Matt Cutts parla di Penguin, Negative SEO e Google+


Resta alta l’attenzione attorno a Penguin, l’update dell’algoritmo che Google ha lanciato alcune settimane fa e che sta facendo (chiaramente) discutere la comunità SEO.

È di queste ore una interessante intervista di Matt Cutts apparsa su SearchEngineLand e all’interno della quale l’ingegnere di Google, nell’ambito dell’SMX Advanced di Seattle, dà alcune indicazioni particolari circa Penguin, ma non solo: si parla anche di link, di Negative SEO e di Google+.

Ecco selezionati, grazie al lavoro di Marco Quadrella, alcuni dei passaggi più interessanti 🙂

Non vedere in Penguin una penalità

“Guardiamo a Penguin come a qualcosa di progettato per affrontare la bassa qualità dei contenuti”, sostiene Cutts. “Abbiamo iniziato con Panda, poi abbiamo notato che c’era ancora molto spam e Penguin è stato progettato per questo. Si tratta di un cambiamento algoritmico, mentre quando parliamo di ‘penalità’ stiamo parlando di un intervento manuale”.

“Non vediamo in Penguin una penalità. Pensiamo, invece, che abbiamo oltre 200 fattori e che Penguin è uno di questi”, spiega.

Parlando di Negative SEO

“Stiamo cercando di far rispettare le nostre linee guida per la qualità. La gente ci ha fatto molte domande sulla Negative SEO. Le nostre linee guida dicevano che era quasi impossibile farlo, ma ci sono stati casi in cui questo è successo. Per questo – continua Cutts – abbiamo modificato una parte di testo delle nostre linee guida”.

Si parla della questione all’interno di questo post, con Google che ha modificato in questi termini le linee guida sulla qualità:

“Non c’è quasi nulla che un competitor possa fare per alterare il tuo posizionamento o rimuovere il tuo sito dall’index”.

E’ divenuto qui “Google lavora duro per evitare che altri webmaster possano alterare il tuo posizionamento o rimuovere il tuo sito dall’index”.

Cutts ha inoltre fatto un annuncio importante. Nel giro di 2-3 mesi, infatti, Google dovrebbe permettere, tramite Webmaster Tools, di gestire i backlink verso il proprio sito, rifiutando quelli ritenuti di cattiva qualità.

Link a pagamento

“Stiamo lavorando per migliorare continuamente i nostri tools. Alcuni algoritmi che utilizziamo per individuare i network di blog, possono essere usati anche per individuare l’acquisto di link”, sostiene ancora Cutts. “A volte le persone pensano di poter acquistare link senza lasciare traccia, ma non sanno cosa succede dall’altra parte. La gente deve rendersi conto che quando creiamo nuovi tools, il rischio dell’acquisto di link aumenta. Lo abbiamo detto per anni, ora stiamo iniziando ad agire”.

Link e social

I link funzionano ancora, oppure i segnali sociali sono destinati a sostituirli?

“Douglas Adams scrive: ‘Lo spazio è grande. Non avete idea di quanto lo spazio sia grande’. Il web è così. Library of Congress, la più grande libreria al mondo, dispone di 235 terabyte di dati. Non è un dato molto grande, rispetto al ritmo di crescita dei dati sul web”.

E ancora: “La percentuale reale dei link nofollow è sotto il 10%, è molto piccola. Dire che i link sono un fattore che non funziona più è sbagliato. Per ora non scriverei l’epitaffio dei link sul web”.

+1, SEO e Google+

“Osservando i +1, abbiamo scoperto che non sono il segnale di miglior qualità in questo momento”, sostiene Cutts.

Ma bisogna essere su Google+ per essere, oggi, ben posizionati su Google? “No!! E’ ancora presto per capire che valore potranno avere i dati provenienti da Google+”.

+Video

Vi invito a leggere l’intervista completa, naturalmente, per approfondire al meglio tutte le dichiarazioni di Matt Cutts.

Inoltre su Search Engine Roundtable potete trovare un altro contenuto interessante, relativo alle dichiarazioni.

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