morta. Mi diverto un sacco, perché la SEO è in costante evoluzione e la sua complessità aumenta di giorno in giorno. Chi non riesce a comprenderla dice che è morta, per vendere altri servizi più facili da vendere.

La SEO, invece, è in una costante evoluzione complessa.

È importante migliorare i progetti per le persone che li usano. Per chi verrà al Search Marketing Connect consiglio di guardare fin da ora il programma perché ci sono molte relazioni orientate in questa direzione.

Buona riflessione a tutti.

Giorgio

Note.

  1. Quando noi SEO inseriamo una frase o parola tra le parentesi quadre stiamo indicando una ricerca su Google (Matt Cutts chiese a tutti di farlo, mi sembra qualcosa di importante).
  2. Dati Google, USA, confronto tra i periodi luglio-dicembre 2015 e luglio-dicembre 2017. Pubblicati in Italia qui.
  3. Guida introduttiva all’ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO). Fonte.
  4. Il brevetto del Watch Time Base Ranking. URL Ufficiale.

Fonte: La SEO e i comportamenti umani

]]>
https://seoblog.giorgiotave.it/seo-e-comportamenti-umani/5327/feed 0
Penguin ora è integrato nel core di Google: qualche info utile! https://seoblog.giorgiotave.it/penguin-ora-integrato-nel-core-google-qualche-info-utile/5316 https://seoblog.giorgiotave.it/penguin-ora-integrato-nel-core-google-qualche-info-utile/5316#comments Thu, 29 Sep 2016 13:01:48 +0000 https://seoblog.giorgiotave.it/?p=5316 Google Penguin si è aggiornato con importanti novità. Ecco, allora, le cose più importanti da sapere.

Fonte: Penguin ora è integrato nel core di Google: qualche info utile!

]]>
Penguin ora è integrato nel core di Google: qualche info utile!

Questa settimana avete chiesto su Fast Forward il parere su molte cose.

Una di queste riguarda Google Penguin, il famoso algoritmo che combatte lo spam e che è stato integrato finalmente nel core di Google. Questa novità ha causato conseguenze importanti. Le principali sono:

  • L’integrazione – non verrà più rilasciato ogni tot. mesi, ma interverrà in tempo reale. Quindi, ora una penalizzazione da Penguin non è così facile da individuare, come succedeva un tempo. Una volta Google rilasciava l’aggiornamento in una data precisa, con un annuncio, e se in quella data il nostro sito cominciava a calare, molto probabilmente eravamo stati colpiti da Penguin. Ora è un po’ più complesso, sia perché è attivo sempre (anche in questo momento), sia perché non colpisce più l’intero sito ma singole sezioni.

Questo ci porta alla seconda novità:

  • Penguin sarà in grado di penalizzare singole pagine o parti del sito. A questo punto, chi ha lavorato bene non ha niente da temere, mentre chi ha voluto provare l’ebrezza del brivido e si è spinto oltre i limiti (specialmente con i link) avrà dei grossi problemi.

Se parliamo dunque di link, i punti sono sostanzialmente due:

– il primo è legato ai link: cercate di capire che una strategia di link building basata sui contenuti è sicuramente la strada migliore. Mettetevi nelle condizioni di pensare che un link deve veicolare traffico e non è creato per aumentare il posizionamento su Google. Questo sarebbe un passo avanti e per farlo vi rimandiamo al nostro articolo della scorsa settimana.

– il secondo punto sono le analisi che facciamo in merito alle pagine: ancora oggi molte analisi si basano sulle pagine indicizzate (quante pagine indicizzate ho?), che è sicuramente un bel numero da conoscere, ma ci è utile solo per poche cose. La nostra conoscenza si deve basare sulle pagine che portano traffico dai motori di ricerca, perché una pagina può essere anche indicizzata ma non portare traffico.

Ancora oggi incontro molta resistenza nel lavoro in questo modo. Ecco due strumenti che vi saranno utili:

Successivo al lancio del “nuovo” Penguin sul blog ufficiale, l’autore Gary Illyes ha fatto un post su Facebook dove sono usciti aggiornamenti che trovate qui.

Il discorso sulle pagine non cambia, Penguin non colpisce solo i link: quello che accade è che questi link di solito li facciamo puntare a sezioni/pagine. I declassamenti che subiremo saranno sempre più specifici.

Ecco perché studiare il modo per tracciare le pagine che ci portano traffico dai motori di ricerca è la soluzione migliore per tutto. Non mi interessa sapere che ho 200 pagine indicizzate, mi interessa invece se di queste solo 30 mi portano traffico, perché mi aiuta a comprendere cosa non va nelle restati 170. Inoltre, se Penguin o un qualsiasi altro algoritmo che agisce sulle singole pagine dovesse colpirmi, io individuerei rapidamente le zone con problemi.

C’è bisogno di un cambio di approccio SEO, di studi più approfonditi sulle singole pagine, di lasciar perdere il singolo dato sull’indicizzazione e di smetterla di spingere troppo con link artificiali. Questo da un po’ di tempo

Insomma, ne abbiamo di cose da discutere nei commenti.

Vi aspettiamo!

Fonte: Penguin ora è integrato nel core di Google: qualche info utile!

]]>
https://seoblog.giorgiotave.it/penguin-ora-integrato-nel-core-google-qualche-info-utile/5316/feed 5
Questione di Link: 3 aspetti che devi (sempre) considerare https://seoblog.giorgiotave.it/questione-link-3-aspetti-devi-sempre-considerare/5314 https://seoblog.giorgiotave.it/questione-link-3-aspetti-devi-sempre-considerare/5314#comments Wed, 21 Sep 2016 10:06:24 +0000 https://seoblog.giorgiotave.it/?p=5314 Link link link: sono sempre una grande ossessione per i SEO. Questo perché un sito internet più link di qualità riuscirà a ricevere da altri siti, più andrà meglio nei risultati di ricerca di Google. Generalmente, dividiamo i link per … Continua

Fonte: Questione di Link: 3 aspetti che devi (sempre) considerare

]]>
Questione di Link- 3 aspetti che devi (sempre) considerare

Link link link: sono sempre una grande ossessione per i SEO. Questo perché un sito internet più link di qualità riuscirà a ricevere da altri siti, più andrà meglio nei risultati di ricerca di Google.

Generalmente, dividiamo i link per due tipologie: quelli artificiali e quelli spontanei.

Quelli artificiali li mettiamo noi, solitamente per cercare di ottenere dei vantaggi su Google.
Quelli spontanei li mettono gli altri, perché apprezzano i nostri contenuti, li ritengono interesanti o per altri motivi

Google è diventato sempre più preciso nell’individuare i link artificiali e (ovviamente) preferisce quelli spontanei.

Bene, anche noi dovremmo preferire quelli spontanei, perché ci permettono di pensare ai contenuti e quindi ci rendono più creativi. più originali, più concentrati sull’utilità del testo e sulle necessità dei nostri lettori.

Quelli artificiali di solito sappiamo precisamente quanti sono, grazie a un lavoro di routine che diventa noioso.

Un lavoro che deve tenere conto di 3 aspetti fondamentali. Vediamoli insieme.

Primo aspetto: la cliccabilità

Un parametro che dovete tenere in considerazione è la percentuale di probabilità che quel link venga effettivamente cliccato dalle persone. E questo a prescindere che il link sia ad una pagina interna o esterna.

Una delle evoluzioni più importanti del PageRank, in effetti, è stata proprio questa: i link che probabilmente saranno più cliccati, avranno un peso maggiore rispetto agli altri.

Quindi, i link nel footer, quelli un po’ nascosti e via dicendo, valgono meno.

Bisogna mettersi nei panni della persona, capire l’uso e lo scopo della pagina e comprendere le zone migliori per inserire il link.

Secondo aspetto: il titolo della pagina

Spesso è sottovalutato, ma il title della pagina che contiene il link è un elemento molto importante da tenere in considerazione.

Spesso, quando si analizzano i link dei concorrenti, si considera solo l’anchor text, ma in pochi prendono in esame anche il contesto in cui un link è inserito. Di sicuro, il titolo della pagina ospitante (e ovviamente le altre informazioni legate alla pagina) sono molto importanti.

Quindi, quando cercate di ottenere link, di solito tentate di ottenerli da siti che sono già in ottime posizioni per quelle chiavi. E solitamente cosa succede? Che hanno posizionata la home page, ma dalla home page non vi linkeranno mai. Ecco, trovate le migliori pagine interne, magari che sono linkate direttamente dalla home e che hanno un titolo buono per voi.

Ovviamente devono essere pagine che, grazie al vostro link, saranno arricchite grazie a un valore aggiunto per le persone che leggeranno.

Terzo aspetto: il nofollow

Dovete aggiornarvi costantemente, ma cosa importante, tenetevi alla larga dai posti dove Google potrebbe colpire, perché farete un lavoro rischioso.

Per esempio, Google da poco ha rinforzato la comunicazione contro i link nei widget. In molti hanno creato widget di un tema per poi linkare in fondo al widget un sito di un altro tema. Oppure,hanno sfruttato i Widget per inserire link con delle chiavi molto commerciali. Ecco, Google consiglia di mettere il nofollow su questi link.

Certo, sui badge di Google Plus (come ha detto Giovanni Sacheli) non lo fa.

E tra le altre cose, il nofollow andrebbe messo anche quando firmate i siti tipo Design By: sono ancora tollerati, ma si sono già espressi a riguardo e un giorno si attiveranno per penalizzare tutti.

Quando questi link saranno penalizzati, non cadete dalle nuvole…

Un’ultima cosa: in molti dicono di non usare link esterni perché disperdono il pagerank o perdono i visitatori . Beh, non avete molto stima dei vostri siti, vedo. Avete presente quando leggete un libro? Molte volte ci sono le citazioni di altri libri o altro materiale. Che fate? Interrompete la lettura per andare da un’altra parte e poi non tornate più su quel libro?

Linkate spontaneamente perché i link sono l’essenza di Internet.

Ecco il video sui 3 aspetti fondamentali nei link:

 

Fonte: Questione di Link: 3 aspetti che devi (sempre) considerare

]]>
https://seoblog.giorgiotave.it/questione-link-3-aspetti-devi-sempre-considerare/5314/feed 2
Obiettivi non solo nella vita, ma anche nei progetti https://seoblog.giorgiotave.it/obiettivi-non-solo-nella-vita-anche-nei-progetti/5292 https://seoblog.giorgiotave.it/obiettivi-non-solo-nella-vita-anche-nei-progetti/5292#comments Fri, 15 Jul 2016 19:17:58 +0000 https://seoblog.giorgiotave.it/?p=5292 Che vita sarebbe senza obiettivi? Ogni mattina aprire gli occhi senza avere una meta da raggiungere, senza uno scopo che ti dia la spinta giusta per arrivare a fine giornata, senza un parametro che al termine delle 24 ore ti … Continua

Fonte: Obiettivi non solo nella vita, ma anche nei progetti

]]>
configurare-obiettivi-in-google-analytics

Che vita sarebbe senza obiettivi?
Ogni mattina aprire gli occhi senza avere una meta da raggiungere, senza uno scopo che ti dia la spinta giusta per arrivare a fine giornata, senza un parametro che al termine delle 24 ore ti faccia capire se quello che hai fatto sia stato giusto o sbagliato.

Bene, la stessa cosa vale per la vita dei tuoi progetti sul web.
Ma per questi ti viene in aiuto Google Analytics con la sua sezione dedicata alla configurazione degli obiettivi.

Cosa sono e quali sono gli obiettivi in google analytics

Gli obiettivi in Google Analytics configurabili dal menu Amministrazione e sono fondamentali per capire se le scelte che stai facendo sono realmente giuste.Google-Analytics-Creazione-Obiettivo

Spesso capita di prendere decisioni che sembrano assolutamente corrette; si inizia il lento processo di digitalizzazione dell’idea; l’idea si trasforma in bit con la convinzione che sia la mossa perfetta.
Bene…. Se non analizzi i risultati questa convinzione rimarrà per sempre anche se realmente la scelta non stà portando benefici.

Ecco che entrano in gioco gli obiettivi di Google Analytics che hanno l’ambizione di aiutarti a capire se l’idea è realmente cosi splendida e non sia invece un buco nell’acqua che addirittura peggiora la situazione attuale.

Google Analytics mette a tua disposizione 4 tipi di obiettivi, in base a quello che dovrai monitorare; scegli tra:

  1. Destinazione
  2. Durata
  3. Pagine per Sessione
  4. Eventi

L’etichetta che Google ha deciso di assegnare è molto descrittiva ma entriamo, comunque, nel dettaglio di ogni obiettivo.

Obiettivo Destinazione

Creazione-Obiettivo-Destinazione-Google-Analytics

Creazione-Obiettivo-Destinazione-Google-Analytics-Pagina-Destinazione

Questo è, probabilmente, l’obiettivo più utilizzato.
Dovrai ricorrere a questo tipo quando il tuo scopo è monitorare una pagina specifica del tuo sito.
Ti faccio due semplici esempi che ti aiuteranno a capire:

A- gestisci la visibilità on-line di un hotel e, in questo momento, ti è stato richiesto che la nuova pagina delle offerte venga monitorata in quanto ci sono promozioni veramente allettanti che nessuno dovrà perdersi.
La tua strategia sarà, probabilmente, quella di “accompagnare” il visitatore a questa pagina tramite call to action maniacalmente posizionate nelle altre pagine del sito.
Come fai a capire se la tua strategia è corretta?
Semplice, configura l’obiettivo di destinazione sulla pagina delle offerte e vedi quanti visitatori decideranno di buttare un occhio alla pagina delle offerte.

B- gestisci la visibilità di un noto ristorante che ha deciso di fare seriamente con il web. E’ talmente avanti che ha deciso di abbattere le centinaia di telefonate giornaliere; creando una pagina di prenotazione on-line.
Come fai a capire quante prenotazioni sono arrivate a fine giornata?
Niente di più facile, crea una pagina di ringraziamento a cui il cliente atterrerà dopo aver prenotato; ora genera un nuovo obiettivo di tipo destinazione sulla pagina di ringraziamento.

Comodo non credi?

Obiettivo Durata

Creazione-Obiettivo-Durata-Google-Analytics

Creazione-Obiettivo-Durata-Google-Analytics-Durata-Visita

A differenza dell’obiettivo Destinazione, questo è meno usato e solitamente viene utilizzato per i blog o per tutti quei siti che hanno lo scopo di trattenere il visitatore più tempo possibile facendolo saltare da una pagina all’altra, perdendo ogni cognizione di tempo.

Per ottenere questo risultato sicuramente metterai in atto diverse strategie come, ad esempio, inserire collegamenti ad altre pagine, inserire video o fare articoli lunghi e completi, tutto questo per aumentare la permanenza del visitatore.

Sei sicuro che quello che stai proponendo all’utente è così accattivante da spingerlo a perdersi tra le tue pagine aumentando, di conseguenza, il tempo della visita?
Puoi scoprirlo solamente impostando un nuovo obiettivo Durata.
Imposta il tempo minimo che ritieni indispensabile per far aumentare il valore della visita.

Obiettivo Pagine/sessione

Creazione-Obiettivo-Pagine-Sessione-Google-Analytics

Creazione-Obiettivo-Pagine-Sessione-Google-Analytics

Questo può essere considerato molto simile a quello appena visto.
La differenza principale è che l’obiettivo per pagine/sessione non tiene in considerazione la durata della visita, bensì il numero di pagine visualizzate.

Ti faccio un esempio per capire come e quando sceglierlo.

Un grande e-commerce ha deciso di affidare a te le sue grandi aspettative.
È ovvio che l’obiettivo principale, la macro-conversione, l’obiettivo di business, sarà la vendita del prodotto.
Ma fai attenzione, non basterà tenere sotto controllo solamente le vendite realizzate; sarà molto importante tracciare anche le fasi intermedie della visita, chiamate spesso micro-conversioni.

Bene, il numero di pagine visualizzate potrebbe essere proprio un’ottima micro-conversione per capire se i contenuti delle tue pagine rispecchiano le aspettative dei visitatori target.

Obiettivo Eventi

Creazione-Obiettivo-Eventi-Google-Analytics

Creazione-Obiettivo-Eventi-Google-Analytics-Impostazione-Evento

Questo è sicuramente l’obiettivo più complesso da configurare ma è, senza ombra di dubbio, il tipo di obiettivo più completo e personalizzabile.
L’obiettivo eventi ti permetterà di tracciare ogni singola azione che ritieni importante per il tuo obiettivo di business, realizzata dall’utente.

Provo a farti qualche esempio per rendere le parole più comprensibili:
A – nel sito del tuo cliente hai inserito un bellissimo video che riesce a far capire realmente il valore del prodotto che vende.
Il tuo cliente è quindi impaziente e vuole sapere dettagliatamente chi lo ha visualizzato.
L’obiettivo evento può fare al caso tuo.

B – nel tuo blog hai diversi form per essere contattato. Hai il classico nella pagina contatti, ma ne hai anche aggiunto uno in ogni articolo e uno nella sidebar. Vuoi sapere quale porta maggiori contatti? Configura il tuo evento personalizzato e creaci sopra l’obiettivo.

C – L’e-commerce che ti è stato affidato ha una pagina checkout un po’ incasinata.
In molti arrivano a questa pagina ma ben l’80% abbandona il carrello non completando l’acquisto.
Questo è un grande problema; vorrai sicuramente capire, in dettaglio, quali sono i bottoni specifici che l’utente clicca una volta arrivato alla prima pagina del checkout..
Imposta l’evento e crea un Obiettivo Eventi

Come ho detto all’inizio realizzare un obiettivo sugli eventi non è semplice e automatico come creare gli altri tipi di obiettivi, in questo articolo trovi come configurare Analytics in Tag Manager
Io solitamente utilizzo Google Tag Manager, altro tool gratuito di BigG utile a semplificare alcune operazioni.

Qui puoi trovare la pagina ufficiale di Google in cui vengono spiegati dettagliatamente gli eventi e come monitorarli anche con l’aiuto di Google Tag Manager

Conclusione

Ora che sai cosa sono e quando utilizzare gli obiettivi messi a disposizione da Google Analytics, fermati e rifletti sull’immenso contributo che potrebbero darti.

Inizia a utilizzarli, analizza i risultati e fatti guidare nelle scelte.
Sono sicuro che non potrai più farne a meno.

Ah, attenzione, non potrai creare più di 20 obiettivi 🙂

Fonte: Obiettivi non solo nella vita, ma anche nei progetti

]]>
https://seoblog.giorgiotave.it/obiettivi-non-solo-nella-vita-anche-nei-progetti/5292/feed 1
Nelle notizie: “Google hai un problema”. Te lo dico. Magari non te ne sei accorto. https://seoblog.giorgiotave.it/nelle-notizie-google-problema/5269 https://seoblog.giorgiotave.it/nelle-notizie-google-problema/5269#comments Thu, 14 Jan 2016 09:19:26 +0000 https://seoblog.giorgiotave.it/?p=5269 Passiamo per il Tedesco, partendo dal Francese per giungere al lontano futuro. Ieri sera mi sono imbattuto nell’interessantissima notizia pubblicata nel futuro. Giustamente era una ricerca di previsioni del tempo. Google, sei troppo avanti. Nello screenshot potete vedere come in data … Continua

Fonte: Nelle notizie: “Google hai un problema”. Te lo dico. Magari non te ne sei accorto.

]]>
Passiamo per il Tedesco, partendo dal Francese per giungere al lontano futuro.

Ieri sera mi sono imbattuto nell’interessantissima notizia pubblicata nel futuro. Giustamente era una ricerca di previsioni del tempo.

Google, sei troppo avanti. Nello screenshot potete vedere come in data 14/01 venga marcato un articolo come pubblicato il 17/01, ossia, nel futuro.

today

 

Fonte: Nelle notizie: “Google hai un problema”. Te lo dico. Magari non te ne sei accorto.

]]>
https://seoblog.giorgiotave.it/nelle-notizie-google-problema/5269/feed 1
Nelle notizie: “Parlez vous français?” https://seoblog.giorgiotave.it/nelle-notizie-parlez-vous-francais/5265 https://seoblog.giorgiotave.it/nelle-notizie-parlez-vous-francais/5265#respond Wed, 13 Jan 2016 13:42:07 +0000 https://seoblog.giorgiotave.it/?p=5265 Un’immagine (screenshot) vale più di mille parole. Mi sembra evidente che Google sia oramai nel pallone con il suo nuovo tentativo di fare il giornale. Passi che a volte sbagli a tematizzare un articolo, passi che a volte venga spinto … Continua

Fonte: Nelle notizie: “Parlez vous français?”

]]>
Un’immagine (screenshot) vale più di mille parole. Mi sembra evidente che Google sia oramai nel pallone con il suo nuovo tentativo di fare il giornale.

nelle notizie

Passi che a volte sbagli a tematizzare un articolo, passi che a volte venga spinto più in alto del dovuto, passi che le news non siano proprio news, ma che decida di mostrare articoli Francesi agli Italiani mi sembra davvero eccessivo.

AGGIORNAMENTO: Dopo qualche minuto decide anche di iniziare a parlare tedesco.

tedesco

Fonte: Nelle notizie: “Parlez vous français?”

]]>
https://seoblog.giorgiotave.it/nelle-notizie-parlez-vous-francais/5265/feed 0